Meno cali, più soluzioni Icardi zero tiri: spreco I dossier su cui lavorare I LIMITI DA SUPERARE ENTRO MARTEDÌ
●La striscia negativa non intacca la fiducia Ma servono alternative ai cross
Inumeri sono aridi. Vanno interpretati. Raccontano solo una parte della storia. I numeri nel calcio (nello sport) hanno dei limiti. Però è difficile ignorarli: complesso dimenticarsi di quel -14 dalla Juve (anche se i meriti dei bianconeri sembrano più dei demeriti nerazzurri), impossibile nascondere che nelle ultime 5 è arrivata una sola vittoria, contro il Frosinone, a fronte di tre sconfitte. «La strada per me resta quella giusta», ha detto a caldo Spalletti. A fianco spieghiamo perché può essere vero. Ma altrettanto vero è che i dossier su cui lavorare, anche senza cambiare strada, sono molteplici.
MORALE E CALI La prima cosa da fare per andare oltre quei numeri è dimenticarseli: la media di 0,8 punti a gara nelle ultime 5 è frutto anche di un calendario difficile, di sconfitte di misura. Lasciarsi condizionare troppo dalla serie di risultati può essere deleterio per il morale e le certezze costruite in questi mesi. Vanno in questo senso le dichiarazioni dei giocatori, recitate quasi in coro: «Abbiamo giocato alla pari con la Juve». Mantenere la fiducia nei propri mezzi non vuol dire però dimenticare ogni autocritica. Spalletti non lo permetterà: al triplice fischio sono cominciati gli «shampoo» ai suoi. Oggetto: la concentrazione, che ancora non regge per 90’. Il confronto con uno come Chiellini, su questo piano, può far uscir male molti interisti. Le critiche si sono concentrate su Joao Mario, e la sua «chiacchierata» mentre Cancelo scappava coi buoi. Il portoghese ieri su Instagram ha postato una foto in cui lui calcia e l’ex, ora alla Juve, guarda: dettagli. Ciò che conta è la frase che la accompagna: «Si impara, si continua». L’atteggiamento «da grande» non contempla cali nel corso di una partita, ma va conquistato passo dopo passo.
TIRI E CROSS Poi c’è il campo, la palla, la porta: anche qui ci sono dati che stridono. Il più rumoroso è quello sui tiri di Icardi a Torino: zero. Nella sera in cui Mauro è sembrato più attivo nel supportare i compagni, l’Inter ha di fatto rinunciato alla sua miglior arma offensiva. Dell’unicità del capitano nel panorama degli attaccanti moderni, che fa sì che vada giudicato con metri diversi, si parla da tempo. Ma non riuscire a servirlo, o almeno non liberarlo mai al tiro, resta un chiaro «baco» nel sistema. E non è solo un problema di venerdì: Mauro in A ha tirato 30 volte, meno di Petagna, De Paul, Santander. Ma l’uomo arrivato in estate per innescarlo, per legare la squadra al suo terminale, non c’è. L’assenza di Nainggolan ha riportato l’Inter a un vecchio vizio: costruire azioni offensive solo sulle corsie laterali, diventando prevedibile. Anche nel momento migliore contro la Juve, in cui occupava la metà campo bianconera, la squadra di Spalletti finiva col sparare cross che finivano su teste juventine. Il palo di Gaglia, costruito centralmente, nasce da un’iniziativa laterale di Politano. Lì però è arrivata la variante, che va ricercata più spesso. Servono più numeri, intesi come giocate, per cancellare i numeri. ● Mauro poco servito, neppure un tiro in porta per il centravanti contro la Juve.
ICARDI A ZERO
● Momento difficile, prestazioni non portano risultati: 0,8 la media punti delle ultime 5 gare.
LUCE BASSA
● Con l’assenza di Nainggolan l’Inter produce pericoli solo da corsie esterne.
CENTRO VIETATO
● L’ha ricordato Spalletti: l’incapacità di tenere alta la tensione per 90 minuti.
CALI DI CONCENTRAZIONE