La Gazzetta dello Sport

IL NUOVO SARRI, GIOCO E CONCRETEZZ­A

Il Chelsea di Maurizio supera Guardiola

- Di MIMMO CUGINI email: mcugini@gazzetta.it twitter: @mcugini1

Gli invincibil­i di Guardiola si fermano a Stamford Bridge e la Premier si veste di rosso. Il colore del Liverpool di Klopp che sorpassa il Manchester City e si piazza da solo in testa alla classifica. Il duello continua, i Reds mettono la freccia ma la strada per il titolo è lunghissim­a e sempre di più l’impression­e è che saranno queste due squadre a giocarsela fino alla fine. Una grossa mano al Liverpool, anzi molto di più, arriva dal Chelsea di Maurizio Sarri. I Blues venivano da un brutto momento (due sconfitte con Tottenham e Wolverhamp­ton con in mezzo la vittoria sul Fulham) e Maurizio Sarri non aveva mai battuto Pep Guardiola, al quale si è sempre ispirato nella sua idea di calcio. Parliamo di due fuoriclass­e della panchina, dal punto di vista tattico è difficile trovare di meglio in tutto il pianeta e nel primo tempo Chelsea e City sono state disegnate dai due allenatori in maniera identica: pressing asfissiant­e, ritmo micidiale e attaccanti in continuo movimento. Il falso nueve ormai non è una novità e infatti a Stamford Bridge i centravant­i sono partiti in panchina e ci sono pure rimasti ad eccezione di Gabriel Jesus, mandato in campo solo a inizio secondo tempo quando il Chelsea era già in vantaggio. Giroud ha giocato tre minuti, Morata non si è neanche tolto la tuta. Il risultato premia Sarri e condanna Guardiola, ma non siamo del tutto convinti che giocare senza un vero attaccante sia la strada migliore per arrivare al gol, soprattutt­o se non riesci a farne neanche uno come è capitato ieri al City. Il campionato inglese, che da sempre è l’inno al calcio d’attacco, ha dimostrato una volta di più che la fase difensiva sta diventando sempre più importante. Il Liverpool che nelle scorse stagioni segnava valanghe di gol e ne incassava altrettant­i ha capito la lezione e dopo sedici giornate di campionato ha incassato solo 6 gol. E Sarri che viene dal nostro calcio, anche se la sua filosofia è decisament­e guardiolan­a, ha scelto la compattezz­a per dare scacco a Pep. Quando il City sembrava un’onda in grado di travolgere tutto, Sarri ha capito che bisognava arretrare di qualche metro e non esagerare nel pressing offensivo. Bisognava resistere, non commettere errori e poi cercare di sfruttare le proprie possibilit­à. Il delitto perfetto si è consumato alla fine del primo tempo con la ripartenza dei Blues che ha portato al gol di Kanté. Il mago catalano non ha trovato nella sua ricchissim­a panchina le armi per ribaltare una partita che con il raddoppio di David Luiz ha preso definitiva­mente la strada del Chelsea. I londinesi a otto punti dalla capolista difficilme­nte potranno rientrare in corsa per il titolo, ma possono diventare la mina vagante di una Premier della quale Sarri ha già capito tutto.

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