Cantù, uno strano derby Sperando non sia l’ultimo
●Al PalaDesio (vicino all’esaurito) arriva la capolista Milano. I brianzoli puntano a salvarsi, in campo e fuori. Debuttano le maglie biancoverdi
Ogni goccia conta. E’ lo slogan che Cantù ha associato al nuovo sponsor, l’Acqua San Bernardo, che ha portato i brianzoli a cambiare anche i colori sociali: dallo storico biancoblu delle due Coppe Campioni targate Squibb e Ford, al biancoverde. Il colore della speranza. Quella di arrivare in fondo alla stagione con una salvezza conquistata sia sul campo, sia a livello societario. Oggi al PalaDesio, che si annuncia vicino all’esaurito (a ieri erano stati venduti oltre 1800 biglietti che si sommano ai 3000 abbonati, dopo il record stabilito in gara-3 dei quarti dell’ultima stagione con 6297 presenze contro l’Olimpia), arriva Milano, imbattuta in campionato (8-0), una macchina da guerra coi suoi 93.5 punti di media. Ferita da tre sconfitte consecutive in Eurolega, diventa una belva ancor più difficile da domare.
DRAMMA Visto quello che stanno attraversando i brianzoli, perdere contro un’avversaria di diverse categorie superiore, non sarebbe un dramma. Ma vincere vorrebbe dire farsi un’iniezione di fiducia che potrebbe rilanciarli in classifica, soprattutto allontanarli dalla zona rossa, ora solo a due punti di distanza dopo i k.o. in casa con Pesaro e a Trieste, che hanno fatto seguito a quelli di Bologna e Brindisi. «Milano è una squadra davvero molto forte, con un roster profondo ed equilibrato – ha detto Pashutin, tecnico di Cantù – . Ha guardie di grande talento come James e Jerrells. Tanto equilibrio anche dentro all’area con due centri imponenti come Tarczewski e Gudaitis. Notevole anche il reparto ali, con Micov, Brooks e Kuzminskas che oltre al talento hanno anche atletismo. L’Olimpia è squadra atletica e piena di tiratori che gioca molto il “pick and roll” e condivide bene il pallone». Cosa fare quindi per cercare di tappare le falle? «Pur consapevoli che non sarà una partita facile, il nostro obiettivo sarà quello di giocare una buona difesa, solida – prosegue il coach russo –. Dovremo restare concentrati per quaranta minuti, cercando di limitare il loro talento. Dovremo controllare i rimbalzi e prestare molta attenzione ai loro tiratori. Se ce ne sarà l’occasione proveremo a correre, anche se contro Milano sarà molto difficile poterlo fare. Giochiamo in maniera intelligente, non statica,, muoviamo CIAMILLO ALLENATORE CANTÙ la palla e cerchiamo i nostri contropiedi. Non sono molti ma dobbiamo cercare di colpirli nei loro punti deboli. Dovremo essere bravi a trovare il talento di Mitchell, Udanoh, Gaines, Jefferson e di tutti gli altri ragazzi».
TORNATO Già, Tony Mitchell. Segnale importante che l’ex Trento sia rientrato dagli Usa dopo il viaggio per la morte della nonna, non erano in molti a scommetterci. Invece contro Milano sarà in campo. Sinora lo smaltimento della rosa si è limitato alla partenza di Jonathan Tavernari, che peraltro vedeva poco il campo (13.4 minuti d’impiego medio) e al divorzio dal vice allenatore Bolshakov. Alla presentazione dello sponsor venerdì a Como il dg di Pianella Srl, Andrea Mauri, ha fatto il punto sulla situazione: «San Bernardo arriva in un momento particolare, dove noi di Pallacanestro Cantù stiamo facendo di tutto per dare un futuro a questa gloriosa società – ha detto Mauri –. Grazie alla nostra determinazione siamo riusciti a firmare un nuovo title sponsor e, in così poco tempo, non era davvero facile. Un ruolo fondamentale l’ha avuto Roberto Allievi (figlio del mitico Sciur Aldo, ndr.) , che ringrazio tantissimo, ha fatto davvero da trade union. Roberto è un grande amico della Pallacanestro Cantù, anzi, il nostro papà visto che in società siamo tutti molto giovani. Avere una figura come lui, in un momento così importante, aiuta davvero molto».
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IL DATO
Il numero di derby giocati tra Milano e Cantù. Bilancio favorevole all’Olimpia 98-67
SERVIRÀ UNA DIFESA SOLIDA E IL CONTROLLO DEI RIMBALZI
DOVREMO ESSERE BRAVI A CONTENERE IL LORO TALENTO
EVGENY PASHUTIN
SOCIETÀ Dopo aver gestito l’emergenza e superati i primi scogli, legati ai pagamenti delle rate federali, Mauri ora si sta dando da fare per reperire le risorse per portare a termine la stagione, con l’attuale roster. Poi si passerà all’ultima fase, quella del passaggio di proprietà. E lì sta il vero nodo. Perché, se è vero che ci sono più parti interessate, si dovrà prima far da parte patron Gerasimenko, magari rimettendo la società al sindaco, mettendo nero su bianco. Altrimenti, a scatola chiusa, difficile che ci sia qualcuno disposto a rischiare. Non sarà un derby come gli altri. Potrebbe essere l’ultimo. Siamo sicuri che nemmeno i più accaniti tifosi Olimpia se lo augurano. Cos’è lo sport senza il tuo miglior peggior nemico, per dirla alla Pozzecco?