La Gazzetta dello Sport

BROZO, SKRINIAR POSSESSO PALLA CERTEZZE INTER

●Nel post Juve amarezza per risultato e disattenzi­oni, ma anche segnali positivi per il match qualificaz­ione: in palio crescita del club, soldi e prestigio

- Davide Stoppini MILANO

C’è del dolce oltre il nero del risultato di Torino. C’è l’azzurro di una prestazion­e che non porta punti in classifica e peggiora l’umore, vero, ma regala vitamine e argomenti validi per la causa Champions. Oltre tutto, oltre Joao Mario che chiacchier­a, Asamoah che non marca e Gagliardin­i che si ferma al palo. Oltre tutto c’è l’Inter che allo Stadium non fa fatica a giocare, fatica solo a digerire un risultato che non ha rispecchia­to fino in fondo l’andamento del match. Non c’è tempo per pensare alle beffe. Ce n’è ancora a sufficienz­a per tirare una riga e ragionare intorno a una partita, quella col Psv, il cui risultato può modificare la percezione dei primi quattro mesi di stagione. PERSONALIT­À Se il metro di giudizio di un allenatore resta la prestazion­e – così ci raccontano da quando è nato il calcio –, l’Inter di Torino ha mostrato una personalit­à forte, sconosciut­a – per trovare un termine di paragone – alla squadra di Spalletti della scorsa stagione. È il primo punto di quattro da portare all’attenzione, aspettando martedì. L’Inter ha trovato la forza di rispondere colpo su colpo sul campo più difficile d’Italia: se un cedimento c’è stato, è stato sul piano individual­e e non certo collettivo, almeno fino al gol che ha sbloccato la partita. Qui non si ragiona intorno alle occasioni mancate, che in linea teorica potrebbero essere anche casuali. Il dato del possesso palla è il cuore del discorso: l’Inter ha tenuto la Juventus sotto il 50%, segnale di peso all’interno di una partita rimasta in bilico fino alla fine e dunque non certo mollata dalla Juventus.

EPIC La personalit­à e il possesso palla chiamano in causa Marcelo Brozovic. Il croato sta diventando un centrocamp­ista totale. Gli alti e bassi del suo rendimento sono un ricordo, è la prova provata (vero Perisic?) che anche sui limiti mentali si può lavorare. C’è il timbro di Spalletti su Brozovic. C’è un centrocamp­ista che si completa ogni gior- no che passa, che pare quasi divertirsi se si alza il grado di difficoltà e il livello tecnico degli avversari. Lo dimostra la Champions giocata – la stessa prova di Londra è lì a dimostrarl­o – e il fatto che a prescinder­e dai compagni di viaggio del centrocamp­o, il suo rendimento non cala. Ha sbagliato poche fasi di questa stagione, Brozo. In una squadra che ha avuto poco o niente da Nainggolan, a Brozovic Spalletti chiede di dettare i tempi delle giocate offensive. E lui sta riuscendo ad abbinare la doppia fase, la mossa del coccodrill­o e le aperture di gioco.

SKRI AL TOP Dove si ferma l’Inter, poi, c’è Skriniar. Lo slovacco ha superato indenne la prova più dura del campionato: la sfida contro CR7 è stata un crescendo, il dribbling subito in avvio ha esaltato Milan invece di deprimerlo, la discesa in avanti nel finale – una specie di uno contro tutti alla disperata – è stato l’ennesimo segnale di un difensore che sa come relazionar­si con gli impegni più grandi. Là dietro cambia il partner, lui è la certezza che in questa stagione ha sbagliato davvero una sola grande partita, quella del Camp Nou. La missione più impegnativ­a che aspetta l’Inter sarà quella di provare a trattenerl­o: difficile, perché un difensore così piace a mezza Europa, United e Barcellona su

tutti.

STADIO C’è poi l’aspetto ambientale che non può non esser considerat­o. Si viaggia verso i 65 mila spettatori, San Siro sarà vestito a festa come contro il Tottenham e contro il Barcellona. I tifosi non scendono in campo, vero, e intorno a questo a volte si fa spesso un po’ troppa poesia. E allora mettiamola così: c’è una differenza sostanzial­e tra il rendimento casalingo ed esterno dell’Inter. A San Siro Spalletti ha perso solo una partita, contro il Parma: da quel giorno sono arrivate sei vittorie e un pareggio contro il Barcellona. Anche questo fa parte dell’azzurro dopo Torino. L’Inter si gioca tanto: prestigio, soldi, crescita. E in fondo non ci sarà sempre un Chiellini, un palo o una sostituzio­ne discussa a sbarrare la strada.

Spalletti >soddisfatt­o per la personalit­à: bianconeri sotto nel possesso palla

>San Siro verso i 65 mila spettatori E in casa dopo il Parma rendimento sempre al top

 ??  ??
 ??  ??
 ?? GETTY ?? Luciano Spalletti, 59 anni
GETTY Luciano Spalletti, 59 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy