Spalletti: «Da adesso mi gioco il futuro» E pure Vecino è k.o.: allarme in mediana
●Il tecnico: «San Siro ci aiuterà, guai a pensare al Barça». A centrocampo Asamoah o Keita da 10
Tutto in una notte. O quasi. Perché è vero che nel giorno del sorteggio in molti avrebbero firmato per giocarsi la qualificazione all’ultima giornata, nel match sulla carta più abbordabile. Ma è anche vero che per come è andato il girone, qualche rimpianto in casa Inter c’è. E allora Luciano Spalletti prova a toccare le corde giuste per far passare forte il messaggio alla vigilia della sfida col Psv, che vale un pass per gli ottavi e tanti soldi nelle casse del club, ma anche una bella fetta di futuro: «Quello che sarà della mia vita me lo gioco da qui in avanti: non ho la possibilità di metterci dentro il passato – ha sottolineato il tecnico —. Bisogna vincere la partita contro il Psv che è quella più importante da quando sono arrivato all’Inter».
FIDUCIA Dal 2006-07 al 201516, in sette edizioni di Champions con Roma e Zenit, soltanto una volta Spalletti non ha superato la fase a gironi, con il club russo nel 2012-13. E pazienza se stavolta vincere potrebbe non bastare, perché dopo il k.o. di Wembley il futuro dell’Inter dipende anche dal Tottenham. O dal Barcellona. «Dobbiamo vincere la nostra partita. Lì ci sono professionisti veri e non vorrei che qualcuno si stiano offendendo perché stiamo mettendo in dubbio la loro etica professionale. Al Barcellona lavora solo gente serie, da sempre. Sapevamo che il girone era durissimo ed è ancora tutto aperto. La stessa tranquillità che abbiamo noi sul Barça ce l’avrà il Tottenham sul Psv».
PIÙ SOLUZIONI E allora niente distrazioni. C’è da vincere. Senza se e senza ma, e malgrado le defezioni. L’ultima è arrivata ieri mattina dopo i controlli effettuati da Vecino, nemmeno convocato: «Gli abbiamo fatto fare un esame e non sarà disponibile», ha raccontato Spalletti, che però ritrova Nainggolan, almeno per la panchina: «Anche Radja ha fatto un esame e avrebbe bisogno di qualche giorno in più perché rischia di tornare indietro al suo problema» ha continuato Luciano, memore della ricaduta accusata dal Ninja dopo l’ultima rincorsa al recupero per Barcellona e Tottenham. La coperta, insomma, è corta: «Abbiamo a disposizione 18 calciatori, che sono tutti titolari della rosa. Abbiamo sempre la soluzione a tutto, bisogna soltanto andarla a trovare». Il nodo è a centrocampo. Vecino è out e lo sarà probabilmente anche contro l’Udinese, Joao Mario e Gagliardini sono fuori lista, Nainggolan è fuori condi- zione e va in panchina per far numero, al massimo per giocare qualche minuto nel finale e con un rischio di ricaduta da non sottovalutare. Tutto ruota intorno al nome di Asamoah, che potrebbe avanzare e far coppia con Brozovic in mezzo al campo, così da lasciare Borja Valero dietro le punte: a quel punto in difesa dentro sia D’Ambrosio sia Vrsaljko. L’ex Juventus durante il precampionato ha ricoperto diverse volte la posizione di mediano, raccogliendo gli applausi dell’allenatore. L’altra soluzione porta a Keita trequartista, con Borja arretrato vicino a Brozovic e Asamoah lasciato nel ruolo di terzino. Il rischio, con quest’ultima via, è che la soluzione sia troppo offensiva, almeno in partenza. Ci sarebbe anche una terza strada che porta al nome di Candreva, ma Antonio non gioca titolare da fine ottobre, a Barcellona, e prima di quella gara da fine settembre. Ipotesi difficile. Ma Spalletti non ha perso in ogni caso l’ottimismo, nonostante le defezioni: «Con la Juve abbiamo dimostrato di poter anche vincere. Una notte da leoni non basta, dobbiamo imparare ad esserlo sempre». La spinta di San Siro sarà fondamentale: «Ecco, se c’è un titolare sicuro in ogni partita quello è il nostro pubblico – ha concluso Spalletti –. I tifosi hanno lavorato meglio di tutti in questi due anni, sempre presenti a far sentire il loro supporto anche nelle gare in cui non siamo stati al livello del nostro calcio». Stasera bisognerà ritrovare anche quello.