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●Inzaghi carica Bologna e squadra scagliando­si contro le negatività: con il pensiero alla sfida col Milan

- Matteo Dalla Vite BOLOGNA

«Via dalle palle chi gufa». Sir Inzaghi non gira attorno all’area. Dritto verso la porta: retaggi da campo. Adrenalini­co lo è sempre stato. Fumantino pure. Capitano non giocatore anche, visto che è stato lui a guidare la squadra verso il... ritiro del ritiro di una settimana fa. Ma che - una volta ricevuta la conferma da parte di Joey Saputo - Pippo Inzaghi si mettesse anche a urlare contro i gufi, beh, questo è un inedito: sarà che la prossima gara avverrà contro il suo Milan, che l’ambiente va scosso, che l’amore per questa nuova maglia lo coinvolge ancor più di prima, ma resta il fatto che il tecnico del Bologna non usa una bibita light per armare la battaglia, per... allungare una riconferma dissetante e aggregare la città (tendente alla forte insofferen­za da non-risultati) nella corsa alla salvezza.

LA NEGATIVITA’ HA ROTTO Poco tempo fa, Pippo aveva postato un video di se stesso lanciando lo slogan «Gonfi», una variazione di carichi o cose così. Purtroppo la sua squadra - nata su fragili certezze, minata da errori individual­i reiterati, da ritoccare non poco sul mercato di gennaio - non ha dato seguito alle buone intenzioni. Undici punti, terz’ultimo posto, 8 sconfitte, pur dando segnali di buon gioco a Empoli e soprattutt­o un quadro evidente: i giocatori non hanno abbandonat­o il proprio tecnico. Ed è anche questo un fattore che ha portato Saputo a confermarl­o. «Ho sempre accolto le sfide nella mia vita dando il massimo e facendomi un mazzo enorme scrive sul proprio profilo Instagram Pippo Inzaghi -. Ora sono qui, a Bologna, la sfida non è facile ma non impossibil­e e io non ho per nulla voglia di lasciare le cose a metà. Però di una cosa mi son rotto, basta negatività». Ovviamente - ricordando le frasi contenute nel comunicato di Saputo - anche lui è stato bacchettat­o dal patròn assieme a dirigenza e squadra. E anche lui, da oggi in poi in cui riprendera­nno gli allenament­i a Casteldebo­le, dovrà dare ancora di più.

AFFETTO BOLOGNESE Il «refrain» della negatività è stato un altro tormentone che Pippo ha cavalcato dall’inizio della stagione. Stagione nata male (ko in casa contro la Spal e 0-0 contro il Frosinone) e proseguita con due soli acuti da tre punti di cui uno contro la Roma. Che il Bologna, ovviamente, vuole replicare contro un’altra big, il Milan che arriverà al Dall’Ara martedì prossimo. Da ● le sconfitte in questo inizio di campionato di serie A da parte del Bologna: l’ultima è avvenuta contro l’Empoli domenica scorsa per 2-1. ● le vittorie del Bologna di Pippo Inzaghi: la prima contro la Roma il 23 settembre scorso (2-0) e l’altra contro l’Udinese il 30 settembre (2-1) quei primi giorni a oggi, Bologna ha sostenuto la squadra e Inzaghi stesso prendendos­ela di più con la società per come è stata costruita la squadra. In tutto questo, Pippo ha deciso di dare una svolta: lavoro sì, negatività mai o basta così. «Ne ho piena l’anima di last chances, di “in or out”, squadra-societàall­enatore scarsi. Voglio aria nuova, sole, affetto bolognese e via dalle palle chi gufa - scrive Inzaghi -. Lavoro, grinta e amore per la maglia portano risultati, demoralizz­azioni e ansia portano solo a flop».

MERCATO: RIVOLUZION­E? Assieme ai graduati bolognesi (l’ad Fenucci, il ds Bigon e il club manager Di Vaio), Pippo Inzaghi ha già cominciato a pianificar­e il mercato: servono almeno tre giocatori, uno per ruolo. Ma alla fine è probabile che gli innesti (consideran­do anche le uscite, quella di Destro pare inevitabil­e) saranno anche quattro-cinque. Non è esclusa una mezza rivoluzion­e. Se Gabbiadini è il sogno, ecco che Sansone (Villarreal) è una concreta possibilit­à così come la pista legata a Kean, già richiesto alla Juventus dai dirigenti rossoblù. I nomi di Sturaro e Bertolacci fanno parte della lista dei centrocamp­isti. Di certo c’è che dopo le conferme di Saputo (mercato compreso), Pippo se la giocherà tutta d’un fiato contro Milan, Parma, Lazio (derby fraterno) e Napoli. Poi è evidente: fuori dalle p... dovrà innanzitut­to andare la zona retrocessi­one.

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