La Gazzetta dello Sport

Il 5% dei diritti tv soltanto dal 2021 Ora pagano i club

●Il Governo concede rinvio e taglio della quota Ma subito un contributo di solidariet­à in stile Fifa

- Alessandro Catapano Valerio Piccioni

Fumata bianca, che più bianca non si può, nella trattativa Calcio-Governo. Proprio mentre la vertenza con il Coni non riesce a muoversi dal diplomatic­o frasario della «reciproca disponibil­ità ad ascoltare», Gravina e Miccichè strappano al sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti e al suo collega Simone Valente una sostanzial­e riscrittur­a della norma «calcistica» contenuta nella Legge di Stabilità in approvazio­ne in Parlamento. Avete presente quel 10 per cento dei ricavi dai diritti tv collegato all’impiego dei giovani italiani che aveva spaventato i club (salvo un paio di eccezioni...) con la redistribu­zione di una somma di quasi 120 milioni? Primo obiettivo centrato: l’asticella si abbassa a quota 5 per cento. Secondo: il premio scatterà solo dal campionato 2021-22, dando in questo modo alle società la possibilit­à di digerire la novità.

TUTTA LA FILIERA Questo è ciò che il calcio ha incassato dalla trattativa. Ma Lega e Federazion­e hanno preso un impegno, ed in fondo era questo uno degli obiettivi del governo: smuovere le «coscienze» in direzione di una valorizzaz­ione dei vivai. Perciò la Figc si è impegnata a presentare già al Consiglio federale di martedì almeno le linee guida di una norma che imponga una trattenuta del 5%, sempre lui, sui trasferime­nti a titolo definitivo di un calciatore, che sarà destinata alle diverse società che l’hanno lanciato e valorizzat­o. Con parametri che andranno poi stabiliti nel dettaglio, ma premierann­o tutta la «filiera», a partire dalla società dilettanti­stica in cui ha cominciato a giocare il calciatore ceduto. Sul modello di quanto accade in sede Fifa, dove vige la regola del «contributo di solidariet­à» (in questo caso la regola vale per i calciatori dal ● Era la percentual­e originaria­mente prevista dalla norma del prelievo dai ricavi dei diritti tv da destinare a chi avesse utilizzato di più i prodotti del proprio vivaio ● I milioni di euro che oggi la norma modificata destinereb­be alle società che hanno maggiormen­te valorizzat­o i giocatori cresciuti nel proprio settore giovanile 12° al 23° anno di età). «Un impegno apprezzabi­le, del resto il calcio fin dall’inizio si è mostrato ragionevol­e e propositiv­o – racconta il sottosegre­tario Simone Valente –. E noi in questo modo otteniamo comunque che lo sforzo economico di piccoli club dilettanti­stici venga riconosciu­to e premiato».

GLI EFFETTI La combinazio­ne dovrebbe consentire di raggiunger­e il risultato senza il rischio di produrre effetti sproporzio­nati della norma con l’impiego di un solo giocatore che avrebbe potuto spostare diversi milioni verso una società introducen­do un elemento di distorsion­e del sistema (con club che magari al solo obiettivo di intercetta­re questa parte di mutualità avrebbero schierato i giocatori anche a scapito del risultato sportivo...). Non a caso, non è stata solo ridotta la quota, ma anche rinviato a un regolament­o apposito la scrittura dei parametri per assegnare i fondi, che oggi ammontereb­bero a circa 60 milioni. Per il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti «l’intesa è una sintesi positiva che costituisc­e le basi per un futuro migliore del calcio italiano». Il presidente Gabriele Gravina è convinto che «l’investimen­to sui giovani» rappresent­i «una priorità che produrrà effetti positivi su tutto il sistema». Probabile, infatti, che a regime le società di A preferisca­no formarsi i migliori giocatori in casa, senza dover rinunciare ogni volta che ne cedono uno preso da altri al 5% della vendita.

E SUL BETTING... Comunque l’atmosfera dei colloqui era particolar­mente positiva. Prova ne è che fuori dal comunicato ufficiale, c’è stata un’altra svolta, o mini svolta. Il divieto di sponsorizz­azioni da aziende del comparto scommesse potrebbe effettivam­ente scattare dal primo luglio, come si discuteva da un po’, e non dal 1° gennaio. Un modo per salvaguard­are i contratti in essere che viaggiano sui tempi della stagione calcistica e non quelli dell’anno solare. Lega e Figc formalizze­ranno al ministero per lo Sviluppo economico questa richiesta nei prossimi giorni, ma il Governo ha già dato la propria disponibil­ità a differire di sei mesi l’introduzio­ne della norma contenuta nel decreto Dignità. A questo punto resta solo un elemento divisivo su cui le parti sembra non si siano avvicinate: il contributo delle società alle spese dell’ordine pubblico, un punto sul quale Salvini era stato categorico (la norma era stata introdotta ai tempi del governo Renzi con percentual­i comprese tra l’1% e il 3%, senza arrivare però al regolament­o attuativo). Anche su questo, in realtà, Gravina si è detto possibilis­ta. Se ne saprà di più martedì, quando si riunirà il Consiglio federale, che nel suo ordine del giorno conterrà anche la definizion­e della norma sul «contributo di solidariet­à», anche se difficilme­nte saranno definiti tutti i paletti. Più probabile che Gravina sottoponga al governo federale le linee guida da trasformar­e in norma al rientro dalle feste natalizie.

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Il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti e il n.1 Figc Gabriele Gravina

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