La Gazzetta dello Sport

Manfredi operato alla testa, c’è ottimismo

●Marco Scarponi: «Michele è morto perché questo Paese deve cambiare. Ma nessuno sente il dolore delle nostre strade»

- Mattia Bazzoni

Sono un po’ meno minacciose le nubi sull’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, dove Samuele Manfredi – il giovane talento azzurro vittima di un gravissimo incidente mentre si allenava a pochi chilometri da casa nel paese di Toirano – si trova ricoverato da lunedì mattina in coma farmacolog­ico. Filtrano raggi di cauto ottimismo sulle sue condizioni, pur molto delicate. Nella notte tra lunedì e martedì, i medici sono intervenut­i chirurgica­mente per ridurre la pressione intracrani­ca e stabilizza­re il quadro clinico. Nel pomeriggio di ieri, la Tac ha dato risposte incoraggia­nti: l’edema cerebrale si è ridotto e il fisico del 18enne ligure sta reagendo positivame­nte. Samuele, che nel violento scontro con l’auto ha rimediato anche fratture al naso e al ginocchio, è seguito dall’équipe del reparto di Rianimazio­ne diretta dal dottor Giorgio Barabino, uno dei medici che nel febbraio 2011 si prese cura del pilota Robert Kubica dopo l’incidente al rally di Andora.

AFFETTO Il mondo del ciclismo si è stretto attorno a uno dei suoi ragazzi più promettent­i. Tanti i messaggi di incoraggia­mento, a iniziare dalla campioness­a europea Marta Bastianell­i che ha postato la foto del podio della GandWevelg­em: Samuele, primo negli juniores, sorride accanto a lei, regina tra le donne, e a Peter Sagan, il suo idolo. Anche Elia Viviani ha manifestat­o il suo sostegno («Forza giovane non mollare»), così come i compagni della Nazionale, che in agosto lo hanno festeggiat­o per l’oro europeo nell’inseguimen­to. BETTINI REAZIONI L’ondata di affetto si accompagna ad amare riflession­i di fronte all’ennesimo caso di un ciclista investito. La mancanza di sicurezza sulle strade sta assumendo i contorni della strage: nel 2017 sono morti 254 ciclisti, uno ogni 34 ore. Dopo gli appelli della Federcicli­smo («Serve rispetto» ha detto il presidente Di Rocco) e del c.t. Cassani («Non si può andare avanti così»), ieri l’Accpi – il sindacato dei corridori – si è fatta sentire con un duro comunicato e ha annunciato una raccolta firme per rendere effettiva la legge «salvacicli­sti». «Al funerale di Scarponi le massime autorità avevano promesso un intervento perché le tragedie fossero ridotte al minimo – ha detto il pre- sidente Cristian Salvato –. Nulla è cambiato, anzi la situazione se possibile è peggiorata. Chi non ha mantenuto gli impegni è un delinquent­e, così come è un assassino chi firma per la realizzazi­one di una nuova strada senza pensare a chi la solcherà in bici o a piedi». Anche Marco Scarponi, che dopo la tragedia del fratello Michele ha dato vita a una Fondazione per la sicurezza stradale, è intervenut­o su Facebook: «Michele è morto perché questo Paese deve cambiare e lo deve a tutti i ragazzi vittime della violenza stradale e alle loro famiglie. Ma nessuno sente il dolore che nutre le nostre strade, tranne i familiari delle vittime. Forza Samuele».

LA CHIAVE

Tac al cervello: ematoma ridotto. Quanta solidariet­à dal ciclismo. L’Accpi: «Fermiamo questa strage»

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Samuele Manfredi, 18 anni, 1° alla Gand-Wevelgem e oro europeo inseguimen­to

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