La Gazzetta dello Sport

Comunque Allegri «Abbiamo fallito le partite giuste»

●L’allenatore della Juve si mostra sereno: «Primo posto meritato, ma stavolta è mancata cattiveria»

- Jacopo Gerna INVIATO A BERNA

Se non fosse che la Champions League è uno spettacolo unico, talmente bello che giocherest­i anche sulla sabbia come ha ammesso Szczesny, Massimilia­no Allegri meriterebb­e di essere guardato in panchina quasi quanto i 22 giocatori in campo. Lo Stade de Suisse è un gioiellino da poco più di 30.000 posti, con un pubblico giallonero che non smette mai di cantare e si merita una vittoria come quella di ieri. La logistica dell’impianto, con la tribuna stampa subito dietro alla panchina di Allegri, ti permette di osservarlo. Giubbotto invernale per sfidare i 2 gradi sottozero di Berna, niente guanti e mani che quando non gesticolan­o restano fisse in tasca, l’allenatore alla quinta stagione alla guida della Juventus

sembra anticipare la partita.

SEMPRE DIETRO Sull’altra panchina Seoane, belloccio ed educatissi­mo poliglotta, resta tranquillo. Non che Allegri esageri, ma dai primi minuti un quarto uomo che sembra il sosia di Thomas Tuchel, l’allenatore del Psg, rivolge alla panchina bianconera le sue attenzioni. Basta che Max esca di 10 centimetri dall’area tecnica che subito arriva la ramanzina. Allegri sorride, gli stringe la mano e la serata continua. Ogni volta che il gioco si interrompe si gira verso Marco Landucci, che fa anche da sfogatoio oltre che da prezioso collaborat­ore. «Ma la diamo sempre dietro, è la terza volta!» sbotta per una manovra che scorre poco fluida anche per la pressione degli svizzeri. Dopo 20’ la gestione del recupero di Alex Sandro va a farsi benedire: Max capisce subito che il problema può essere non banale e chiama subito «Ale Ale Ale». Cuadrado prova a rientrare, ma due minuti dopo il cambio. Alla quarta chiara occasione fallita allarga le braccia e sembra quasi sprofondar­e su quel terreno sintetico che alla vigilia lo aveva indotto a un paio di scelte conservati­ve.

PERCENTUAL­E SPORCATA Non è una Juve scintillan­te, ma ci vuole un regalo autoprodot­to dalla Juventus per far segnare lo Young Boys. Allegri non apre bocca: ha il linguaggio del corpo di chi sa benissimo che Alex Sandro, indotto all’errore dalla pallaccia di Douglas Costa, ha commesso fallo. Alla sua 50a presenza sulla panchina della Juve in Champions, sporca la sua percentual­e di partite concluse senza prendere gol: ora sono 37 su 82, in classifica resta dietro al Cholo Simeone e a Fabio Capello. La tensione della panchina non è mai eccessiva, le buone notizie che arrivano da Valencia danno una mano. Entra Emre Can, Hoarau raddoppia, poi c’è il gol di Dybala. «Dai dai dai, che la riprendiam­o». Niente da fare: Ronaldo è in fuorigioco sulla seconda magìa della Joya e arriva la seconda sconfitta nel girone. L’ultima volta che accadde era il 201415, l’anno della finale di Berlino. Nessuna sorpresa nel momento dell’analisi post-partita: è più facile che Allegri sia arrabbiato quando ha vinto 4-0 rispetto a quando perde: «Quest’anno finora siamo molto bravi a scegliere le partite da perdere. Era successo col Manchester in casa e ieri sera, ma siamo comunque primi e lo abbiamo meritato. Ci sono grandi squadre e avremo ottavi bellissimi, mi è dispiaciut­o molto per l’eliminazio­ne di Inter e Napoli, ma entrambe potranno fare molto bene in Europa League. Abbiamo anche iniziato benino, creando tante occasioni. Ma non abbiam fatto gol e poi è arrivato quel rigore: non so se è peggio l’errore di Douglas Costa o quello di Alex Sandro. È mancata cattiveria nel fare gol, loro ci davano tanta pressione e abbiamo faticato a giocare. Cuadrado? Ha un problema al ginocchio, martedì aveva avuto un piccolo risentimen­to, si è riacutizza­to il dolore e oggi valuterann­o se può essere a disposizio­ne con il Torino. Sono contento invece per Emre Can, giocatore totalmente recuperato anche se non credo che possa giocare 90’ già nel derby, mentre Bernardesc­hi e soprattutt­o Douglas Costa sono usciti alla distanza dopo un inizio un po’ così».

VERSO IL DERBY Tra tre giorni si torna in campo e Allegri spiega così la sostituzio­ne di Pjanic, rientrato negli spogliatoi senza passare dalla panchina. «C’erano -6° in campo e allora ha fatto bene ad andare via di corsa per non prendere altro freddo. Anche perché sabato con Bentancur squalifica­to ho solo lui e Matuidi a pieno regime e ho preferito dosare il suo minutaggio».

SERATA NO Cuadrado è uscito per infortunio: il derby col Torino è a rischio

Max: «Contento per Emre Can, che è un giocatore del tutto recuperato»

 ??  ?? Massimilia­no Allegri, 51 anni, alla Juve dal 2014 AFP
Massimilia­no Allegri, 51 anni, alla Juve dal 2014 AFP

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy