La Gazzetta dello Sport

Leiva, fine del calvario Senza di lui il crollo Lazio

● Romani secondi comunque vada con l’Eintracht, l’attesa è tutta per il brasiliano che parte dalla panchina: Inzaghi non ne può fare a meno

- Stefano Cieri

INVIATO A FORMELLO (ROMA)

Il protagonis­ta più atteso è...in panchina. Capita quando una partita offre pochi motivi d'interesse agonistico. Quella di stasera all’Olimpico tra Lazio ed Eintracht, in realtà, di spunti ne offre comunque parecchi. Dalla voglia dei tedeschi di chiudere il girone a punteggio pieno (sarebbe la prima volta in Europa League per una squadra della Bundesliga) all’obbligo della Lazio di interrompe­re la striscia senza successi che dura da oltre un mese. Manca però l’ingredient­e più importante: il pathos che deriva dalle partite in cui ti giochi qualcosa. I biancocele­sti (Inzaghi farà turn over totale, Acerbi il solo titolare presente) e i tedeschi la qualificaz­ione l’hanno già ottenuta con due giornate di anticipo e il successivo k.o. dei laziali a Cipro ha svuotato il match di stasera anche della possibilit­à per i romani di soffiare il primo posto all’Eintracht (sarebbe comunque servita un’impresa: vincere per 3-0).

BENTORNATO

Così, in ambito Lazio, la notizia più importante ed anche quella da seguire con maggiore interesse (per vedere se il calvario sia effettivam­ente finito) è quella del ritorno in campo di Lucas Leiva. Si tratta in realtà di un ritorno in panchina. Inizialmen­te. Perché Inzaghi ha convocato il brasiliano non per fare numero, ma per fargli giocare uno spezzone di partita, quello finale. Con un impiego che dovrebbe oscillare tra i 15 e i 20 minuti. «Per noi è un giocatore importanti­ssimo - ammette Inzaghi -. La mia intenzione è quella di portarlo in panchina e poi fargli mettere un po’ di minuti nelle gambe. Sta tornando al meglio, ma avendo avuto una ricaduta bisogna andarci cauti». Già. La cautela è d’obbligo. Perché la fretta di farlo tornare in campo, un mese fa, si è rivelata un boomerang. Si era fatto male proprio in Europa League, il brasiliano, a Marsiglia il 25 ottobre. Stiramento di primo grado all’adduttore la diagnosi. Si sarebbe dovuto fermare almeno per una ventina di giorni e invece è rientrato già l’11 novembre a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Prestazion­e incolore la sua, con sostituzio­ne a un quarto d’ora dalla fine (evidenteme­nte non stava ancora bene). Ma il peggio sarebbe arrivato tre giorni dopo in allenament­o, con una nuova lesione all’adduttore che lo ha costretto a star fermo fino a pochi giorni fa. IMPRESCIND­IBILE

Il vero problema è stato che, senza di lui, la Lazio è letteralme­nte crollata, restando a secco di vittorie. Che l’ex Liverpool sia indispensa­bile per Inzaghi lo dicono poi i numeri. In campionato Leiva ha complessiv­amente saltato sette partite, nelle quali la media punti dei biancocele­sti è stata di 1,16 per gara. Nelle otto partite con lui in campo, invece, la Lazio ha fatto registrare una media di 2 punti a partita. Il motivo è semplice. Il brasiliano è l’equilibrat­ore imprescind­ibile della formazione di Inzaghi. L’elastico che accorcia o allunga la squadra a seconda delle esigenze. Il costruttor­e dal basso della manovra e lo schermo a protezione della difesa. Ma anche e soprattutt­o l’anima del gruppo. Non ha cessato di esserlo neppure in questo periodo in cui è rimasto ai box. Nei giorni caldi del ritiro a Formello, la settimana scorsa, è stato uno di quelli che si è prodigato maggiormen­te per ricompatta­re il gruppo e riportare il sereno nello spogliatoi­o. Ma il suo apporto serve soprattutt­o in campo. Dove oggi rimetterà piede dopo un mese che, tanto a lui quanto alla Lazio, è parso un’eternità.

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Lucas Leiva, 31 anni, centrocamp­ista brasiliano, alla Lazio dal 2017

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