Bruxelles-Roma: ultimo chilometro «Trovata l’intesa»
●Manovra, l’annuncio del ministero dell’Economia Il governo frena: «Via libera tecnico, non ufficiale»
AFP
Giovanni Tria.
Le modifiche apportate dal governo di Roma nel secondo schema della Manovra contenevano, secondo il giudizio dell’Europa, troppe entrate che avrebbero inciso per un solo anno. La Commissione, invece, insisteva per misure «strutturali» fino a tre miliardi in più e non solo temporanee. Ma ieri, dopo il colloquio telefonico tra il premier Conte e i commissari Dombrovskis e Moscovici - oltre alla disponibilità a dare un via libera ad un deficit nominale al 2,04% - il governo avrebbe limato ancora i numeri dello “strutturale”. I tre miliardi mancanti per ridurre il deficit verrebbero da risparmi di spesa, dismissioni e rinvii di agevolazioni alle grandi aziende. Ma c’è pure chi sospetta che dietro l’annuncio serale dell’accordo ci sia una forzatura di Tria per far accettare novità sgradite a Lega e M5S. Conte, però, in giornata ha dovuto ribadire che su Quota 100 e reddito di cittadinanza non si poteva intervenire ulteriormente. In mattinata era stato il vicepremier Luigi Di Maio a dettare i tempi sulle due misure bandiera del governo LegaCinquestelle, garantendo la partenza di Quota 100 a febbraio, mentre per il reddito se ne parlerà a marzo: «Poiché partono un po’ dopo, costeranno un po’ di meno».
Lo stallo causato dal protrarsi delle trattative con l’Ue ha fatto infuriare le opposizioni.
«Il ministro Tria deve venire in commissione e il presidente Conte in Aula, a darci contezza del perimetro complessivo della Manovra, cioè quanto si spenderà, come, dove e da parte di chi», ha tuonato Anna Maria Bernini, capogruppo dei senatori di Forza Italia. Mentre i democratici hanno persino minacciato di occupare l’Aula. Per calmare gli animi agitati tra i banchi del Senato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha assicurato la disponibilità di Conte e Tria a riferire in Aula, ma solo dopo che la Commissione avrà comunicato il verdetto. Così oggi il premier andrà in Senato (alle 12) per spiegare l’esito della trattativa con l’Ue. Mentre ha già provveduto a rinviare la conferenza stampa di fine anno (prevista per venerdì), perché proprio quel giorno potrebbe arrivare il voto definitivo sulla Legge di Bilancio.
La Manovra approda in Aula domani: sul tavolo, il pacchetto di emendamenti presentato ieri dal governo.
A cominciare dalla ecotassa sulle auto. Quattro le soglie previste dal 1° marzo: da 1.100 a 2.500 euro per chi acquista un veicolo più inquinante. La cifra più bassa riguarda le auto che emettono da 161 a 175 Co2 g/km, quella più alta penalizza i veicoli che superano i 250 Co2 g/ km. Una norma che tocca anche modelli non considerati di lusso. I contributi massimi sono invece di 6000 euro per chi rottama l’auto e compra un’elettrica nella fascia di emissioni 020 grammi/ km di Co2 (4 mila senza rottamazione). Tra gli altri emendamenti, da segnalare i tagli ai premi Inail per ulteriori 1,5 miliardi nel triennio (con riduzione del cuneo fiscale di 410 milioni nel 2019) e l’addio a un “totem” nazionale come il Totocalcio (e il Totogol).
I segnali di una giornata infuocata arrivavano anche da fuori, con le proteste degli Ncc (Noleggi con conducente)…
A scatenare la “rivolta” contro il governo, è la prevista cancellazione ad un emendamento M5S alla legge di Bilancio che avrebbe introdotto alcune misure per liberalizzare il mercato delle auto con conducente. Centinaia di autisti hanno manifestato a Roma, causando momenti di tensione con la polizia. In serata, sui sampietrini della capitale, giacevano ancora i brandelli di alcune bandiere del Movimento 5 Stelle incendiate.
IL VERDETTO FINALE
2 6 9
IL NUME RO
Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso ieri in calo, a 269 punti base dai 270 registrati lunedì