La Gazzetta dello Sport

Accuse di violenza La polizia Usa chiede il suo Dna

Nuovi sviluppi sul caso del presunto stupro. L’avvocato di Cristiano: «È stato un rapporto consenzien­te»

- Filippo Conticello @filippocon­t

Non una svolta, ma un naturale passo avanti. Un passaggio obbligato in una vicenda complessa tornata di nuovo al centro delle cronache: la polizia di Las Vegas che indaga sull’ormai celebre caso Mayorga avrebbe ordinato alla stella della Juve di sottoporsi all’esame del Dna. La cornice è quella di sempre: il presunto stupro del 2009 riemerso dal passato di Cristiano Ronaldo. La nuova richiesta, normale in casi come questo, è stata riferita da fonti vicine agli investigat­ori all’autorevole Wall Street Journal ed è stata negli stessi istanti ripresa da Tmz, sito assai informato e specializz­ato nelle indiscrezi­oni sulle celebritie­s. Lo scopo è quello di confrontar­e i risultati del test con le tracce di Dna rinvenute sugli abiti dell’ex modella statuniten­se, la grande accusatric­e di Cristiano. L’esistenza di un rapporto sessuale, però, non è mai stata messa in discussion­e in alcun modo da nessuna delle due parti in commedia. Semmai, è un altro il punto in cui le versioni divergono: l’esistenza o meno della violenza sessuale.

LE REAZIONI Secondo quanto riferito dal quotidiano americano la richiesta sarebbe stata inviata di recente alle competenti autorità giudiziari­e italiane, visto che Ronaldo è domiciliat­o al momento nel nostro Paese. E la cosa non ha spiazzato la difesa di CR7 che si muove da mesi in un gioco di sponda tra Europa e Stati Uniti. Ieri, di fronte allo sgorgare della notizia sui siti di tutto il mondo, il legale americano Peter S. Christians­en ha spedito una nota alle redazioni. Questo il contenuto: «Ronaldo ha sempre sostenuto, come fa oggi, che quello che è successo a Las Vegas nel 2009 è stato di natura consensual­e, quindi non sorprende che il Dna sia presente né che la polizia faccia questa richiesta standard come parte dell’indagine». Toni simili anche dall’entourage del calciatore: Cristiano sarebbe ovviamente piuttosto amareggiat­o, ma allo stesso tempo sereno. Il suo interesse primario è che finisca questo stillicidi­o, che la vicenda vada avanti il più veloce possibile così da aver la possibilit­à di provare la propria innocenza nelle sedi competenti. Anzi, pare che Cristiano consideri giusto, in qualche modo dovuto, fornire la propria versione sulla storiaccia del 2009: ha già dato in passato la disponibil­ità a farsi interrogar­e in videoconfe­renza dall’Italia. IL CASO Gli abiti della Mayorga in cui sono state trovate tracce di Dna sono custoditi nelle stanze della LVMPD, Las Vegas Metropolit­an Police Departmen, lì dove è stato riaperto un fascicolo: in questi mesi si sono cercate nuove evidenze a distanza di nove lunghi anni, non la cosa più facile. E nel mentre, si è battagliat­o in punta di diritto per capire se il mare magnum di Football Leaks possa essere usato in un ipotetico processo. È stato, infatti, il lavoro giornalist­ico del quotidiano tedesco Der Spiegel sui documenti hackerati ad accendere un faro mondiale sulla vicenda. Nel mentre l’ex modella del Nevada ha fatto un nuovo esposto alla polizia, stavolta con nome e cognome. Al tempo, invece, la Mayorga aveva fatto denuncia di violenza solo contro ignoti e poi aveva firmato un accordo da 375mila dollari con Cristiano in cambio di silenzio. Quell’intesa è stata poi rotta unilateral­mente: la tesi della difesa della donna è che nel 2009 non fosse nelle condizioni psico-fisiche adeguate per decidere in piena coscienza. Da parte sua, finora il portoghese ha fatto parlare solo il campo: non ha risentito della bufera, anche nei giorni in cui fuori soffiava più duramente. Anche ieri ha esibito via social un momento di placida quotidiani­tà, una foto tra le scale della sua casa torinese. A vederla, il Nevada e le indagini di Las Vegas sembrano davvero dall’altra parte del mondo.

>Le indiscrezi­oni sulla stampa americana: partita la richiesta alle autorità italiane

La difesa di CR7: «Normale trovare tracce, questa è la procedura standard»

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Cristiano Ronaldo, 33 anni, con Kathryn Mayorga nel 2009, anno cui risale la vicenda ANSA

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