Pavoletti-Zapata Un duello di forza con vista Juve
●Il livornese del Cagliari è partito forte, ma poi si è fermato. Il colombiano dell’Atalanta è inarrestabile
Uno si è inceppato e infortunato, l’altro va come un treno e non lo ferma più nessuno. Uno non segna dal 10 di novembre, l’altro va a bersaglio ininterrotamente dal 3 di dicembre. Uno è fermo a quota sei, l’altro è già in doppia cifra, a quota 10. Una ha la testina d’oro, l’altro è una potenza, devastante negli spazi. Questo pomeriggio alla Sardegna Arena si ritrovano Cagliari e Atalanta. Leonardo Pavoletti contro Duvan Zapata, scontro tra bomber di grande fisicità. Le due squadre si sono sfidate in campionato alla terza a Bergamo. Hanno vinto i sardi con una punizione del gioiello Barella di cui ora parla tutta l’Europa. Quella sera Pavoletti si fece un mazzo così prendendo botte e spizzando tutto di testa, Duvan Zapata fu il migliore dei suoi, l’unico a non arrendersi in una gara grigia. Non era l’Atalanta di oggi che ha il miglior attacco del campionato.
ZAPATA Non era ancora al top l’attaccante colombiano che ora fa paura e attacca con facilità il record di reti in serie A, 11, realizzato nella passata stagione alla Sampdoria alla corte di Marco Gianpaolo. Ma è la quarta squadra italiana, dopo Napoli, Udinese e Samp, cioè l’Atalanta che sta riempiendo di gioia Duvan che prima, tra Napoli e Udine, era triste e spesso deluso, ora è felicemente sposato con Diana, papà di due figli e, soprattutto è infermabile per qualunque difesa. Ha segnato il primo gol il 4 novembre all’undicesima giornata a Bologna. Poi altre due giornate di digiuno e dal 3 dicembre in casa col Napoli la marcia trionfale: Duvan ha segnato tre reti a Udine schiantando la sua ex squadra, una con Lazio e Genoa, due con la invincibile Juventus e una in chiusura del girone d’andata a Reggio Emilia col Sassuolo. Nove gol di fila. La pantera nera fa spavento e la Nazionale colombiana difficilmente potrà ignorarlo. Sarà lui oggi il terminale offensivo della squadra di Gasperini che vuole andare avanti in coppa Italia per riaffacciarsi in Europa, supportato dal talento e dalla qualità del Papu Gomez e di Josip Ilicic.
PAVOLETTI Se Zapata è in estasi, Pavoletti non ride. E’ partito forte, al contrario del colombiano: sei gol nelle prime 12 giornate. Poi si è inceppato. Soprattutto fisicamente. Un affaticamento, sentito nella ripresa contro il Torino, un recupero forse affrettato e di nuovo in campo la settimana successiva a Frosinone, quindi lo stop, tremendo, con Roma, Napoli e Lazio. Pavoletti è stato rimesso in piedi per la decisiva sfida col Genoa in cui è stato fondamentale e tenuto nuovamente a riposo a Udine in cui la squadra ha rimediato scoppola e figuraccia. Il suo vice è Alberto Cerri che è tornato prima dalle ferie, ma si è, a sua volta,bloccato. Viste le partite dei due, il livornese diventato papà di Giorgio a ottobre, è indispensabile. Il Cagliari non segna come l’Atalanta. Solo 17 reti in campionato. E senza il bomber, a bersaglio con Sassuolo (doppietta) Bologna, Fiorentina, Chievo e Spal ,la squadra ha fatto fatica realizzando due gol con la Roma e uno con la Lazio. Cerri in campionato è ancora a secco. Leo diventa Pavoloso quando può giocare accanto a Joao Pedro che ha il piede da trequartista e il tiro da attaccante. E, soprattutto, lavora per lui. Con Castro dietro di loro, Maran aveva trovato la formula giusta. Poi il Pata si è rotto il ginocchio ed è calato il buio. Ora Giulini è corso ai ripari e ha dato un altro «suo uomo» a Maran, Valter Birsa, specialista nei calci piazzata e bravo come pochi a lanciare le punte. Pavoletti si augura sia fondamentale per tornare al gol.