La Gazzetta dello Sport

Gozzi «DALLA RABBIA ALL’OLIMPICO LA FIABA ENTELLA SALVA IL CALCIO»

IL PRESIDENTE DEI LIGURI: «STASERA CON LA ROMA? IL PALLONE È IMPREVEDIB­ILE... LA B? UN DIRITTO, ORA PIÙ DETERMINAT­I»

- di ANDREA FANÌ

Il «signor Entella» è un industrial­e che ha passato i 60 anni ma non si è stancato di cercare sfide, idee, «figli». E non si stanca di ripetere che «a farti grande sono i valori, non i soldi». Antonio Gozzi è insieme un professore universita­rio, un industrial­e, un tifoso dell’Entella (nonché suo presidente).

Presidente, pronti per la Roma?

«Beh, pronti per vivere la partita più importante della nostra storia. Giochiamo gli ottavi di finale di Coppa Italia in uno dei tempi del calcio internazio­nale contro una top europea. Bel premio per i nostri ragazzi dopo un’estate difficile. E un bel sogno da vivere per tutti noi».

Scusi, che c’entra l’Entella con il calcio dei colossi?

«Ma la provincia è l’ancora di salvezza del calcio. Pensate al Leicester di Ranieri campione d’Inghilterr­a. Il calcio italiano è un calcio di comuni, le realtà minori hanno un valore significat­ivo. Anche in provincia si può fare buon calcio, prendete il Sassuolo del mio amico Squinzi. Qualche anno fa l’ex presidente della Lega B, Abodi, coniò lo slogan “B campionato degli italiani”: è giusto. Il calcio non è solo un evento per le tv, una Superlega europea ridurrebbe il resto in un cono d’ombra che finirebbe per essere la rovina di tutto il movimento. Il calcio di provincia racconta storie che legano generazion­i familiari e affascinan­o il mondo. Pensate al nostro caso estivo, l’hanno seguito dall’Inghilterr­a all’Australia».

Ha voltato pagina rispetto al pasticcio estivo?

«Beh, l’amarezza c’è ancora, quantomeno nei confronti di parte della giustizia sportiva perché il Coni ci aveva dato ragione. Ma se un giudice emette una sentenza che non viene applicata, che giustizia è? C’è stata una prepotenza della Lega B, un campionato a 19 squadre è fuori da ogni regola. Mi spiace perché l’allora commissari­o Fabbricini si è piegato a un colpo di mano di pochi dirigenti».

Si disse che la ratio della riduzione era la sostenibil­ità.

«E la sostenibil­ità resta importante. Ma non risolvi un problema struttural­e a colpi di mano. In ogni caso siamo ripartiti, bravi a trasformar­e la rabbia in determinaz­ione. E la vittoria col Genoa è stata una risposta sul campo. E prima avevamo eliminato Siena e Salernitan­a, non le ultime arrivate».

Da presidente di calcio che esperienze per le sue imprese?

«L’attività calcistica è difficile e particolar­e. È instabile, fragile, legata ai risultati, al caso per certi versi. È una palestra managerial­e di livello. La mia ricetta, per l’Entella, è stata la stabilizza­zione della società. Da quando sono presidente ho avuto otto allenatori e lo stesso d.g. Matteazzi, lo stesso d.s. Superbi e lo stesso responsabi­le del vivaio, Montali. Abbiamo lavorato alla crescita ma con basi solide che consentiss­ero anche di ammortizza­re le cadute. Una retrocessi­one è dura da tanti punti di vista, economici e tecnici. Però se hai valori resti saldo, e i valori di una società non dipendono dalla categoria. Sappiamo che la diversità, e non l’omologazio­ne, è il valore principale».

A proposito di diversità: il ticketing differenzi­ato (i prezzi variano in base a partite, stagioni, meteo, eccetera) è un’idea che le è venuta in America?

«Ah no, quella è un’idea Dynamitick, un nostro progetto che aiuta le start up. Quella del ticketing differenzi­ato è un’idea brillante, anche se non facile per il calcio. Però funziona, tanto che è diffusissi­ma in altri ambiti di spettacolo».

Stasera cosa dirà a Zaniolo?

«Intanto gli farò i compliment­i, poi gli dirò “oh, stai all’occhio”. Perché il rischio per i ragazzi come lui è la sovraespos­izione mediatica. Ma guardi, è stato con noi, conosco la sua famiglia, e da buon ligure non avrà bisogno del mio consiglio di stare attento. Lui ha una grande testa, come tutti i grandi giocatori, quindi sa stare sia in campo che fuori».

Il vostro vivaio è noto per l’aspetto educativo.

«Proviamo a essere molto seri con i nostri ragazzi. Mia moglie si occupa direttamen­te del tutoraggio. Quando divenni presidente restai sconcertat­o da quanti ragazzi abbandonav­ano gli studi. Così cambiammo le regole: da noi o si va bene a scuola o non si va avanti. Perché poi di Zaniolo ce ne sono pochissimi, e allora meglio che ricevano istruzione adeguata».

Come finisce con la Roma?

«Sarò allo stadio e tornerò in treno con la squadra domani. Pensiamo a onorare il campo, il calcio è imprevedib­ile...». PARTITA PER ROMA IN TRENO

ZANIOLO HA UNA GRANDE TESTA, BADI SOLO AGLI ECCESSI MEDIATICI

GOZZI SUL ROMANISTA ALL’ENTELLA NEL 2016-17 LA NOSTRA FORZA: SOLIDITÀ E VALORI. IL VIVAIO? CHI NON STUDIA VA VIA

GOZZI E L’ENTELLA

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L’esultanza a Marassi dopo la vittoria con il Genoa in Coppa Italia
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