La Gazzetta dello Sport

Titolo e vittoria su Allegri Rino insegue la sua prima

●Il tecnico pareva in bilico, ora si gioca un trofeo. Ma contro il collega bianconero...

- Marco Pasotto INVIATO A GEDDA

Dieci minuti di show ad altissimo livello agevolato dal «torello», esercitazi­one che ai giocatori piace sempre molto. Stavolta si è messo in mezzo pure lui, a rincorrere il pallone. A un certo punto si è ritrovato per terra lungo disteso dopo un tackle di Gonzalo Higuain. Poi gli hanno fatto un tunnel e l’ha fatta pagare a Romagnoli, tirato giù come un birillo con uno sgambetto a forbice. E’ stato uno spettacolo vedere Rino Gattuso nei primi dieci minuti di allenament­o, ieri. Risate clamorose, che poi hanno lasciato spazio a fatica, intensità e soprattutt­o serietà. Anche perché il propellent­e incamerato dal passaggio del turno in Coppa Italia sta inevitabil­mente calando con l’avvicinars­i dello scontro frontale con la Juventus. E poi a Rino non piace il protagonis­mo. Quando qualcuno prova a indirizzar­e il riflettore su di lui, reagisce come quei personaggi paparazzat­i che girano bruscament­e l’obiettivo del fotografo. Puntatelo su altre persone, non su di me. Eppure. Eppure Rino è ancora qui, a giocarsi nuovamente un trofeo dopo quattro mesi e mezzo di una stagione durante la quale sono stati in molti ad assicurare che non avrebbe visto il 2019. Sportivame­nte parlando, s’intende. L’altro giorno ha definito questa partita una montagna da scalare e a chi gli chiedeva le sensazioni nel pensare che questo potrebbe essere il suo primo titolo da allenatore, ha risposto che non ci pensava.

CONTRO MAX Certo, qualche scherzetto a Madama lungo la carriera l’ha combinato. Per esempio la finale di Champions League a Manchester, oppure il gol-ciofeca (come fu autodefini­to) che permise ai rossoneri di sbancare l’Olimpico a marzo del 2011 in quella che tutt’ora resta l’ultima vittoria milanista in casa della Juventus. Da giocatore Rino in ventisei incroci ne ha vinte nove e perse dieci, e sono cifre assolutame­nte normali. Ma è altrettant­o vero che da allenatore il piatto è poverissim­o. Tre incroci e tre sconfitte contro Allegri, con nove gol sulla schiena e soltanto uno all’attivo. Peraltro firmato da un giocatore che nemmeno c’è più (Bonucci, allo Stadium). A restargli sullo stomaco è stata in particolar­e la finale di Coppa Italia dello scorso maggio, approcciat­a con entusiasmo e una discreta fiducia, e terminata invece con una quaterna sulla ruota di Roma. «E’ una sconfitta che brucia nella testa, nel cuore e nello stomaco», disse Rino sconsolato a fine partita. Con la maglia rossonera addosso ha vinto dieci titoli, adesso attende il primo in panchina. La squadra viene prima, d’accordo, ma questa sarebbe anche e soprattutt­o la sua vittoria.

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LAPRESSE Rino Gattuso, 41 anni, tecnico Milan da novembre 2017

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