La Gazzetta dello Sport

I DUBBI SU ICARDI E LA RISERVA PIATEK

L’Inter e il suo capitano

- Di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

Si continua a parlare del contratto di Icardi da rinnovare, ma in scadenza 2021! Ogni anno, puntualmen­te, con la sua fida Wanda, è alla ricerca di un saltello su un ingaggio già fin troppo alto. Nei panni del nuovo presidente farei di tutto per cederlo al miglior offerente e, col validissim­o aiuto di Marotta, utilizzere­i l’introito per sistemare il fair play finanziari­o, prendendo un campione vero, possibilme­nte sprovvisto di moglie-procurator­e che mette in ridicolo una storica società come l’Inter.

C’Francesco Proto, Roma

erano una volta i contratti annuali che si discutevan­o alla fine della stagione, con aumenti o bruschi addii, in base ai risultati ottenuti. Per rimanere in casa Inter, ricordiamo l’ansia di Facchetti, che al tramonto della sua splendida carriera raggiunse l’abitazione del presidente Fraizzoli, in via Mellerio, per sapere se poteva indossare ancora la maglia nerazzurra, oppure la rabbia di Boninsegna che apprese in spiaggia di essere stato ceduto alla Juventus, dove non aveva alcuna intenzione di andare, anche se poi, nel 1977, festeggiò Coppa Uefa e scudetto, nel giro di cinque giorni.

Indietro, però, non si torna e nel calcio di oggi, non soltanto in Italia, i procurator­i, o le procuratri­ci, cercano di fare gli interessi loro e dei rispettivi «clienti». È il gioco delle parti, in cui le società qualche volta ci guadagnano e qualche volta ci perdono. Soltanto il tempo dice se è stato realizzato un affare e in questo senso il caso più clamoroso è quello di Cristiano Ronaldo, il cui passaggio per 94 milioni dal Manchester United al Real Madrid fece discutere tutta l’Europa del calcio. Nove anni e quattro Champions dopo, tutti riconoscon­o che Florentino fece un grandissim­o affare tecnico ed economico, consideran­do il rapporto spesa/resa.

Il discorso su Icardi, invece, è più che mai sospeso, perché le sue qualità realizzati­ve sono al di sopra di ogni dubbio. Ma, anche se nessun giocatore vince da solo, fin qui Icardi non ha firmato nemmeno un «titolo» dell’Inter. Non entriamo nel merito delle cifre del suo stipendio attuale, limitandoc­i a osservare che il contratto di Icardi scade non alla fine di questa stagione e nemmeno della prossima, ma nel 2021, per cui è difficile capire la fretta con cui si affronta l’argomento relativo al suo rinnovo. Ma se questa è la volontà delle parti, ci auguriamo prima di tutto che non si dia il calcio d’inizio a una nuova telenovela, perché il silenzio invocato da Marotta è la condizione indispensa­bile per avvicinars­i a un accordo. E poi, o meglio soprattutt­o, nessuna società, tanto meno la nuova Inter che sta crescendo con grande serietà, deve accettare ricatti dai propri giocatori, o di chi li rappresent­a. Il problema, quindi, è generale e va al di là del ruolo e della simpatia di Wanda Nara. Ecco perché il presidente Zhang e Marotta, che avrà un ruolo chiave, dovranno essere bravi a trovare un punto di equilibrio tra le richieste economiche e le necessità tecniche. Aumento sì, in sostanza, ma senza esagerare. E se poi non si raggiunges­se un accordo, nessuna paura di dire la verità, perché i tifosi capirebber­o. A parte il fatto che l’Inter ha già un certo Lautaro Martinez, che prima o poi diventerà titolare, con o senza Spalletti, oggi è più facile trovare un grande goleador che un grande difensore. Piatek, per esempio, sarebbe l’ideale sostituto di Icardi e non ci sorprender­emmo se Marotta si fosse già mosso per battere la concorrenz­a di Juve e Milan. E se poi rimanesse Icardi, tanto meglio per tutti. Fino alla prossima richiesta di rinnovo, ovviamente.

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