SLALOMISTI D’ITALIA, DATEVI UNA MOSSA
Il parere dell’ex specialista
L’Italia dello slalom sta faticando. Ad Adelboden abbiamo piazzato sei atleti tra i 30, ma nessuno tra i primi dieci. Il gruppo sta crescendo e questo è importante, ma manca l’attitudine di arrivare tra i primi 5. Alcuni dei ragazzi hanno la preoccupazione di mantenere o conquistare un posto tra i 30, Razzoli ad esempio non mi è sembrato libero mentalmente. Alcuni giovani si affacciano: Alex Vinatzer, 19 anni, ha l’età giusta per esordire in Coppa. Il campione in carica, Marcel Hirscher, ha una marcia e mezza in più dei nostri e i primi 5 in questo momento ne hanno una in più. La nostra tecnica è buona ma non sopraffina, siamo veloci ma se la neve non è perfetta, se la tracciatura non ci piace, andiamo in difficoltà. Chi vince, però, si adatta a ogni situazione. Hirscher fa paura, ma gli altri sono tutti dei guerrieri. Marcel prepara le gare meglio degli altri e ha una capacità di reagire agli errori che andrebbe presa come esempio. Maurberger sta vivendo un trend positivo, così come Tonetti: sono avvantaggiati dal praticare due specialità, gigante e slalom, hanno una maggiore abitudine alla pressione della gara rispetto a un Vinatzer o un Razzoli. Tutti i nostri, potenzialmente, possano entrare tra i migliori cinque, ma devono capirlo. Al cancelletto fai i conti soltanto con te stesso.
Tra le ragazze mi piace Lara Della Mea: come tutti i giovani, si adatta di più a combattere sulle piste segnate, piene di buche. Chi vive da anni la Coppa del Mondo forse ha perso questa fame, ritiene normali un certo standard e certi piazzamenti, ha perso un po’ di voglia di vittoria. Spero tanto che l’esempio di questa ragazza faccia crescere il gruppo, permetta a chi non sta ottenendo risultati di cogliere la sfida interna e di tornare a lottare per piazzarsi in fascia alta.
Sui social leggo ogni tanto commenti che fanno passare un piazzamento tra i top 15 come un buon risultato. Anch’io in carriera ho incontrato tante persone che ragionavano così, e ora dico per fortuna, perché ho avuto degli avversari in meno. Alla fin fine sei lì per vincere, chi lo capisce si arrabbia con se stesso quando non ci riesce. Hirscher e la Shiffrin sono semplicemente più convinti degli altri che la vittoria in uno slalom sia lì che li attende. Agli azzurri quindi dico: siete forti, siete nell’élite dello sci mondiale, ma sappiate che con un decimo posto non ti considera nessuno. Claudio Ravetto, quando ci allenava, ci domandava: «Siete qui per entrare tra i migliori 15 o per essere ricordati? Rispondete e datevi una mossa». Bisogna crederci di più, essere umili, accontentarsi meno.