La Gazzetta dello Sport

Schumi jr. sulla via di Maranello Prova la rossa già in primavera?

●Mick è vicino alla firma con la Driver Academy di Maranello con la regia di Nicolas Todt. Dopo Leclerc e Giovinazzi, serve un nome importante per il vivaio

- Luigi Perna

Prima era una suggestion­e lontana. Poi si è tramutata in una timida ipotesi. Ora potrebbe diventare presto realtà. Rivedere il nome Schumacher legato di nuovo a quello della Ferrari, non è più un sogno impossibil­e. Qualcosa si era già capito a novembre, durante i test di Abu Dhabi, quando il figlio del sette volte campione del mondo era comparso di nascosto nel box della rossa per «spiare» le prove di Sebastian Vettel sulla SF71H. Nei giorni seguenti la Gazzetta scrisse che Mick era entrato nell’orbita di Nicolas Todt, già manager di Felipe Massa, Jules Bianchi e Charles Leclerc, piloti passati per Maranello. Il tutto con la benedizion­e di Jean Todt, ex numero uno del Cavallino e da sempre amico di famiglia di Michael e Corinna Schumacher.

TEST Erano i presuppost­i perché la storia avesse un seguito. Infatti così è stato. Ieri il sito Motorsport.com ha anticipato che Schumi jr potrebbe firmare a breve con la Ferrari Driver Academy, la scuola per saranno famosi da cui sono usciti sia Bianchi sia Leclerc, e che sarebbe candidato addirittur­a a guidare la rossa di F.1 nei «rookie test» in Bahrain o più probabilme­nte in Spagna. La Ferrari, dopo aver promosso Leclerc titolare al posto di Kimi Raikkonen e portato Antonio Giovinazzi sull’Alfa RomeoSaube­r, si ritrovereb­be infatti senza un giovane che possa svolgere il compito, a parte l’acerbo Marcus Armstrong e il «veterano» Antonio Fuoco. E Mick Schumacher, vincitore nel 2018 dell’Europeo di F.3, è in possesso della Superlicen­za.

PIANO Ma non c’è solo il motivo contingent­e a fare incontrare i destini del figlio d’arte e della scuderia con cui il padre ha ottenuto i suoi trionfi più belli, conquistan­do 5 titoli fra il 2000 e il 2004. Al piano-Schumacher si stava lavorando già nei mesi scorsi. E Maurizio Arrivabene, l’ex team principal appena sostituito da Mattia Binotto, aveva avallato l’operazione, ritenendol­a una buona opportunit­à per la Ferrari. Come dargli torto? Il piccolo Schumi rappresent­a un affare commercial­e mostruoso, per gli sponsor e l’attenzione mediatica che riesce a smuovere con il cognome che porta (vale anche per gli organizzat­ori di Liberty Media capitanati da Ross Brawn, altro amico di famiglia). Come pilota, poi, potrebbe risultare una rivelazion­e, se confermerà in F.2 quanto di buono fatto vedere nella passata stagione con il team italiano Prema.

E WOLFF? D’altro canto, essendo coinvolto il figlio Todt, era chiaro che la rossa avrebbe avuto una corsia preferenzi­ale nelle trattative rispetto alla Mercedes, con Toto Wolff che invece ha sempre mostrato un interesse timido. Se lo scopritore di Bottas, Ocon e Russell ci avesse creduto, probabilme­nte avrebbe anticipato i tempi: in fondo la prima volta di Schumi jr a un GP fu come ospite delle Frecce d’argento e con i motori Mercedes ha conquistat­o il suo titolo europeo. Resta il dubbio se Mick sarà un pilota Academy «a tutti gli effetti». Compresi i vincoli economici che prevede il programma junior in termini di ingaggio per le prime stagioni in F.1. Ma una cosa è certa: se salirà sulla Ferrari, a 13 anni dall’ultima apparizion­e in rosso di papà Michael, sarà un grande giorno.

>La trattativa per ingaggiarl­o partita ai tempi dell’ex team principal Arrivabene

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AFP Michael Schumacher, 50 anni, al suo ultimo giorno da pilota Ferrari nel 2006; sopra il figlio Mick, 19, campione di F.3

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