«NUOVO CONI? SI’ ALLA RIFORMA NO ALLO SCONTRO»
IL SOTTOSEGRETARIO: «IL COMITATO OLIMPICO POTRÀ COMMISSARIARE LE FEDERAZIONI, SUI SOLDI PUBBLICI VIGILERÀ SPORT E SALUTE»
«Armoniosa collaborazione». Cioè: parliamo, confrontiamoci, lavoriamo per la migliore applicazione della riforma, perché alle decine di migliaia di società sportive italiane, «interessa poco Palazzo Chigi o Palazzo H, ma un aiuto vero alla loro vita e alla risoluzione dei loro problemi». Alla vigilia degli Stati Generali dello sport convocati per oggi dal Coni, e nelle ore dell’approvazione del nuovo statuto della Coni Servizi diventata Sport e Salute con l’approvazione della legge di Stabilità, il sottosegretario con la delega allo sport Giancarlo Giorgetti lancia un segnale al Coni. Apre se non su tutto, su molto. Soprattutto sottolinea che nell’applicazione della legge non ci sarà un sistema sportivo spaccato in due, con un Coni striminzito da una parte, e la nuova società «Sport e salute» onnipotente padrona di tutto, cassa compresa. «Per esempio, il Coni conserverà il potere di commissariare le federazioni sportive. Sport e Salute, invece, di fronte a un uso dissennato dei soldi pubblici, potrà sospenderne l’erogazione».
Giorgetti, che cosa dirà agli Stati Generali?
«Vorrei che in qualche modo si arrivasse dal sogno alla realtà. Ora si tratta di implementare e realizzare la riforma. Non è possibile che ci sia un Coni in guerra col Governo e viceversa».
E che cosa spera di ascoltare?
«Intanto ad ascoltare non si sbaglia mai. Vorrei parlare di sport, della burocrazia che incalza le società, dell’inclusione delle federazioni nell’elenco Istat che dobbiamo sgravare... E poi mi piacerebbe discutere di tante questioni di cui si parla pochissimo, come le organizzazioni private che mettono da parte il risultato sportivo, modello Eurolega di basket. Se si fa in tutte le discipline diventa un caos. Se accettiamo questo principio viene giù tutto».
Nelle stesse ore intanto sarà approvato lo statuto di Sport e Salute. Che cosa ci sarà scritto?
«Sarà ampliato l’oggetto sociale. Non solo l’offerta di servizi organizzativi, amministrativi o gestionali al Coni, un’attività che rimane. Ma anche tutto ciò che è legato alla scuola. E un braccio sanitario-sportivo, che si occupi per esempio del tema di combattere la depressione o l’obesità anche con lo sport».
Quindi a fine mese, via alle candidature ai ruoli chiave della società?
«Abbiamo inviato al Coni i requisiti, aspettiamo la risposta. Contiamo per fine mese di partire con le manifestazioni di interesse in modo da avere la nuova governance per la primavera».
Vi rendete conto che vi giocate tantissimo su questa partita? Non vi inventerete mica una scelta partitica?
«Il politico non è un lebbroso, ma qui serve un manager che sappia gestire personale e massimizzare le tante risorse che arrivano dal governo. Ma non è il presidente-amministratore delegato a decidere le politiche sportive del Paese. Serve un manager che sappia gestire nel miglior modo possibile risorse, personale e che abbia conoscenza dello sport».
Non è che converrebbe a tutti uno slittamento dei tempi di attuazione, magari al dopo Tokyo?
«E perché? Che cosa c’entra? I compiti del Coni nella preparazione olimpica non saranno toccati, gli effetti su Tokyo sono pari a zero. Poi è chiaro che il nostro obiettivo è un’applicazione con buon senso».
Lei dice che non cambia nulla. Che cosa vuol dire? La preparazione olimpica significa risorse umane, impianti, competenze. E per diverse federazioni, la preparazione olimpica del Coni è l’unica perché non ci sono le forze per una preparazione federale.
«Come funziona? I beni e il personale facevano riferimento a Coni Servizi ieri e fanno riferimento a Sport e salute oggi, e si troveranno le modalità per met-