Mondiale al voto I 22 piloti MotoGP «leggono» il 2019: Marc campione Bagnaia spopola
●I 5 grandi si astengono, super favorito è l’iridato che precede Dovi. Pecco domina come rookie, ed è in lotta fra le sorprese con Petrucci e Morbidelli
Si sono annusati e si sono studiati, mentre contemporaneamente lavoravano sulle moto con cui tra un mese scenderanno in pista in Qatar per il primo dei 19 GP della stagione. La tre giorni di test in Sepang che ha dato il via al 2019 della MotoGP ha fatto intuire come il prossimo Mondiale potrebbe essere ancora più entusiasmante di quelli del recente passato con 4 Case — Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki — e almeno una decina di piloti che ogni domenica correranno con l’obiettivo del podio.
GRUPPONE Perché se Marc Marquez parte come favorito asso- luto, e non potrebbe essere altrimenti visti i 5 Mondiali conquistati negli ultimi 6 anni, alle sue spalle il lotto degli inseguitori si è rafforzato: ai vari Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo, Valentino Rossi e Maverick Viñales, habitué della vittoria, e a un Cal Crutchlow variabile impazzita in certe corse, si sono aggiunti Alex Rins, ormai sempre più trascinatore di una Suzuki costantemente al vertice, Danilo Petrucci, che con la Ducati ufficiale proverà a fare il salto di qualità, Jack Miller che con la terza GP19 ufficiale non potrà più fallire e poi la Giovine Italia iridata in Moto2
che ha le facce di Franco Morbidelli, subito a suo agio con la Yamaha del team Petronas, e Francesco Bagnaia, scommessa Pramac che pare già vinta. Più un Joan Mir con le stimmate del predestinato. Campioni affermati, ottimi piloti in cerca di gloria, speranze della moto che verrà.
INCHIESTA Provando a sfidare la scaramanzia, compagna fedele di ogni pilota che spesso di fronte a certe domande si rifugia nel silenzio, alla fine dei test di Sepang abbiamo provato a pungolare i 22 protagonisti del Mondiale per sbilanciarsi sulla stagione che verrà, chiedendo di indicare il favorito per la conquista del titolo, la possibile sorpresa e il debuttante dell’anno.
SILENZIO ASSENSO «Ma che domanda è?», si è messo a ridere Dovizioso quando gli abbiamo chiesto il suo candidato al titolo. E lo stesso sorriso amletico è apparso sui volti di Rossi, Marquez e Viñales. Tutti e quattro — insieme a Lorenzo che ha aderito partecipando da casa, assente giustificato ai test dopo la frattura dello scafoide sinistro — hanno scelto l’astensione per quanto riguarda il nome del campione 2019. Sarebbe stato strano il contrario, visto che tutti e cinque il 10 marzo — a Losail — si schiereranno sulla griglia per iniziare la rincorsa al titolo. E considerando che ciascuno dei cinque è intimamente convinto di potere alzare a Valencia (o prima...) il trofeo di campione del mondo, in questo senso il loro può essere considerato senza dubbio un silenzio assenso.
COMANDA MARC Per quasi i due terzi dei rimanenti, il 2019 sarà ancora l’anno di Marquez. Il quale, nonostante abbia iniziato la stagione non ancora al meglio, per la spalla sinistra ancora a mezzo servizio dopo l’operazione di dicembre, anche a Sepang ha dimostrato come l’affiatamento con la Honda sia già dei migliori: a votare Marc ben 10 dei suoi colleghi.
TANTA ITALIA Ma alle spalle del Marcziano del Motomondiale c’è tanta Italia. Nessuno crede in un possibile titolo all’esordio di Lorenzo sulla Honda, solo Quartararo scommette su Viñales iridato, mentre Dovizioso riceve il voto di quasi tutti i compagni ducatisti con 4 preferenze e Rossi, a pochi giorni dal 40° compleanno, incassa 2 voti di fiducia.
PLEBISCITO Ma la votazione si rivela un plebiscito soprattutto per Bagnaia, il secondo uomo più veloce di Sepang dopo Petrucci, sempre più convincente e osservato speciale da parte di tutti: per Pecco ben 17 nomination come rookie dell’anno, con Joan Mir staccatissimo a quota 3. E sempre il campione del mondo Moto2 guida a quota 5 assieme a Petrucci, per il quale molti prevedono una stagione da protagonista sulla rossa, anche la classifica delle sorprese dell’anno, con Morbidelli staccato di appena un’incollatura. Ancora un mese, poi inizieremo a capire se per gli azzurri a due ruote il 2019 sarà davvero una bella favola.