SAN SIRO SCOPRE I NUOVI LEADER WANDA: SASSO CONTRO L’AUTO
Brozovic e Skriniar per il dopo Icardi Spalletti: «C’è il club prima di Mauro»
La lettura delle formazioni, in un San Siro affollato, è una sorta di exit-poll. Non arrivano certezze, ma indicazioni importanti sulla direzione in «cui tira il vento». A volte si valuta l’entità dei fischi, altre, come oggi, deve scattare l’applausometro, vecchio strumento su cui si costruirono molti show della tivù generalista. Perché l’Inter priva - fino a data da definire - di Mauro Icardi non ha perso solo il suo bomber, ma anche il suo leader, il suo simbolo. Era la squadra di Maurito, ora ha bisogno di nuove facce da copertina. Per l’immediato, ma forse anche per un futuro a lungo termine. Skriniar e Brozovic sono le due candidature più credibili. Handanovic vestirà la fascia, ma non può essere lo sloveno, a 34 anni, l’eletto dei tifosi, quello di cui comprare la maglia. Lautaro Martinez ha già dato segno di volersi sobbarcare l’eredità dei gol, e l’applausometro potrebbe «spaccarlo» dopo un’altra rete vincente. I tifosi più giovani lo hanno già eletto idolo, per gli altri è effettivamente un po’ presto. Poche settimane fa non trovava minuti, ora non può ricadere su di lui la pressione di prendersi l’Inter sulle spalle. Non ancora, almeno. Così restano il più desiderato e il leader tecnico.
IL PIÙ AMATO Milan Skriniar ha compiuto 24 anni lunedì: il caso Icardi non era ancora deflagrato, ma già gli indicatori segnalavano «allarme». Fra i messaggi dei tifosi al difensore la frase «Auguri al vero capitano» ricorreva con un’imprevedibile frequenza. Lo slovacco si è guadagnato stima e amore degli interisti con le prestazioni sul campo, e quei momenti di onnipotenza difensiva in cui sembra potersi «divorare» gli avversari. Le attenzioni dei grandi club d’Europa, che non ha mai assecondato, sono valsi altri punti nella considerazione dell’ambiente. Il rinnovo del contratto, non facile, ma ormai definito, e sempre condotto con toni bassissimi, hanno fatto il resto. Al suo secondo anno, Skriniar è ormai cosciente del ruolo sempre più centrale nella squadra: l’apprendistato da leader potrebbe essere finito. Il post-social durante Rapid-Inter, in cui era squalificato («Il mio San Valentino», con foto della tivù con la gara dei compagni) era un messaggio d’amore, ma anche il segno della volontà di prendere un timone che in questo momento non ha padroni. Una rottura prolungata fra Inter e Icardi, con probabilità di cessione che aumentano, paradossalmente consoliderebbe la sua posizione interista. Se incassasse da Mauro, il club non avrebbe più necessità di rinunciare allo slovacco, la cui quotazione è la seconda più alta della squadra.
IL MOTORE Se qualcosa manca, a Milan, è qualche cicatrice a tinte nerazzurre: arrivato nell’estate 2017, i momenti difficili sono stati limitati. Marcelo Brozovic, da quel punto di vista, può vantare credenziali maggiori: a Milano dal gennaio 2015, ha già vissuto crisi di squadra, esoneri di allenatori, fischi anche personali, e un quasi trasferimento. Essere passato da tutto questo diventando un fulcro della squadra da Champions lo ha reso più forte e più cosciente di sé. La personalità non gli manca, tanto da aver mostrato per primo (o più chiaramente) segni di insofferenza verso l’ex-capitano. Star sui social, imprenditore e abile venditore di sé stesso, Epic non difetta certo di caratteristiche da «personaggio». Ma più di questo, conta il peso tecnico del giocatore. Da quasi un anno in campo guida lui, gestendo il gioco della squadra quando le cose vanno bene, guidando la resistenza e la ripartenza con i recuperi difensivi quando si mette male. Ognuno scelga il suo candidato. O forse l’Inter non deve scegliere, ma prendere quei due insieme, aggiungere parate ed esperienza di Handanovic, gol e «garra» di Lautaro. Può un «noi» essere il leader?
DA OGGI
Senza il «nueve» devono guidare, in attesa che Lautaro faccia i necessari passi per raccogliere l’eredità