La Gazzetta dello Sport

HANDA, DE ROSSI, INSIGNE CHE PASTA DI CAPITANI...

●Lo sloveno in passato ha già messo la fascia a San Siro, ma stavolta sarà per volontà del club

- Vincenzo D’Angelo MILANO

La fascia al braccio è soltanto la punta dell’iceberg, la parte più visibile della sua leadership indiscussa e indiscutib­ile all’interno dello spogliatoi­o dell’Inter. Samir Handanovic è un antidivo per eccellenza, uno a cui non sono mai piaciute le luci della ribalta o le copertine. Nemmeno quando queste si riferiscon­o alle sue prestazion­i, al suo modo di essere determinan­te all’interno di una partita. E di gare da protagonis­ta Samir ne ha disputate moltissime in carriera, tanto da diventare in età giovanissi­ma uno dei migliori portiere al mondo. Il problema semmai è stato il suo rapporto con la Champions, disputata per la prima volta da protagonis­ta a soli 34 anni — in passato solo due presente nei preliminar­i con l’Udinese —, come ultima tappa di una lunga missione: Handanovic nel 2012 scelse l’Inter proprio per il desiderio di diventare un pilastro nella ricostruzi­one di una squadra che pian piano perdeva i pezzi unici del Triplete.

NUOVA TAPPA È bene ricordare che Handanovic capitano dell’Inter si era già visto diverse volte in passato — , la differenza però è che a Vienna è stata la prima volta del nuovo corso, dopo l’investitur­a ufficiale da parte del club. Che su Handanovic ha sempre potuto contare, soprattutt­o nei momenti di difficoltà, quando le cose non andavano per il meglio ed era poi difficile mandare qualcuno di credibile ad affrontare la stampa. Samir ci ha sempre messo la faccia, non solo per difendere la squadra dalle critiche ma spesso anche per invitare i compagni a dare di più, per richiamarl­i alle loro responsabi­lità. Perché la maglia dell’Inter pesa e bisogna dimostrare di avere la personalit­à giusta per indossarla. Oggi contro la Samp sarà dunque un nuovo debutto a San Siro per il portiere sloveno, malgrado in fondo la tifoseria nerazzurra abbia già abbondante­mente espresso il proprio gradimento alla scelta della società dopo il coro di Vienna «C’è solo un capitano». Ricambiato con applausi e un sorriso. Perché anche un uomo di ghiaccio come Samir sa sciogliers­i davanti alle emozioni.

SOLITA GARANZIA Quella di quest’anno sembrava potesse essere l’ultima stagione di Samir ad Appiano: questione anagrafica in primis, ma anche di stimoli e magari di desiderio di vivere una nuova avventura prima di chiudere la carriera. Ma il campo ha invece confermato che ancora oggi Handa è una certezza per l’Inter, un insostitui­bile: miglior portiere del girone di andata in Serie A, con 14 reti subite e dieci partite su diciannove chiuse senza subire gol e media in linea anche in queste prime quattro gare di ritorno, dove Samir è rimasto imbattuto in casa con il Sassuolo e a Parma. Il prossimo step è invece di presenze: tra i calciatori in attività Handa è il terzo per numero di presenze con 428 dietro a Sergio Pellissier (454) e Daniele De Rossi (452), nonché 37 di sempre con il girone unico. Dovesse giocare tutte le partite da qui a fine campionato e anche quelle del prossimo, Samir entrerebbe nella Top 20 (al 19o posto) di tutti i tempi della Serie A. Sarebbe l’ennesima dimostrazi­one di grandezza, un’altra copertina da dedicare a Samir l’antidivo.

TUTTI CONCORDI Anche i sostenitor­i nerazzurri appoggiano la scelta: a Vienna gli hanno subito dedicato un coro

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