Bang Bang Bang! Champions Milan
Super Piatek-Calha, che pistolettate Atalanta ribaltata Gattuso in estasi
●Apre Freuler, il polacco pesca il jolly del pari Poi nella ripresa il turco e il bomber firmano il tris
Al 16’ della ripresa il Pistolero ha soffiato nella canna della pistola e l’ha riposta nel fodero. Lavoro finito. Era appena saltato sulla schiena di Zapata, suo rivale da 20 e 30 di fuoco, per incornare l’angolo del definitivo 3-1. A fine primo tempo, con una meraviglia, Kris Piatek aveva pareggiato il vantaggio di Freuler. Sei gol in cinque partite. Se un giorno ci sarà da scrivere la storia del ragazzo, si ricorderà la notte di Bergamo come quella della sua prima consacrazione rossonera. Ma è una notte che conta tantissimo anche per Rino Gattuso che ha messo in fila il settimo risultato buono, ha battuto per la prima volta Gasp e ha vinto là dove l’Inter ne ha presi 4 e la Juve 3. Ha spinto il Milan a un punto dall’Inter, per una notte almeno. E, comunque vada, resterà quarto e in Champions. Ancora una volta il Diavolo ha saputo soffrire e poi spendere la qualità dei suoi solisti. Per l’Atalanta cambia poco. Una caduta dopo sei risultati utili ci sta. Ha confermato anche ieri la qualità del suo gioco, ma per una volta è stata tradita dai suoi eroi: Gomez e Zapata. Domanda vecchia come l’uovo e la gallina: contano più i giocatori o il gioco? La risposta di Bergamo è stata: i giocatori.
PIÙ DEA CHE DIAVOLO Un tiro in porta per parte nel primo tempo, 1-1 all’intervallo. Quando si dice non sprecare nulla. I gol raccontano tutto. Quello dell’Atalanta è nato da un’azione corale che ha cullato la palla da sinistra a destra, Ilicic ha affondato di classe, ha messo a sedere Rodriguez e rimesso indietro rasoterra dove, da copione, si è avventato Freuler per spingere la palla in rete, alle spalle di un incerto Donnarumma. Tutto logico, studiato, previsto, collettivo. Il gol di Piatek, al 46’, è stata un’invenzione dal nulla. Il Pistolero ha raccolto un cross di Rodriguez dalla trequarti, da dove non si dovrebbe mai crossare, ha colpito dando la schiena alla porta, come un centravanti non vorrebbe mai concludere, e con una carezza di mezzo-interno, ha spedito la palla in rete. Stupendo. Zampata d’istinto da vero fenomeno dell’area di rigore.
MILAN CHIUSO Atalanta e Milan hanno giocato come hanno segnato. La Dea osando di più, con atteggiamento da grande contro una provinciale. Ha tenuto palla (57% all’intervallo), ha riempito la metà campo rossonera, ha cercato il recupero veloce correndo in avanti anche senza palla, zompando regolarmente in anticipo. Ha guadagnato 4 angoli contro il nulla dei rivali e se non è andata oltre due colpi di testa di Djimsiti da corner, è perché la rifinitura del Papu e di Ilicic è stata imperfetta e Zapata più pigro del solito. Il Milan, al contrario, ha rinunciato a qualsiasi forma di pressing e ha impastato regolarmente la mediana alla difesa per togliere ossigeno ai bergamaschi. Le sei trasferte precedenti senza sconfitte e i soli 4 gol subiti da dicembre sono merito anche di questo atteggiamento. Il prezzo da pagare appare alto. Un pochino imbarazza vedere il Milan che fatica così tanto nella costruzione; che tiene così bassi giocatori di qualità come Paquetà e Calhanoglu; che non raggiunge mai il suo centravanti, che non raccoglie un tiro in porta né un corner in 45’. Prima dei gol l’occasione migliore era capitata a Kessie che aveva sprecato di testa un arcobaleno di Suso, perché l’Atalanta, programmata per attaccare, qualcosa concede, specie sulle ripartenze e sui cambi di gioco.
LE CHIAVI Gasp paga la prova opaca di Gomez e Zapata, sostituiti nella ripresa
Alla distanza incide la maggior qualità dei rossoneri: ottimo Paquetà
QUALITÀ PADRONA Ma anche la sofferenza del Milan nasconde un piano logico che divampa nella ripresa: resistere in attesa che il tempo faccia il suo lavoro, affinché cioè che la fatica annebbi l’Atalanta e che la stanchezza allarghi la forbice dei valori tecnici a favore del Milan. Ecco il bellissimo raddoppo di Calha (10’), con un tiro secco e teso che nasconde chili di talento, ed ecco l’imperioso 3-1 di Piatek (16’). L’Atalanta, stremata, prova a rincorrere sostituendo prima Gomez, poi Zapata, peggior esibizione stagionale per la coppia, ma il Milan di Gattuso non è svampito come la Roma che passò di qui.
TIPO AJAX Per il Diavolo una piccola impresa che servirà forse a trovare il coraggio per osare di più e a svoltare anche nel gioco. L’umiltà e la fisicità che impiega un giocatore tecnico come Paquetà è merito dell’ottima educazione di Gattuso, che ora però deve dare qualcosa di più in costruzione e nel pressing. Considerazione finale. Mercoledì abbiamo visto uno splendido Ajax prendere a pallate il grande Real Madrid e poi arrendersi a Benzema e Asensio. Ieri l’Atalanta ha divertito per un tempo, poi si è arresa a solisti superiori e all’essenzialità del Diavolo: 3 gol con 3 tiri in porta. Alla domanda di cui sopra, noi rispondiamo che i giocatori non saranno mai più importanti del gioco e vincere mai più importante dello spettacolo. Lunga vita all’anima di Ajax e Atalanta.