La Gazzetta dello Sport

Una magia volante, uno stacco da Sheva «Meglio di così...»

● La punta ex Genoa non si ferma più: «Sul primo gol sapevo che la palla sarebbe finita là»

- Alessandra Gozzini INVIATA A BERGAMO

Hakan Calhanoglu, che secondo Gattuso «ha una capacità balistica impareggia­bile», è stato il primo a comprender­e la bellezza del gesto: con le mani ha fatto segno di non aver mai visto cose simili. Lo stadio ha colto subito lo spettacolo dell’acrobazia e lo stesso sarà successo agli appassiona­ti davanti alla tv: per individuar­e la parte del piede con cui Piatek ha colpito sono serviti diversi replay. Sarà stata di nuovo festa a Opole, la città del Milan club polacco, festa a casa dei genitori di Kris e festa nella casa di Milano dove erano rimasti la fidanzata Paulina e il cane Bobo. Con il quinto gol – a cui seguirà il sesto – Piatek ha centrato il primo personale bonus rossonero. Ma il premio migliore è la gioia che questa serata gli ha regalato, qualcosa di più sensibile del denaro. Invece di scivolare e mimare il gesto delle pistole, ha perso la coordinazi­one, si è rigirato a terra e al momento degli spari era già abbracciat­o da Kessie. Ha segnato con un piatto mancino al volo mentre era spalle alle porta: gli altri hanno ammirato con sorpresa, Kris ne era già consapevol­e. Esattament­e sei anni fa iniziava la carriera da profession­ista nel Lechia Dzierzonio­w, il club che lo aveva formato da ragazzino e poi presentato alla quarta serie polacca. Questa sì, è stata una sorpresa anche per lui. SCARPA Chi segna una tripletta conserva il pallone, mentre dopo i due gol di ieri Piatek riserverà un posto speciale alla scarpetta sinistra. A metà primo tempo Kris si è avvicinato alla panchina e ha cambiato calzatura. Solo quella e con un modello analogo, sempre arancione acceso. Una questione di stabilità del piede ed è da lì che tutto è partito. Il secondo gol è invece una questione di testa: così il Milan in campionato aveva finora segnato una sola volta e mai su corner. Kris è arrivato per migliorare la squadra e le statistich­e, per risollevar­e l’umore dei tifosi – in curva il coro che alla fine fa «pum pum pum» – e del gruppo: il primo compagno che Piatek è corso ad abbracciar­e dopo la fine della partita è stato Cutrone.

FEDE I numeri personali sono un riconoscim­ento al suo lavoro: 24 gol stagionali al primo anno in Italia, 6 nelle prime 5 partite con il Milan. La media rossonera è di uno per ogni ora in campo. Rino riconosce meriti che vanno oltre i gol: «A quelli ci ha abituato, ma fa anche ottimi movimenti». Maldini si unisce: «Sheva resterà unico e se Piatek vorrà avvicinars­i dovrà lavorare molto. Ma è uno che ha fame e attacca sempre lo spazio». Kris è uscito a metà del secondo tempo, ha toccato il campo e si è fatto il segno della croce. Stesso rito all’inizio e quando è rientrato in campo dopo il cambio della scarpa. Ok sorpresa, ma qui bastava avere fede. «Credo in me stesso, ma così è più di quanto immaginass­i. Sei reti in 5 partite sono un gran numero e sul primo gol sapevo che il pallone sarebbe arrivato lì. Penso che questo Milan sia come una famiglia. E Gattuso è una leggenda».

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 ??  ?? Krzysztof Piatek, 23 anni, brucia la marcatura di Zapata e Hateboer e segna di testa il gol del 2-1 ANSA
Krzysztof Piatek, 23 anni, brucia la marcatura di Zapata e Hateboer e segna di testa il gol del 2-1 ANSA

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