Una magia volante, uno stacco da Sheva «Meglio di così...»
● La punta ex Genoa non si ferma più: «Sul primo gol sapevo che la palla sarebbe finita là»
Hakan Calhanoglu, che secondo Gattuso «ha una capacità balistica impareggiabile», è stato il primo a comprendere la bellezza del gesto: con le mani ha fatto segno di non aver mai visto cose simili. Lo stadio ha colto subito lo spettacolo dell’acrobazia e lo stesso sarà successo agli appassionati davanti alla tv: per individuare la parte del piede con cui Piatek ha colpito sono serviti diversi replay. Sarà stata di nuovo festa a Opole, la città del Milan club polacco, festa a casa dei genitori di Kris e festa nella casa di Milano dove erano rimasti la fidanzata Paulina e il cane Bobo. Con il quinto gol – a cui seguirà il sesto – Piatek ha centrato il primo personale bonus rossonero. Ma il premio migliore è la gioia che questa serata gli ha regalato, qualcosa di più sensibile del denaro. Invece di scivolare e mimare il gesto delle pistole, ha perso la coordinazione, si è rigirato a terra e al momento degli spari era già abbracciato da Kessie. Ha segnato con un piatto mancino al volo mentre era spalle alle porta: gli altri hanno ammirato con sorpresa, Kris ne era già consapevole. Esattamente sei anni fa iniziava la carriera da professionista nel Lechia Dzierzoniow, il club che lo aveva formato da ragazzino e poi presentato alla quarta serie polacca. Questa sì, è stata una sorpresa anche per lui. SCARPA Chi segna una tripletta conserva il pallone, mentre dopo i due gol di ieri Piatek riserverà un posto speciale alla scarpetta sinistra. A metà primo tempo Kris si è avvicinato alla panchina e ha cambiato calzatura. Solo quella e con un modello analogo, sempre arancione acceso. Una questione di stabilità del piede ed è da lì che tutto è partito. Il secondo gol è invece una questione di testa: così il Milan in campionato aveva finora segnato una sola volta e mai su corner. Kris è arrivato per migliorare la squadra e le statistiche, per risollevare l’umore dei tifosi – in curva il coro che alla fine fa «pum pum pum» – e del gruppo: il primo compagno che Piatek è corso ad abbracciare dopo la fine della partita è stato Cutrone.
FEDE I numeri personali sono un riconoscimento al suo lavoro: 24 gol stagionali al primo anno in Italia, 6 nelle prime 5 partite con il Milan. La media rossonera è di uno per ogni ora in campo. Rino riconosce meriti che vanno oltre i gol: «A quelli ci ha abituato, ma fa anche ottimi movimenti». Maldini si unisce: «Sheva resterà unico e se Piatek vorrà avvicinarsi dovrà lavorare molto. Ma è uno che ha fame e attacca sempre lo spazio». Kris è uscito a metà del secondo tempo, ha toccato il campo e si è fatto il segno della croce. Stesso rito all’inizio e quando è rientrato in campo dopo il cambio della scarpa. Ok sorpresa, ma qui bastava avere fede. «Credo in me stesso, ma così è più di quanto immaginassi. Sei reti in 5 partite sono un gran numero e sul primo gol sapevo che il pallone sarebbe arrivato lì. Penso che questo Milan sia come una famiglia. E Gattuso è una leggenda».