Il Foggia s’illude Ma Capello al 90’ rianima il Padova
Tanta paura, due gol arrivati nel finale dei due tempi, molti errori, ma anche la volontà comune di venire fuori al più presto dalla zona pericolosa della classifica. Il pareggio, 1-1, accontenta paradossalmente più il Padova del Foggia, con la squadra di Padalino che ha accarezzato per lunghi tratti l’idea di vincere all’Euganeo e dare uno strappo importante contro una diretta concorrente alla salvezza, ma alla fine, con molta amarezza, ha dovuto accontentarsi. E’ un Foggia che ha fatto una partita attenta, partendo con un assetto offensivo con Kragl che ha cercato di dare la spinta sulla sinistra e Chiaretti che negli ultimi secondi del primo tempo ha concretizzato un assist di Mazzeo, con un’acrobazia strappa applausi per gli oltre 1.200 tifosi foggiani (un ferito prima della gara dopo che gli è stata sottratta la sciarpa) e che prima dell’inizio avevano chiamato tutta la squadra sotto la curva. Il gol dei pugliesi è nato da un errore nel disimpegno di Andelkovic, forse per la troppa voglia del Padova di impostare il gioco. La squadra di Bisoli ha provato ad accelerare nella prima parte e la più nitida opportunità, al 29’, è capitata a Bonazzoli, dopo un’indecisione della difesa foggiana, ma con Leali bravo a riparare.
PROTAGONISTI Per capire però meglio questo pareggio vanno evidenziati due giocatori: Chiaretti (seconda rete dopo quella a Cittadella) che ha avuto nel finale il match-ball, ma si è allungato il pallone ed è stato davvero fondamentale l’altro protagonista, Minelli. Il portiere del Padova, già con il segno più in pagella all’inizio su un colpo di testa di Loiacono, ha salvato in uscita sul fantasista brasiliano dando speranze e ossigeno alla sua squadra, che ha avuto il merito, pur non nella migliore condizione, di crederci fino alla fine. I segnali erano già arrivati con Andelkovic (rete sfiorata in mischia) e Trevisan trasformato da difensore ad attaccante aggiunto. Non è un caso che l’1-1 sia nato dal suo piede, con in più l’errore di Agnelli nel capirsi con Leali e rinviare proprio su Capello, che con il sinistro al volo ha infilato. Capello (a quota 4 reti) è il simbolo attuale del Padova: uno dei pochi a resistere alla rivoluzione di gennaio e che si è rimesso in gioco qualche metro più indietro come trequartista, e come quando, contro il Foggia, è ripartito dalla panchina alla fine è stato decisivo per scacciare dall’Euganeo fantasmi e paure. ●
E’ arrivato, dal Brescia, dopo sei mesi lontano dalle partite, ma è già una sicurezza