La Gazzetta dello Sport

La strategia Binotto: ridare serenità a Vettel e proteggere Leclerc

●Il tedesco prima guida è un modo per restituirg­li fiducia dopo gli errori del 2018. Ma Charles avrà massima libertà di correre

- Luigi Perna

Le parole pesano. E quelle di Mattia Binotto non sono state banali nel giorno della presentazi­one della Ferrari che porta nel nome la tradizione di 90 anni di storia della Scuderia e la missione di dover riconquist­are il Mondiale. In particolar­e ha colpito quell’investitur­a da numero uno assegnata a Sebastian Vettel. Raramente era capitato a inizio stagione di vedere chiarite le gerarchie fra i piloti in modo netto e inequivoca­bile. Tantomeno alla Ferrari. C’è da stupirsi? Fino a un certo punto. Le parole del nuovo team principal sembrano avere infatti una precisa ragione politica, in questo momento della stagione.

DOPPIO EFFETTO Siamo solo all’inizio, le macchine scenderann­o per la prima volta in pista da domani nei test del Montmelò, ma le aspettativ­e sono come sempre già enormi intorno a Vettel e alla rossa. Per non parlare dell’attesa nei confronti del nuovo arrivato Charles Leclerc, giovanissi­mo e già al volante della Ferrari. Perciò, la dichiarazi­one di Binotto secondo cui «Seb non ha niente da dimostrare, resta la nostra guida, è normale in partenza puntare su di lui per il titolo», sembra pensata per avere un doppio effetto. Da un lato tranquilli­zzare Vettel e l’ambiente, facendo percepire al tedesco quella fiducia in squadra che era sembrata scricchiol­are nei momenti più turbolenti della passata stagione, per esempio dopo gli errori di Hockenheim e Monza. Dall’altro togliere un po’ di pressione al baby Leclerc evitando di destabiliz­zarlo. Per Vettel, forte di quattro titoli mondiali e alla quinta stagione in rosso, è stata un’apertura di credito importante. Il riconoscim­ento della sua caratura e dello status che gli è dovuto. Mentre il basso profilo è sembrato perfetto per Leclerc, attento (e furbo) a non sbandierar­e le proprie ambizioni nascondend­osi dietro al ritornello «devo imparare». Significa che durante il 2019 vedremo lG I GP disputati da Vettel da quando nel 2015 è approdato a Maranello: ne ha vinti 13, l’ultimo a Spa il 27 agosto 2018. In rosso anche 10 pole ● I punti conquistat­i da Leclerc nel 2018, suo primo anno in F.1, con l’Alfa Sauber. Miglior piazzament­o il sesto posto nel GP di Azerbaigia­n un Vettel capitano unico e un Leclerc fido gregario pronto nel caso anche a cedergli la vittoria (come ha detto venerdì in un eccesso di altruismo ferrarista)? Difficile crederlo. Soprattutt­o se il Piccolo Principe monegasco dovesse sorprender­e dimostrand­osi subito veloce quanto Seb o addirittur­a di più, uno scenario non impossibil­e consideran­do quanto ha fatto vedere l’anno scorso al debutto in F.1 sull’Alfa Romeo-Sauber. In questo caso le carte in tavola potrebbero cambiare. Sarà quindi la pista a decidere le vere gerarchie.

PRIORITA’ Del resto, Binotto ha aggiunto una postilla al suo ragionamen­to, dicendo che «Charles avrà modo di esprimere il suo talento» e che comunque «la priorità è il successo della Ferrari». Intesa come squadra. In questo senso, è indifferen­te che vinca l’uno o l’altro. D’altra parte il team principal è stato sempre fra i sostenitor­i di Leclerc, cosa che gli ha ribadito dopo la sua nomina. Binotto ha spiegato che «avere due piloti così non è un problema, ma un’opportunit­à». Sognando di trovarsi nel piacevole imbarazzo di «doverli gestire se fossero in lotta per la vittoria all’ultima curva in Australia». Se lo augurano tutti, perché vorrebbe dire che questa inedita SF90 verniciata di rosso opaco ha le carte in regola per sfidare la regina Mercedes.

81

39

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy