Brindisi batte pure Sassari e fa Settebello
●Prima finale e settimo successo di fila Vitucci: «Un percorso straordinario»
Una finale inedita come l’anno scorso. No, Gianmarco Pozzecco non riesce a esaudire il desiderio di Meo Sacchetti, regalandogli la finale del cuore. Tocca alla ruggente Brindisi di Frank Vitucci e della famiglia Marino sfidare Cremona per la coppa. Torna a brillare la Stella del Sud, grazie a 4 indomiti moschettieri: Banks, Moraschini, Brown e uno strepitoso Chappell, anche se l’Happy Casa rischia di rovinare tutto negli ultimi 10” perdendo CIAM palle sanguinose. Ma Smith, invece di cercare un passaggio, spara un siluro dalla propria metà campo che non trova alcuna fortuna. Finisce con tutti i brindisini sotto la curva, colma di centinaia di tifosi con le braccia al cielo.
PERCORSO «È il coronamento di un percorso straordinario – dice Vitucci –. Noi e Cremona entriamo da sfavorite in una finale inedita. Entrambe siamo andate ben oltre le previsioni di inizio stagione. Assegno a Cremona il 55% di possibilità. È la mia seconda finale di Coppa in carriera, la precedente la persi alla guida di Varese contro Siena.
Una sfida profondamente diversa da quella che ci attende ora».
BIS Sassari però stava per ripetere quanto fatto contro Venezia. È sul finire del terzo quarto, sotto di 16 dopo tanti, troppi minuti di sofferenza offensiva, che la Dinamo accende la propria difesa mandando Brindisi in tilt. Solo 8 punti nell’ultimo periodo figli di un orrido 1/8 dal campo. Quando Smith infila la tripla del -5 (78-84), Brindisi comincia a tremare. Chappell si inventa una fiondata da metà campo che pare smontare il ritorno altrui, ma la devastante superiorità sarda a rimbalzo d’attacco (23 in tutto) tiene l’Happy Casa col fiato sospeso fino alla fine. Sassari rimane con l’urlo strozzato in gola in coda a una gara giocata con grande ardore, ma pure con troppe sbavature offensive, specie in area (pesa quel 16/39 da due) «Sono orgoglioso della prova della mia squadra – conclude Pozzecco, coach Dinamo –. Abbiamo giocato con grande ferocia e voglia di vincere. Almeno dieci tiri ci sono usciti di un nulla. Mi dispiace non avere segnato un canestro in più».