Hirscher sei speciale
Il Kaiser eguaglia Stenmark «Ora potrei anche ritirarmi» trionfo iridato in slalom con una prima manche da favola: «Lo svedese? Non l’ho mai visto sciare»
Quante ne sa Marcel Hirscher. L’Austria ha bisogno di un oro per salvare un’edizione dei Mondiali altrimenti fallimentare e lui arriva all’ultima gara dopo essere stato battuto in gigante, dopo giorni passati a letto a curarsi, mentre attorno a lui ci si illude già che Kristoffersen possa firmare una doppietta clamorosa, che Pinturault possa fare il colpo grosso, che Noel sia il nuovo principe dei pali stretti. Il campione di Annaberg così decide di fare qualcosa di clamoroso: mette giù una prima manche impressionante, si mangia un tracciato lungo e pieno di angoli con una potenza che annichilisce, concede di avvicinarsi solo a Pinturault mentre tutti gli altri finiscono a oltre un secondo. In pratica vince l’oro alla prima manche. Al traguardo porta l’indice davanti al volto, come a dire «Visto? sono io il numero 1», facendo fare una figura barbina a Noel, che era sceso con il pettorale 1 e che al traguardo aveva mimato un gesto di soddisfazione, del tipo «Però, che grande manche ho fatto». Hirscher gli finisce due secondi davanti. Impara, ragazzo.
VINATZER TALENTO La seconda manche non metterà in dubbio l’oro — il terzo in slalom, come solo Stenmark aveva fatto —, ma dirà molte cose. Ad esempio che Alex Vinatzer è un talento vero, perché reagisce alla brutta prova nella prima parte di gara — 28° con 4”61 da Hirscher — firmando il miglior tempo della frazione, che lo fa risalire al 19° posto. Dirà che Pinturault è diventato velocissimo nello slalom, ma non ha ancora la solidità mentale per evitare un errore che quasi lo fa fermare, e che comunque nonostante tutto non gli impedisce di finire ai margini del podio. Dirà anche che l’Austria ha un futuro garantito nei pali stretti, perché Michael Matt è argento — dodici anni fa, sulla stessa pista, il fratello Mario aveva conquistato l’oro davanti a Manfred Moelgg, ieri 18° in quello che dovrebbe essere il suo ultimo evento iridato, perché «Cortina è molto lontana» — e Marco Schwarz è bronzo: una tripletta per arginare le polemiche in patria. Dirà infine che l’Italia non è messa bene se il migliore risultato è il decimo posto di Stefano Gross, che combatte anche se è pieno di acciacchi e sa che in questo momento il podio per lui è davvero lontano.
SI RITIRA? Nell’intervista flash di fine gara, Hirscher racconta in breve la sua gara. «Oggi stavo molto meglio rispetto a quattro giorni fa. Devo ringraziare il mio team che mi ha aiutato a essere al via. La prima manche è stata una delle migliori che abbia disputato in carriera. Nella seconda sono partito sapendo che Pinturault non era in testa: ho cercato di spingere nella parte alta, mentre in quella centrale c’erano alcune sconnessioni e quindi ho preferito mettermi al sicuro, senza rischiare. Stenmark? È un grande nome, ma non l’ho mai visto sciare». Poi, senza che nessuno glielo chieda, aggiunge un inciso non da poco. «Dopo il 2013 e il 2017 ora ho vinto anche nel 2019, in quelli che forse saranno i miei ultimi Mondiali». Ultimi? «Sì, potrei ritirarmi. Ora però ci sono ancora dieci gare da onorare, poi mi riposerò. A quel punto avrò le idee più chiare». Non è la prima volta che Hirscher accenna a un suo possibile ritiro. I media austriaci non sembrano così impressionati da questa nuova uscita. «Lo dice ogni anno». Si vedrà. Lui si dice «più affaticato del solito». «È per questo che mostro meno emozioni e che sono meno reattivo nelle interviste. Ma credetemi, sono davvero felice». VINCONO I MIGLIORI Con il trionfo di Hirscher si chiude un’edizione discussa, ma che ha visto vincere i big dello sci: Stuhec, Shiffrin (e che rabbia quei due centesimi di ritardo di Sofia Goggia, argento), Holdener, Vlhova e ancora Shiffrin tra le donne; Jansrud (con Svindal secondo ancora a due centesimi), Paris, Pinturault, Kristoffersen e Hirscher. Il vento ha accorciato le gare, i bagagli sono arrivati tardi, il fondo non ha tenuto e gli operai in pista erano pochi, ma tra i re non manca nessuno.