La Gazzetta dello Sport

CHUCKY LOZANO LO SCUGNIZZO MESSICANO

- di Iacopo Iandiorio

Quando cresci per le strade di Città del Messico, un immenso agglomerat­o di quasi 10 milioni di abitanti, non hai paura del futuro. E non ti spaventa, certo, l’Europa o Napoli. Se a 11 anni poi ti scopre ai Jardines del Pedregal uno scout del Pachuca, uno dei club storici e più titolati del Paese, 5 Champions Concacaf in bacheca, e vai a 100 km da casa, vuol dire che inizi a fare sul serio da subito. E infatti Hirving Rodrigo Lozano, detto il Chucky, è uno per capirci che ha debuttato in prima divisione messicana al mitico Stadio Azteca a soli 18 anni: entra all’83’ contro l‘America e segna dopo 5’. Ad agosto 2014, a 19 anni, debutta nella Champions Concacaf, risegna e offre un assist. E diventa pure padre. Insomma, il Chucky, così chiamato dai compagni delle giovanili perché amava spaventarl­i con scherzi horror – come nel film del 1988 La bambola assassina -, va veloce e non teme le responsabi­lità. In gol al debutto anche col Psv in Eredivisie come al Mondiale 2018 contro la Germania (gol decisivo), Lozano è un destro che può stare su entrambe le fasce, se parte da sinistra si accentra per tirare, se arriva da destra in genere è un gran assistman. Come i ragazzi di strada ha il dribbling nel sangue, ama l’uno contro uno, le giocate preziose, i tunnel. Ma sarà un’utile alternativ­a ai vari Callejon, Mertens e Insigne. Insomma, Ancelotti dovrà guidarlo senza privarlo della sua essenza: l’estro.

Con la Tricolor Hirving Lozano, 24 anni, 35 gare e 9 gol

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