Fonseca studia una Roma diversa Nicolò vice-Dzeko
Il bosniaco rimasto unico centravanti, il tecnico prepara la mossa alternativa
Difficile succeda domani con il Borussia Mönchengladbach ma mai dire mai. Ancora più complicato che accada domenica prossima, quando all’Olimpico arriverà il Milan e la Roma avrà bisogno come il pane dei tre punti. Ma Paulo Fonseca ci sta lavorando su e la possibilità di vedere giocare presto Nicolò Zaniolo come centravanti non è poi così peregrina. Già, perché poi con l’infortunio di Kalinic e le condizioni attuali di Dzeko (ancora alle prese con la doppia frattura allo zigomo) quella di spostare Zaniolo in quella casella è l’unica soluzione che il tecnico portoghese ha oggi al suo arco. Se poi userà anche la freccia lo vedremo presto, di certo c’è che Dzeko queste sei gare che mancano da qui alla sosta di novembre (ultimo impegno dei giallorossi il 10 a Parma) non è certo che le possa fare tutte. E allora eccolo lì, Zaniolo spostato ancora più avanti. Ma non solo, perché in questa situazione di emergenza, dove Fonseca ha a disposizione solo 17 giocatori e il centrocampo di fatto azzerato (con il solo Veretout utilizzabile) il jolly giallorosso potrebbe essere utile anche come mezzala, nel caso in cui si decida di cambiare modulo e passare magari al 4-3-3. Insomma, uno Zaniolo multiuso, anche se poi l’alternativa vera per lui sarà proprio quella a Dzeko.
La sua posizione
Con il bosniaco ancora alle prese con la doppia frattura allo zigomo e Kalinic che tornerà solo nel 2020, Zaniolo è di fatto l’unico tra gli altri attaccanti che può giocare in quel ruolo.
Forse lo potrebbe fare anche Mkhitaryan, ma l’armeno è ancora out e lo sarà probabilmente ancora per una decina di giorni almeno. E allora Fonseca non ha altre possibilità se non lui, che con quel fisico può anche giostrare da centravanti. Meglio, da falso nove, perché poi in quella posizione Zaniolo sarebbe ovviamente un riferimento diverso da quello che di fatto è Dzeko. Insomma, con lui in campo come centravanti si giocherebbe di fatto con tutte punte abbastanza mobili (ma in realtà lo è anche Dzeko) e tanti inserimenti da dietro. Un esperimento, è chiaro, frutto più della necessità che della virtù. Ma chissà che da cosa non nasca cosa e che alla fine non si scopra un aspetto nuovo che possa arricchire ancor di più il know-how tattico di Zaniolo, anche in prospettiva futura.
Totti con Spalletti
Del resto, Totti centravanti nacque proprio così, da una situazione di totale emergenza (anche se in realtà da prima punta aveva già giocato con Capello). Era il 18 dicembre 2005 e per un Sampdoria-Roma Spalletti non aveva attaccanti da mettere nel suo 4-2-3-1. Quel giorno mancavano infatti insieme Cassano, Montella e Nonda. L’unico centravanti a disposizione era un giovanissimo Okaka (16 anni), così Spalletti si inventò lì Totti. Anche se poi il tecnico di Certaldo anni dopo ammise che fu soprattutto Totti a «indicargli» la soluzione, con le sue immense qualità. Ecco, paragonare Zaniolo a Totti in questa situazione sarebbe sbagliato, perché vorrebbe dire caricare di ulteriori responsabilità il giovane giallorosso. Ma il paragone regge, appunto, per dire che a volte nel calcio alcune delle storie più belle nascono per caso o in situazioni di totale emergenza. Zaniolo molto probabilmente non sarà mai un centravanti, è molto più efficace in altre zone del campo. Ma chissà che non possa rendere bene anche lì.
Con il Borussia Edin dal 1’, ma servono altre soluzioni fino alla sosta di novembre