Mazzarri striglia la squadra Toro in clausura e tutti sotto esame
Prestazioni deludenti: più attenzione e stop ai social. Giocatori sulla graticola
L’allenatore? Ho la massima fiducia nel lavoro di Mazzarri
La squadra sa che deve impegnarsi al massimo: basta approcci sbagliati Urbano Cairo Presidente del Torino
Il presidente è stato chiaro: sotto esame ci sono i giocatori, non il tecnico. Con una breve ma succosa dichiarazione al Corsera, Urbano Cairo ha messo la squadra, molto deludente a Udine come lo era stata a Genova e contro il Lecce, dinanzi alle proprie responsabilità: «Ho la massima fiducia nel lavoro di Mazzarri, dobbiamo trovare continuità ed evitare in futuro di sottovalutare avversari che solo sulla carta possono apparire facili. La squadra sa che deve impegnarsi al massimo. Deve farlo mentalmente per evitare approcci sbagliati alla gara come purtroppo abbiamo visto in alcune partite. E lavorare sarà ovviamente indispensabile anche per quei giocatori che devono ritrovare la migliore condizione fisica».
Sermone in palestra
Questi paletti fissati da Cairo sono stati ribaditi ieri, con la massima forza, da Walter Mazzarri. Che ha radunato i giocatori in palestra per un sermone sugli errori collettivi e individuali da correggere in tutta fretta. Il campionato pone i granata dinanzi a tre ostacoli ravvicinati di notevole difficoltà. E quindi urge rimpinguare la classifica già domenica in maniera da fare
poi visita alla Lazio e affrontare il derby del 2 novembre in una situazione meno deficitaria. Ecco perché la partita di domenica contro il Cagliari riveste già l’importanza di una svolta. Ed ecco perché l’allenatore è stato particolarmente energico nel dettare ai suoi ragazzi i codici di comportamento anche nel privato. Il Toro si era già dotato di un regolamento interno per disciplinare il flusso dei rapporti con l’esterno esercitati attraverso i social. Ai giocatori è stato raccomandato-ordinato di chiudere le comunicazioni fino a nuova data. E a chi, come Vittorio Parigini, ha adoperato nel recente passato i social in maniera giudicata inopportuna o non aderente alla realtà, è stata applicata la sanzione prevista, senza sconti.
Nel monastero
Con la sua ramanzina sull’esigenza di «isolamento» è come se Mazzarri avesse rinchiuso i giocatori in un monastero di clausura, così da ritrovare la massima concentrazione sull’impegno agonistico. Quella che è oggettivamente mancata di recente. Come rimarcato da Cairo, il Torino delle sconfitte contro Sampdoria e Udinese è stato deficitario anzitutto sul piano della capacità di calarsi
immediatamente nel match. Ecco perché il presidente ha parlato di «una squadra che deve impegnarsi al massimo mentalmente per evitare approcci sbagliati» o magari sottostimare avversari erroneamente ritenuti facilmente superabili.
Ricaricare le pile
Mazzarri dal canto suo ha provveduto a catechizzare gli elementi trainanti sulla necessità di ritrovare quella compattezza che aveva reso quasi impenetrabile il Toro della passata stagione. Troppi protagonisti della cavalcata hanno perso smalto, determinazione, convinzione. I preparatori dello staff provvederanno in questi giorni a ricaricare le pile di quelli che hanno accusato cali atletici, l’allenatore studierà le modifiche da apportare nella composizione della formazione. La crescita di Falque è un dato molto positivo non solo sul piano dell’esperienza, della personalità e della consistenza tecnica. Serve a Walter anche sul piano tattico per tornare eventualmente al 34-3 progettato in estate. La priorità, comunque, è ritrovare il Toro smarrito.