L’Uefa va veloce Europa League con la Var dal 20 febbraio
Il day after, in Uefa, è stato vissuto con certo... orgoglio. Non sembri un paradosso, ma l’abbaglio di Collum ha confermato al designatore europeo Roberto Rosetti di aver condotto la battaglia giusta, poco meno di un anno fa, quando ebbe un ruolo decisivo nel convincere Ceferin e gli altri vertici ad abbracciare, finalmente con convinzione, la tecnologia. Già, proprio il 3 dicembre 2018, due mesi dopo l’ennesimo no, l’Esecutivo dell’Uefa approvava l’introduzione della Var dagli ottavi di Champions – da questa edizione coperta integralmente – e nella finale di Europa League, assecondando le richieste di chi, come Rosetti, voleva imprimere una decisa accelerazione al processo di modernizzazione, convinto che gli arbitri europei, «formati» a lungo anche sul modello italiano, fossero pronti. Aveva ragione. E alla luce del macroscopico errore di cui è rimasta vittima la Roma giovedì sera, aveva ragione anche chi, un mese fa, ha varato l’introduzione della Var pure in Europa League, a cominciare dai sedicesimi di finale dell’edizione in corso (il 20 febbraio), per passare ad una copertura totale dalla prossima. Più velocemente, non sarebbe stato possibile. Formare gli arbitri, adeguare gli stadi, trattare con i broadcaster tv, dotarsi dei mezzi necessari: operazioni che richiedono tempo e denaro. Un anno fa, era davvero il medioevo. Ma oggi, la modernità è alle porte per tutti. Ancora qualche mese e non ci saranno più figli di un dio minore.