Dirige Motta, segna Pandev È il Genoa del Triplete
Il Brescia avanti con Tonali, clamorosa rimonta nella ripresa Thiago indovina i tre cambi: gol di Agudelo, Kouame e Goran
Eccolo Thiago Motta, acclamato e applaudito dal popolo genoano che non aspettava altro. Ma che fatica per vedere il calcio libero immaginato in settimana: un tempo orribile, poi la svolta. Squadra bipolare, anche confusa: sarà stata l’ansia del debutto e la difficoltà di capire le idee del nuovo allenatore, che nel secondo tempo azzecca tutte le mosse, mandando in campo i tre uomini gol. Qualcosa di storico: per la prima volta in A una squadra ha mandato in gol, nello stesso match, tutti i tre giocatori subentrati. Ma quello che conta è che la serie delle tre sconfitte di fila è cancellata. Il Brescia, che non vince a Marassi in A dal 1931, ha una colpa non dà poco: si è limitato a guardare, sperando di vivere rendita sull’1-0 di Tonali
Nuovo modulo
Thiago Motta cambia sistema di gioco, passa al 3-4-2-1 scongelando Gumus, al debutto assoluto, e Cassata, in campo dopo un mese. Una stravaganza tattica: Radovanovic arretrato al centro della difesa col compito di impostare l’azione e alzarsi su Spalek. Una sola punta di ruolo, Pinamonti con Gumus che spesso si alza accanto a lui e Lerager che va a schermare Tonali. Il Genoa sembra agitarsi come maionese impazzita: squadra corta, pressing e possesso palla di vaga impronta “guardiolesco”. Ma fine a se stesso, perché nel primo tempo si vede un solo tiro in porta (Gumus). Il Brescia guarda con apparante calma le prove di calcio libero e spensierato del tecnico debuttante. Corini fa la staffetta in attacco, Balotelli accanto ad Ayè, sposta Romulo mezz’ala perché manca Dessena e Spalek si riprende il posto di trequartista. È Tonali, solo in parte infastidito da Lerager, a rompere l’equilibrio con una “perfetta” punizione da sinistra. Radu fa quel che può, ma la traiettoria è millimetrica e il pallone finisce nell’angolo. Il colpo manda in crisi le già fragili certezze del Genoa: va bene correre, va bene fare il pressing, va bene tenere gli esterni Ghiglione e Ankersen alti e larghi. Va bene tutto, ma a Pinamonti non arrivano palloni decenti. I fischi dei tifosi prima dell’intervallo dicono tutto: tornata in superficie come un fiume carsico, la rabbia della Nord non fa sconti a Preziosi e neppure a Thiago Motta. Lo striscione spiega la scelta di entrare in ritardo: «Oggi 10 minuti, domani l’intero campionato. Dall’anno scorso per noi nulla è cambiato».
Genoa trasformato
All’inizio della ripresa Thiago
cambia: toglie Radovanovic, mette Zapata al centro della difesa e fa debuttare il colombiano Agudelo, 20 anni, accanto a Lerager. Sarà la prima mossa giusta. Poi la seconda, quando decide di affidarsi al suo uomo di fiducia: Pandev, che va a occupare la stessa posizione di Lerager. Poi la terza: entra anche Kouame, che dopo pochi secondo prende il palo. È il segnale della svolta, perché al 21’ arriva il gol del pari: errore di Gastaldello, che regala il pallone a Pinamonti. S’inserisce Agudelo che batte Joronen di sinistro. Il Genoa si trasforma e si libera di colpo di tutte le sue paure. Ora la squadra è più logica: un trequartista (Pandev) e due punte di ruolo. E la sublimazione del calcio libero immaginato da Thiago è lo splendido gol di Kouame su assist di Ghiglione. Splendido come quello di Pandev, di sinistro in contropiede su assist di Kouame e con la difesa avversaria sbilanciata. Corini interviene: Matri per Spalek, con Ayè che si abbassa a fare il trequartista. Tutto inutile, niente può più rovinare la festa del figliol prodigo.