Spal tutta grinta Milik-gol non basta L’X Factor colpisce anche il Napoli Occasione sprecata
Per gli azzurri pure un palo con Ruiz, ma la distanza da Juve e Inter è invariata
Le rose che non colsi. Come l’attimo, che fugge via. Il Napoli spreca la chance di rosicchiare due punti a Juve e Inter, colpito pure lui dall’X factor post Champions. Sarà l’Europa dispendiosa, sarà la Spal che gioca una partita gagliarda, sarà anche un po’ di sfortuna nell’assalto finale, ma alla fine sono alibi che reggono a fatica. Una squadra che punta in alto queste gare le deve vincere, soprattutto quando i diretti rivali steccano il giorno prima e la grinta deve salire agli occhi. Un’opportunità persa qui, un’altra lì, ed ecco che, al momento dei conti, questi punti persi peseranno come macigni. Siamo ancora al sorgere del sole del campionato, i giochi sono aperti. Il Napoli ha mostrato qualità nel gioco e negli uomini anche a Ferrara, ma l’impressione è che per puntare a lottare per lo scudetto la banda di Carlo Ancelotti debba acquisire più cattiveria e determinazione. In questo senso, il pareggio assomiglia tanto a una sconfitta, considerando anche che il Napoli in A non vince in trasferta da Lacce, 22 settembre.
La chiave
Ancelotti ha fatto i doverosi cambi di formazione dopo Salisburgo. E ha presentato una squadra schierata col 4-2-3-1, sistema che sembra più nelle corde nel Napoli come attitudine dei giocatori in rosa. Contro una Spal disposta al solito con 5 centrocampisti e due lavoratori in attacco, dopo aver provato il brivido di una traversa su punizione di Petagna, ha preso in mano il pallino con uno Zielinski in gran spolvero in mezzo al campo. Pallino che non mollerà più (alla fine il possesso palla sarà di oltre il 68%). E dopo nove minuti ha trovato il gol con Milik, tornato al centro del villaggio: 3 gol nelle ultime due partite di campionato. Il vantaggio annunciava una passeggiata, invece la Spal ha trovato la forza di reagire e con una azione caparbia di Strefezza è tornata in parità con Kurtic. Da lì il primo round è stato quasi equilibrato, col Napoli a menare la danza senza però avere occasioni chiare e la Spal a cercare di sfruttare le ripartenze sulle fasce o di salire dando palla alla roccia Petagna. All’alba del secondo round il Napoli ha rischiato ancora per un colpo di testa di Kurtic – dove Ospina è volato per strappare il pallone dalla linea –, ma poi si è fatto più determinato grazie anche ai cambi di uomini e di tattica di Ancelotti. Elmas, innocuo a destra, è uscito presto per far spazio a Fabian Ruiz. Con lo spagnolo e un Insigne ispirato per cross e passaggi, la manovra è diventata più rotonda anche se a volte imprecisa. E quando Malcuit si è fatto male, Ancelotti ha osato spendendo Callejon con l’arretramento di Allan in difesa, e subito dopo Llorente per un Mertens davvero poco ispirato tornando al «suo» 4-4-2 molto spinto. Semplici ha cambiato per tentare di dare più sicurezza in difesa (Cionek per Igor) e più solidità in attacco (Floccari per Paloschi). Ma il centrocampo dei ferraresi ha ceduto metri e perso duelli su duelli: e il Napoli è diventato assoluto padrone. Prima ha colpito un palo con Ruiz, poi la partita volendo sintetizzarla è diventata una sfida tra Milik e Berisha, che ha riscattato la lieve incertezza del primo tempo con due parate decisive. Lo stesso polacco al tramonto ha dribblato il portiere ma ha dato troppa forza al cross per Llorente che non riuscito a incocciare bene la palla.
Tanto rumore per...
Ancelotti alla fine si è detto soddisfatto e volendo guarda
re la sfida dall’angolazione del gioco si può essere abbastanza d’accordo. Il Napoli si è dimostrato vivo, con tanta energia nonostante l’impegno di Champions. Ha messo in mostra ottime manovre, una duttilità tattica e una buona intercambiabilità dei giocatori nei vari ruoli. Il piatto piange alla voce conclusioni: appena 5 in porta (4 dall’ormai rinato Milik), così poche soltanto col Torino, nell’altro pari esterno. Tanto rumore per poco. E gli attimi fuggono.