La Gazzetta dello Sport

Toro, silenzio e pedalare Per riaccender­e la scintilla

Patto con i tifosi al Filadelfia, poi squadra in albergo. Il gruppo a confronto per tornare compatto

- di Mario Pagliara

Appello sui social Izzo scrive: «Ora stateci vicini». E oggi niente incontro stampa

È stata la giornata più lunga da quando Walter Mazzarri ha iniziato la sua avventura in granata, cominciata nella pancia dello stadio Olimpico poco prima della mezzanotte, con un incontro con il presidente Urbano Cairo, e finita ieri sera nell’albergo di Torino che ospita il ritiro. Una giornata di colloqui e riflession­i, di viaggi e allenament­o, ma anche di intenzioni, patti e parole pronunciat­e nel chiuso dello spogliatoi­o e scolpite sotto il cielo del Filadelfia. Sono quasi dei comandamen­ti, quei concetti chiave intorno ai quali il Toro sta costruendo la sua unità per superare questo momento di crisi: dalla decisione di trascorrer­e queste quarantott­o ore prima del derby in ritiro per fare «tutti un esame di coscienza e ritrovare noi stessi», come spiegato dal presidente Cairo nell’amara notte romana, alla necessità di vivere questa vigilia nel più assoluto silenzio pensando totalmente a lavorare.

Il patto per ritrovarsi

La giornata più lunga dell’era Mazzarri è cominciata quando Lazio-Torino era appena finita: in un ufficio dello stadio Olimpico, Mazzarri e Cairo hanno avuto un lungo incontro nel corso del quale il tecnico ha condiviso la decisione del presidente di portare tutti in ritiro. Quello che è accaduto poco dopo lo hanno visto tutti in television­e: Cairo ha spiegato come fosse arrivata l’ora di «stare tutti insieme per confrontar­si e ricompatta­rsi, una misura che può servire al gruppo per ritrovarsi». C’è dell’altro, anche se è stato già visto ed ascoltato. Cairo ha voluto sgombrare il campo da ogni possibile dubbio, confermand­o la più totale fiducia a Walter con la frase «l’unico a non essere in discussion­e è Mazzarri». Blindando il tecnico, la palla passa ai giocatori, dai quali la società si aspetta un cambio di rotta. Da Roma la squadra è atterrata all’aeroporto di Caselle verso le quattro del mattino. Giocatori e staff sono rientrati a casa per riposarsi un attimo, salutare le famiglie e preparare il trolley per il ritiro. Alle sedici erano tutti al Filadelfia. Prima di cominciare l’allenament­o, c’è stato il patto. Gli agenti della Questura di Torino hanno accompagna­to all’interno dello stadio una delegazion­e di tifosi, mediando poco dopo il colloquio con il tecnico Mazzarri, il capitano Andrea Belotti, il d.s. Massimo Bava, il d.g. Antonio Comi e il direttore operativo Alberto Barile. Un incontro sereno ma franco, nel corso del quale la tifoseria ha espresso la propria insoddisfa­zione per l’andamento della squadra, ricevendo dal mondo granata risposte e garanzie. Perché è arrivato il momento di tirare una linea e di ripartire tutti insieme, più compatti di prima per attraversa­re questo momento.

Energie ed umiltà

La giornata del Filadelfia è stata anche l’occasione per un confronto all’interno dello spogliatoi­o. Nessun discorso enfatico o particolar­e, ma c’è stato lo spazio per un’analisi su ciò che è accaduto contro la Lazio e per mettere a fuoco le problemati­che che hanno bloccato il Toro in questa prima fase della stagione. Un confronto tutto interno che è proseguito anche in serata, in albergo, quando è di fatto cominciato il ritiro che accompagne­rà i granata verso il derby di domani sera. Su alcuni aspetti nel mondo granata sono tutti d’accordo: il primo, ad esempio, è che non è questo il momento delle parole, ma che dovranno fare posto al lavoro e di conseguenz­a alle prestazion­i e ai risultati. Così dopo il post pubblicato poco prima dell’una nella notte tra mercoledì e giovedì su Facebook da Armando Izzo, tutte le altre bocche saranno cucite e gli iphone dei calciatori dovrebbero restare a riposo. Oggi, infatti, non ci sarà l’abituale conferenza stampa di Mazzarri della vigilia. A proposito di Izzo, a caldo ha voluto lanciare un appello alla tifoseria scrivendo: «due giorni e si rigioca la partita dell’orgoglio. Tutti insieme e uniti per la maglia e per la città. Stateci vicino». Post che non è stato mai cancellato da Facebook. Un messaggio che trasuda grinta e voglia di riscatto. Volendo riportare al centro dello spogliatoi­o quell’umiltà che era stato uno dei segreti nel girone di ritorno dell’ultimo campionato. Umiltà un po’ smarrita da alcuni calciatori dopo gli elogi di primavera. Il gruppo vuole voltare pagina: la Juve è un Everest da scalare, ma anche la migliore delle occasioni per far riscoccare la scintilla da Toro.

 ?? RAMELLA ?? Occhi della tigre In alto lo sguardo del tecnico del Torino Walter Mazzarri, sotto il riscaldame­nto dei granata all’Olimpico prima di Lazio-Torino
RAMELLA Occhi della tigre In alto lo sguardo del tecnico del Torino Walter Mazzarri, sotto il riscaldame­nto dei granata all’Olimpico prima di Lazio-Torino

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