CONTE DÀ LA SPINTA IL GRUPPO È DI FERRO E IL CLUB SI MUOVE: L’INTER CI CREDE
La squadra è al massimo dei giri e il tecnico avrà i rinforzi. Marotta: «Puntelleremo il centrocampo, i giocatori hanno lo spirito di Antonio. Lo scudetto? Niente pressioni...»
Se Cristiano Ronaldo non avesse segnato il rigore al 96’ l’aria nerazzurra sarebbe stata molto più frizzante. Ma dalle parti di Appiano c’è comunque una convinzione: l’Inter di Antonio Conte, al di là del punto di distanza dalla vetta occupata nuovamente dai campioni d’Italia, sente di non essere poi così lontana dalla Juve e da re CR7. L’allenatore sa di essere sulla strada giusta, sa che il cammino per la gloria è lungo, ma dopo i primi mesi nel mondo nerazzurro si è reso conto che non è impossibile attaccare il trono bianconero. «Una squadra come l’Inter non si può accontentare: la A e la Champions sono dure, dobbiamo cercare di primeggiare o comunque di combattere». Così ha parlato Antonio dopo il pari con il Parma. Ecco perché l’idea di dare l’assalto alla Juve non è un tabù: l’allarme lanciato dall’allenatore sulla rosa corta, la preoccupazione perché stanno giocando sempre gli stessi uomini, l’aver detto «non mettiamoci le mani davanti agli occhi» perché l’Inter è lassù sono tutte cose che servono a stimolare la dirigenza a fare qualcosa di importante a gennaio.
I miglioramenti
Certo, la preoccupazione di non spremere troppo i 12-13 giocatori «titolari» di oggi c’è, anche perché dietro l’angolo si nasconde l’insidia Borussia Dormund, avversaria martedì in Germania. Ma gli sos di Conte sono accentuati proprio perché l’Inter è a un passo dalla Juve. Un anno fa Spalletti dopo 10 giornate era sempre secondo (in compagnia del Napoli) a -4 dai bianconeri, oggi i nerazzurri stanno correndo al massimo dei giri e l’obiettivo di Antonio è provare a tenere l’andamento estivo/autunnale per restare quanto più possibile a distanza di sicurezza dalla vetta sino a gennaio. Allora sì che la palla passerà nelle mani di Marotta e Ausilio. Mani già preparate: perché Conte crede nel duello con la Juve, ma anche la società crede di potere fare una corsa alla pari. «Lo scudetto? Non è il traguardo di quest’anno – ha detto ieri Beppe Marotta gettando un po’ di acqua sul fuoco –. Noi non vogliamo pensare agli altri, ma guardare in casa nostra. Il nostro ciclo è iniziato per riportare l’Inter in alto come il blasone richiede, però è un processo graduale. Dobbiamo migliorare con sempre maggior determinazione, i risultati ci stanno dando ragione». Poi ecco il messaggio per Antonio: «Si vede che l’Inter è una squadra di Conte e non mi meraviglio che anche nei momenti difficili riesca anche a portare a casa risultati importanti. Servono fatica, passione e motivazione e in questo Conte è un maestro. Con tanti impegni e infortuni le preoccupazioni aumentano. Non c’è disponibilità di giocatori importanti nel mercato di gennaio ma vedremo cosa propone: il centrocampo va puntellato». Insomma, l’Inter avrà quello che serve: Conte e il club la pensano allo stesso modo.
La forza degli uomini
E anche i giocatori navigano in quella direzione. «Questo gruppo è speciale» ha detto due sera fa a cena Romelu Lukaku. Il centravantone ha portato la squadra a mangiare giapponese e ha fatto un discorso ai compagni: «Sono molto contento di essere con voi. Grazie per l’aiuto che mi date». Il segnale che nello spogliatoio tiri un’aria molto buona è chiaro. E anche in campo non va molto diversamente. Le statistiche della Lega d’altro canto dicono molto di come l’Inter stia affrontando la stagione. I nerazzurri hanno il secondo miglior attacco della Serie A dopo l’Atalanta mitraglia (30 gol): 22 reti, ben 12 della coppia Lukaku-Lautaro. Settima nei tiri totali (109), l’Inter è la squadra che corre di più: 110,431 km di media a partita, 2 in più del Lecce secondo. Nerazzurri al top anche per calci d’angolo e gol di testa (4, come altre 5 squadre), oltre che per il possesso palla. La squadra di Conte ha il pallone tra i piedi per 29 minuti e 26 secondi di media a partita (considerando il gioco effettivo) e guida la classifica davanti a Napoli e Juve. Tra i giocatori il solo interista che comanda è Brozovic, maratoneta della A con 12,6 km di media percorsi a partita. È un segnale anche questo: il gruppo riesce a fare la differenza. E il gruppo crede davvero di poter attaccare il dominio juventino.
Stiamo percorrendo un ciclo nuovo, pensiamo alla nostra crescita. A gennaio non sono disponibili giocatori importanti, ma vedremo che cosa si può trovare