Cagliari, sogni senza limiti «Squadra ok, noi più forti»
Il grandi dello scudetto 1970 e il paragone con oggi Riva: «Contento di Nainggolan, lui è un simbolo»
Sognare si può, forse si deve. Perché 18 punti dopo otto giornate sono tanti per chi ha alzato l’asticella ma sa perfettamente che i posti al tavolo sono pochissimi. Cagliari vive l’anno del centenario che avrà il clou degli eventi a maggio, ma prima, ci sarà da ricordare i 50 anni trascorsi (12 aprile) dalla conquista dello storico e unico scudetto conquistato con un gruppo che ancora oggi è sorprendentemente unito e stretto attorno al suo eroe e condottiero: Gigi Riva. Dov’è Rombo di tuono? Recuperati gli affetti più cari, si prepara a un traguardo importante, i 75 anni che compie giovedì 7. E un’occhiata al Cagliari la dà, dalla sua casa del centro dove è andato a vivere da poco. «E’ bello rivedere la squadra lassù nell’anno del centenario. E sono molto contento di Radja Nainggolan, un simbolo, uno che tiene alla maglia rossoblù e che è tornato per amore, senza pensare ai soldi». Che Riva si riveda in Radja è palese. Avranno modo e tempo per incontrarsi. Si piacerebbero.
Analogia
Ma possono esserci analogie tra Cagliari di Manlio Scopigno che nella primavera del 1970 infiammò l’Italia intera e quello di Rolando Maran che mette paura alle big del campionato? «Per grinta, volontà e determinazione un po’ sì», racconta Rocky Albertosi, il portiere dello scudetto che domani taglierà a Forte dei Marmi il traguardo degli 80 anni. «Festeggerò con i tre figli e i nipoti. Ma sto seguendo questo Cagliari e mi appassiona. Ha iniziato male, ma poi... Non molla mai, vuole sempre vincere. Mi ha stupito col Bologna: sul 2-1 è andato ancora a cercare il gol. Non si difende come faceva lo scorso anno. Nandez è fortissimo, Joao Pedro non lo scopriamo ora, Simeone va da una parte all’altra e Cigarini fa giostrare tutti. Però non scomodiamo paragoni: noi eravamo nettamente più forti».
Acquisti indovinati
Beppe Tomasini, il libero campione, che è rimasto a vivere in città e guida il gruppo degli ex rossoblù ogni volta alla Sardegna Arena, conferma: «Noi avevamo 6-7 nazionali e Gigi Riva. La squadra ha fatto grossi risultati per un paio d’anni, c’era più tecnica. Ma Giulini ha fatto un gran lavoro e ha indovinato gli acquisti. Cigarini è il cervello, Castro cambia le partite. E quel Nandez quanto coril re. Se Simeone fosse un po’ più altruista, faremmo ancora di più davanti». Tomasini commenta la vittoria col Bologna: «La miglior partita giocata finora in casa. E pensare che all’inizio ero preoccupato perché quando perdi al via Cragno e Pavoletti è difficile star sereni».
Maran e Ciga
I meriti sono anche del tecnico Rolando Maran e li rimarca il portiere Adriano Reginato, vicino agli 82 anni, che negli anni Sessanta rimase imbattuto per 712 minuti e poi diventò il secondo di Albertosi nell’anno dello scudetto: «Il tecnico ha un ruolo determinante. Non cambia molto, li fa rendere al massimo e ha trovato la via giusta. La squadra mi piace in tutto. Nandez è un motorino, Joao è resuscitato, Nainggolan sta tornando quello che era andato via da qui e Cigarini mi ricorda sempre più il nostro Cera. Forti come noi? Ma no. Difesa e attacco sono buoni, ma imparagonabili a quelli di quel Cagliari, però il centrocampo si sta avvicinando».
È bello rivedere la squadra lassù nell’anno del centenario
Questo Cagliari non molla mai, Nandez fortissimo ma noi più forti
Noi più tecnici, ma Giulini ha fatto un gran lavoro
Difesa e centrocampo fortissimi, ma noi avevamo Gigi