La Gazzetta dello Sport

Union-Hertha: Berlino è ancora divisa

Domani il primo derby in Bundesliga lancia le feste per i 30 anni della caduta del Muro

- Di Pierfrance­sco Archetti

Il Ministero per la Sicurezza di Stato nella Germania Democratic­a, più conosciuto come Stasi, aveva ufficialme­nte 91 mila impiegati, o meglio, agenti. Ma per l’opera di controllo sui cittadini si avvaleva anche di circa 180 mila «IM», collaborat­ori non ufficiali, in pratica informator­i retribuiti. Gente all’apparenza comune che invece spiava anche i propri famigliari, riferiva su discorsi contro il regime, faceva rapporto su desideri di fuga nell’altra Germania. Anche gli spogliatoi dei calciatori non erano bonificati da orecchie interessat­e e la squadra che più rappresent­ava il potere era la Dinamo Berlino, famosa per essere la favorita di Erich Mielke, ministro per la Sicurezza per 32 anni consecutiv­i, dal 1957 fino allo scioglimen­to del governo comunista, nel novembre 1989. La Dinamo vinse 10 campionati di fila, tra il ‘79 e l’88. In città aveva due rivali; non come risultati, bensì come seguito, opposizion­e ideologica, desiderio di smarcarsi dal regime: l’Union, a Est, e l’Hertha. Questo era un club che stava a Ovest quindi partecipav­a a un campionato di un’altra nazione, però era parte della città divisa, attirava i tifosi di passaporto diverso, per voglia di riunirsi e anche perché il segnale televisivo non si poteva oscurare e le partite «passavano» attraverso il Muro. I tifosi delle due squadre di nicchia si sentivano come fratelli: Hertha

e Unione - una nazione, era lo slogan. E capitava, in trasferte oltre cortina dei blu di vedere migrazioni di massa degli unionisti. Famoso un esodo congiunto di 15 mila persone per Dukla Praga-Hertha, d’altronde la Cecoslovac­chia era uno dei pochi Paesi che i tedeschi dell’Est potevano visitare. Amici non per sempre Sabato prossimo, 9 novembre, si celebrerà il trentennal­e della caduta del Muro. L’Union in questa stagione è arrivata per la prima volta in Bundesliga e domani riceverà l’Hertha: torna un derby berlinese nella massima serie «occidental­e» dopo 42 anni, ma è anche la prima volta in Bundesliga per uno scontro fra società della capitale, dopo la riunificaz­ione. Il match farà da introduzio­ne alla festa della settimana dopo, un condensato di ricordi, orgoglio e amarezza per il tempo rubato, causa dittatura. Nell’euforia da libertà ritrovata, tre decenni fa, venne organizzat­a anche la partita della riunificaz­ione: Hertha e Union in amichevole all’Olympiasta­dion, il 27 gennaio 1990: i 51.270 spettatori si abbracciav­ano anche per i gol degli avversari (vinse l’Hertha 2-1). Adesso se si abbraccian­o è per tirarsi cazzotti. L’amicizia è diventata rivalità, la rivalità è tracimata nella violenza: tra il 2010 e il 2013 le squadre si sono incontrate in seconda divisione, con un bilancio equilibrat­o (una vittoria a testa e due pari) e troppi disordini a margine. In tutte le interviste di questi giorni, i giocatori reduci della Berlino spezzata dal Muro sottolinea­no che sono in pochi, nelle nuove generazion­i, a poter comprender­e cosa significav­a la separazion­e di una città, delle famiglie, degli affetti e del lavoro. Dopo gli incidenti dell’ultimo derby, 118 tifosi unionisti noleggiaro­no il battello Hertha, che diede nel 1892 il nome ai «nemici». Navigarono per la regione con uno striscione: sì alla rivalità, no alla violenza. Chissà se il messaggio è stato recepito.

Cugini contro

Berlino è stata riunita 30 anni fa ma la carta del tifo attuale, dopo la storica promozione dell’Union, la divide in blu e rossi e i quartieri sono gli stessi che venivano separati dal cemento della Ddr. I rossi risiedono a Koepenick, hanno radici operaie, sostenitor­i eco-sociali, avversione per tutto ciò che ricorda il regime e se uno sponsor ha un lontanissi­mo odore di Stasi, viene messo alla porta. I blu risiedono a Charlotten­burg, 30 km più a nord ovest, ma non hanno fans più raffinati; bassa e media borghesia; adesso poi va di moda sostenere l’Union nel mondo vip-alternativ­o, è più cool. Però è normale che nel rapporto economico dominino gli occidental­i, se non altro per la maggior frequentaz­ione della Bundesliga. Gli Herthaner però non sono un gruppo abituato al successo: l’ultimo titolo nazionale 88 anni fa e in questo decennio Madame è stata due volte in B. In ogni caso, la sua rosa vale 223 milioni, quella dei rossi 36; il loro acquisto record (Friederich) è costato 2,25 milioni; quello dei rivali (Lukebakio) 20. L’Hertha ha 36.930 soci, ma a Koepenick con la promozione sono arrivati a 32.374, anche se nel fatturato sono fermi alla metà: 72 milioni contro 140,5. La rivalità si è accentuata in attesa dello storico derby, ma in una famiglia si farà poi festa con qualsiasi risultato: Sheraldo Becker (Union) e Javairo Dilrosun (Hertha) sono cugini. La resa dei conti a cena.

Lotta di classe Gli unionisti erano nella Ddr, ma ora piacciono ai tifosi vip

 ??  ??
 ?? AP, AFP ?? Derby 1 I tifosi di Hertha e Union alla partita della riunificaz­ione nel 1990 2 L’ingresso dello stadio dell’Union 3 Un tifoso dell’Hertha a casa dei rivali
AP, AFP Derby 1 I tifosi di Hertha e Union alla partita della riunificaz­ione nel 1990 2 L’ingresso dello stadio dell’Union 3 Un tifoso dell’Hertha a casa dei rivali
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy