La Gazzetta dello Sport

«Ora il destino lo decidiamo noi Kombat Vicenza ecco chi siamo»

Di Carlo: «Vivremo duelli intensi La famiglia Rosso e i soci? A volte devo frenare gli entusiasmi...»

- Di Alberta Mantovani VICENZA

Questa con il Padova è la partita che molti avevano cerchiato sul calendario ma la prima parte della stagione l’ha trasformat­a nella sfida al vertice con il Vicenza fresco di sorpasso e nuovo capolista. Una partita che non poteva arrivare in un momento migliore e il tecnico Mimmo Di Carlo racconta: «Alle spalle abbiamo una settimana speciale, tre vittorie in otto giorni e il 1° posto: la conferma che alleno un gruppo che vuole essere protagonis­ta, la strada è quella giusta».

3Se le avessero pronostica­to il primo posto dopo 12 gare? «L’idea era di primeggiar­e e tutte le scelte societarie sono state finalizzat­e a questo. Abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui, ma c’è ancora molto da fare e i miei lo sanno».

3Si è definito «condottier­o». «Sì, perché è la mia mentalità, la stessa della proprietà, condivisa dai tifosi: non sedersi sui risultati raggiunti ma guardare avanti per fare sempre meglio. Una cosa deve essere chiara: l’andamento delle partite lo decidiamo noi, non gli altri».

3E’ per questo che il Menti è tornato il vostro stadio dopo che per anni era quasi diventato “terra di nessuno”? «Quando proprio sulla Gazzetta si parlò di “Fort Menti” dissi ai ragazzi che quello doveva diventare il nostro traguardo. E’ il nostro valore aggiunto: riconquist­are i tifosi e lo stadio è stato l’obiettivo fin dall’inizio. Di sicuro vogliamo regalare sogni ed emozioni, ma in campo ci vogliono gambe, testa e cuore».

3Dopo aver smesso ha deciso, con la famiglia, di mettere le sue radici a Vicenza che è diventata la sua città. E in estate ha accettato di tornare come allenatore: non semplice.

«Ci abbiamo pensato tanto io e mia moglie Anna Maria, sapevamo che il coinvolgim­ento sarebbe stato particolar­e, quasi morboso da parte della città, però abbiamo capito che era giusto dire sì, perché siamo tifosi anche noi del Vicenza e poi oggi ho l’esperienza e la maturità per gestire situazioni emotive dalle quali bisogna sapersi distaccare». 3 Alle spalle una proprietà forte ma che a volte può diventare “ingombrant­e”: come vive il rapporto con i Rosso? «Benissimo. Con Stefano, il presidente, si parla più di cose tecniche, con Renzo, che è un creativo e un motivatore, di tanti aspetti del progetto. Ma ho un ottimo rapporto anche con gli altri soci, tutti imprendito­ri della provincia: sono così entusiasti che a volte tocca a me riportarli a una visione più equilibrat­a delle cose».

3Il derby...

«Arriva al momento giusto, contro una squadra che ha valori importanti, ma lo giochiamo nel nostro “Fort Menti”».

3Appuntame­nto delicato per la rivalità fra le tifoserie.

«Il nostro è un pubblico che ha dimostrato di essere maturo e va detto che se in campo sarà un derby duro e intenso, fuori la bussola resta il tifo civile».

3 Il Vicenza è tra le favorite alla promozione diretta, questa sfida pesa nella corsa?

«No, il campionato è ancora lungo, chiaro che noi inseguiamo un obiettivo preciso. Siamo stati costruiti per primeggiar­e, per questo la proprietà ha investito sulla struttura tecnica e sulla squadra, però resto dell’idea che Reggiana, Südtirol, Triestina, Padova e Feralpi se la giocano, sarà decisiva la continuità. La squadra ammazzacam­pionato oggi non c’è, vediamo più avanti se qualcuno riuscirà a staccarsi».

3Tra l’altro con il Padova, ma in trasferta, replichere­te pochi giorni dopo in coppa.

«Ora pensiamo a questa gara, la più importante, poi la rosa folta mi consentirà valide scelte».

3Le aspettativ­e crescono insieme ai punti in classifica: il suo rapporto con la città è cambiato in questi mesi? «No, ora magari sono un po’ più sotto i riflettori. Ma la cosa a cui tengo di più è che, al di là del risultato sportivo, so per certo che il mio rapporto con la città e i vicentini sarà sempre di stima e rispetto».

Vicenza è la nostra città, il rapporto è quasi morboso, prima di dire sì alla panchina ci ho pensato

Renzo Rosso è un motivatore: con lui parlo di tanti aspetti del progetto Vicenza

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Di Carlo
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R. Rosso
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Domenico Di Carlo 55

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