«Ogni volta gare della vita Sì, è il segreto del mio Padova»
Sullo: «Non faccio l’allenatore, comincio la prossima settimana... Ma sto al campo 12 ore al giorno»
Padova, quartiere Guizza. Salvatore Sullo esce dalla sala video dei campi di allenamento e chiude bene la porta, quasi a voler custodire il suo vastissimo archivio. «Mica ci sono solo video però – si affretta a dire l’allenatore del Padova – ci sono tutti i dati degli allenamenti, e più in generale tutto quello che ritengo utile per l’analisi delle squadre avversarie. Cerco di controllare tutto perché vorrei non mi sfuggisse nulla».
3Un metodo di lavoro affinato dagli anni passati al fianco di Giampiero Ventura?
«Sì, in quasi trecento partite da suo vice... questa metodologia me l’ha trasmessa lui. Ed è un bene, perché ho il bisogno di sentirmi completamente calato nella mia professione. Arrivo al campo alle 8 del mattino ed esco alle 8 di sera: può sembrare routine, per me è voglia di fare sempre tutto al meglio».
3Beh, 26 punti nelle prime 12 giornate è un ottimo inizio per un allenatore al debutto... «Lo dico da quando sono arrivato a Padova: io faccio l’allenatore dalla settimana prossima. Sono molto autocritico. Non nego che l’inizio sia stato buono, però i numeri che contano sono quelli alla fine. E sono certo che ci aspettano altri momenti esaltanti, ma anche momenti difficili da superare».
3E sfide: all’orizzonte c’è il derby col Vicenza, in testa a spese del suo Padova.
«La classifica al momento dice che loro sono i migliori, anche se penso che i veri conti si faranno da febbraio. Giocheremo in uno stadio sold out. Per noi deve essere stimolante».
3Cos’è per lei un derby? «Una partita diversa a prescindere. Ricordo i tanti MessinaCatania, il Torino-Juventus con il Toro vittorioso dopo molti anni. O le infinite stracittadine campane. Ho avuto la fortuna di giocare derby dove la cornice di pubblico è diventata stimolo, e orgoglio. Questo non sarà da meno».
3E sarà il suo primo da... primo allenatore. «Non vedo l’ora di giocarlo: si sfideranno due squadre forti, due piazze di blasone, due tifoserie di alto livello. Noi rappresenteremo Padova con l’orgoglio di chi vuole competere».
3 Il lavoro settimanale è cambiato in vista di questa sfida? «L’avvicinamento alla gara non è cambiato. Non ci sarà un discorso particolare alla squadra: siamo coscienti del valore dello scudo che portiamo sul petto, dell’importanza dei colori della nostra maglia. Dobbiamo saperlo. E, se possibile, daremo quel qualcosa in più del massimo».
3Dall’altra parte il Vicenza di Mimmo Di Carlo.
«Un mostro sacro, lui: un lusso per la categoria e un onore per me affrontarlo. Ha tra le mani una buona squadra: una delle tre/quattro che può puntare alla vittoria finale. Sì, oltre al Padova».
3Gli invidia qualcosa? «Invidia è una parola che non mi piace. Posso dire che da giocatore ha avuto una carriera migliore della mia, in un ruolo diverso dal mio. So che ha ottenuto tutto attraverso il sacrificio. Io in A ci sono arrivato a 33 anni, in un periodo in cui stavo facendo molto bene. Stavo dimostrando soprattutto a me stesso che in quella categoria ci potevo stare. Poi la malattia (un linfoma, ndr) mi ha costretto allo stop. Pazienza. La guarigione poi è diventato il momento migliore della mia nuova vita».
3A costo di sfiorare la retorica: il modo con cui ha affrontato la sua battaglia è diventato un modo per affrontare anche una partita di calcio? «Ripeto sempre alla mia squadra, e continuerò a farlo fino alla fine, che avremo la meglio solo se riusciremo a combattere come già abbiamo dimostrato di fare: con la voglia di saltare più in alto dell’avversario, con l’ambizione di vincere il contrasto; ogni passaggio deve essere quello della vita, ogni tiro in porta può essere quello della vita».
Un onore affrontare un mostro sacro come Mimmo Di Carlo: ha costruito tutto con il sacrificio
Ventura mi ha trasmesso un metodo di lavoro: sentirsi del tutto calati nella professione