La Gazzetta dello Sport

Max vs Hamilton «Parole stupide nel post Messico»

Verstappen risponde alle critiche di Lewis che vede il sesto Mondiale

- Di Mario Salvini INVIATO AD AUSTIN

L’appuntamen­to con la storia è qui. Lewis Hamilton, arrivato a Austin da pentacampi­one, se ne andrà verosimilm­ente col sesto titolo, non più affiancato a Juan Manuel Fangio negli almanacchi, ma solo dietro a Michael Schumacher. Se anche il suo compagno di Mercedes, Valtteri Bottas dovesse vincere (e pure col giro veloce), a lui basterà arrivare ottavo per festeggiar­e qui come aveva già fatto nel 2015. In Texas è arrivato solo ieri mattina da New York. E ha trovato buona parte della sua famiglia, pronta a celebrare. «Se il Mondiale è vicino –ha detto - è grazie alla capacità di gestire le gomme, alla saggezza delle strategie, alla concentraz­ione. Ma più di tutto alla concretezz­a: ho fatto solo 4 pole ma ho vinto 10 gare. Non avevamo la macchina perfetta, dietro c’è tanto, tanto lavoro». Per arrivare alla sesta corona. E oltre. «Non lo so. Non pensavo di vincerne cinque. E forse non sono nemmeno al mio massimo. Continuo a sognare».

Sapevo che prima o poi mi sarebbe venuto addosso come un siluro

Max a muso duro

L’unico cha ha avuto qualcosa da ridire con Lewis è stato Max Verstappen. In Messico, in seguito alla loro collisione al via, Hamilton aveva detto che all’olandese bisogna lasciare sempre un po’ di spazio in più per non venire silurati, giudizio condiviso anche da Vettel. «E’ un commento stupido – ha replicato l’olandese -. Ma è un bene che parlino di me. Vuol dire che sono nei loro pensieri». Bello spot del futuro.

Derby in rosso

Si parla di presente invece in Ferrari, col derby per il 3o posto. «Ma – ha precisato Sebastian Vettel - non penso che da quello dipenderan­no le gerarchie del prossimo anno. E’ che noi tutti, come team, ci teniamo a finire la stagione il meglio possibile». «Intanto – ha risposto idealmente Charles Leclerc - mi sembra pazzesco anche solo essere in gara per il terzo posto, l’anno scorso lottavo per il 12o o il 13o. E dopo 3-4 gare di questa stagione non avrei detto che mi sarei trovato dove sono ora. L’obiettivo era migliorarm­i e l’ho fatto. Poi sì, proverò di tutto per essere terzo, ma non perché sia una questione di leadership nella squadra». Quindi sotto con Austin. «Vedo il bicchiere mezzo pieno», si è rallegrato Seb. «Anche in Messico avevamo una buona macchina, soprattutt­o in qualifica». Dove però, gli è stato fatto notare, il suo compagno va spesso meglio di lui. «Ora proveremo ad avere dei buoni sabati, non solo delle buone domeniche», ha concluso Seb. Ottimismo condiviso da Charles: «In Messico, in gara, ho provato qualcosa di nuovo. E penso di aver trovato una soluzione per recuperare quel vantaggio minimo di passo sulla Mercedes. Ho le idee chiare su quel che devo fare qui».

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