Commisso da applausi agli Sportweek Talk
Il volto è rilassato e sorridente. Tutto il contrario di quello visto al fischio finale della gara vinta con il Sassuolo. Quando un Commisso stravolto e sopraffatto dall’emozione è stato coccolato dalla moglie Catherine, supportato dal figlio Joseph e abbracciato dal d.s. Pradè. La prima vittoria vista dal vivo è stata per Rocco un concentrato di sensazioni fortissime. Perché assistere a un successo ufficiale della sua creatura era diventata un’ossessione che non si è trasformata in maledizione. «Avevo paura, non so come abbiano fatto i ragazzi a ribaltarla. Mi chiedevo, come posso tornare a vedere la Fiorentina se quando vengo non vinciamo mai? E invece ce l’abbiamo fatta, ora vogliamo ripeterci». L’occasione per parlare di Fiorentina è la terza tappa di Sportweek Talk, planata a Firenze tingendo di passione viola La Rinascente di piazza della Repubblica, con i nostri Pier Bergonzi e Luca Calamai. Assieme al presidente anche Giancarlo Antognoni, direttore tecnico oltre che leggenda gigliata, e Ilaria Mauro, centravanti della Fiorentina Women’s e nel giro della Nazionale.
Studente modello
Le giornate di Commisso non sembrano poter durare solo 24 ore. Perché quando lo senti parlare è come se avesse già visto tutto. E forse è proprio questo il segreto di chi si è veramente fatto da solo. Un uomo in missione e con una visione: capace di partire dalla Calabria e diventare uno dei 250 migliori studenti di sempre della Columbia University prima, e uno dei più ricchi d’America poi. Che crede sia doveroso “restituire” qualcosa. Lo ha fatto proprio alla Columbia, così come in l’Italia. Investendo nel calcio e nella Fiorentina. «Credo sia normale» dice lui, prima di immergersi nei ricordi azzurri. «Nel 1978 per vedere i Mondiali dovetti andare al Madison Square Garden dove davano la partita su un grande schermo. Nel 2006 ero proprio a Firenze: avevo i biglietti per andare in Germania ma ho preferito vederla qui. Era una gita fra americani, io non volevo accanto nessuno che tifava per la Francia. E obbligai tutti a vedere la partita. Firenze è pazza di Rocco e il sentimento è reciproco. «Sento l’amore della gente, li ringrazio tanto. Io voglio assai bene a loro. O meglio, al 99,99%. Perché se ci sono dei razzisti, beh quelli non sono dei nostri. Io sono un immigrato, so che conta solo la meritocrazia. Non il colore della pelle o la nazionalità. Tutte le persone sono uguali. Per questo non accetto assolutamente alcun tipo di discriminazione». Applausi.
Le strutture
Adesso tocca a Firenze beneficiare dei suoi investimenti. «Abbiamo comprato i terreni per il nuovo centro sportivo, i lavori per ripulirli sono già iniziati. Sarà il più grande d’Italia, è il mio primo regalo per Firenze. Ora spero di fare lo stadio nuovo (l’area della Mercafir è sempre la favorita, ndr). Ma io o lo faccio fast, o non lo faccio. Non posso certo aspettare 7-8 anni». Poi sulla Serie A: «Mi piacciono il 99% delle cose. Però vanno migliorate le strutture e le... polemiche arbitrali. Come? Usando la Var. La tecnologia c’è, sfruttiamola: contro il Napoli e la Lazio non è stato fatto. Ci si deve evolvere per rendere tutto più equo. E diamo la possibilità agli allenatori di chiamare il challenge».
Entusiasmo
Il mondo di Rocco viene raccontato anche da chi gli sta accanto. «Ha cambiato strategia di comunicazione - spiega Antognoni - è sempre a contatto diretto con la gente. Ha una passione incredibile». «È molto attento alla nostra squadra dice la Mauro - crede nel calcio femminile, ci segue, viene in trasferta». Ilaria si sofferma anche sul movimento in generale. «Il Mondiale ha “svegliato” gli italiani che non conoscevano bene il nostro sport. Deve essere solo l’inizio, spero che la gente ci segua sempre più». Antognoni parla del suo possibile erede. «Castrovilli è un misto tra me e Tardelli, ha corsa, tecnica e fantasia. Ribery? Mai visto un fuoriclasse comportarsi così. È umile, aiuta tutti, è entrato nel mondo viola totalmente». Parola ancora al presidente: «Siamo appena all’inizio anche se stiamo andando bene. È un gruppo di ferro. Nessun obiettivo stagionale, ma pensi non voglia vincere tutte le partite?». No Rocco, nessuno lo pensa.
Via i razzisti dagli stadi. La Var? Bisogna dare pure ai tecnici la possibilità di chiamare il challenge Rocco Commisso
Castrovilli un misto tra me e Tardelli. Ribery si è calato alla perfezione nel nostro mondo Giancarlo Antognoni
Commisso crede nel calcio femminile, speriamo che il Mondiale sia solo l’inizio Ilaria Mauro