CR7, ESAME DA 30 E LODE
Già 29 gol nel 2019 Con la Juve a caccia di un altro exploit
L’inseguimento La sua media-gol si è abbassata: ha davanti 12 gare per farla salire
La vetta
Il 2013 l’anno solare migliore del portoghese: 69 reti totali
Mai cambiare le buone abitudini, recita il saggio. E mai le cambia Cristiano da Madeira, appassionato di statistica quasi quanto il suo nuovo allenatore: per Ronaldo c’è sempre un numero conficcato in testa. Un record da inseguire. Il rigore che ha beffato il Genoa all’ultimo soffio non è solo il 702o gol della carriera, l’ennesimo nel recupero. Ma, soprattutto, è il 29o di questo strano 2019, il primo anno totalmente bianco e nero. In questi mesi CR7 ha infatti approfondito la conoscenza con la Signora che lo ha ardentemente voluto. Ha scoperto usanze e marcature nuove: anche per questo ha abbassato la media folle in zona gol degli ultimi anni. E, nonostante tutto, gli manca uno squillo appena per rompere la solita barriera delle 30 reti l’anno. Sarebbe la tredicesima volta consecutiva, neppure l’arcirivale Messi si è arrampicato ad una simile altezza: Leo “bucò” nel lontano 2008. Può sembrare una cifra come tante altre, ma per Ronaldo sono proprio i dati ad accendere i sentimenti. Lo ha ammesso nella recente intervista a
France Football: «A 19-20 anni ho capito che il calcio era numeri, titoli, record. Non solo prestazioni sul campo o dribbling. Se vuoi vincere qualcosa, devi segnare». Punto e basta.
Quelle vertigini
Il Cristiano edizione 2019 ha finora segnato 19 volte in bianconero, mai così poche dai tempi in cui doveva far su e giù sulla fascia nella Manchester rossa. Con il tempo e col lavoro, un passo alla volta, Ronaldo ha spostato il suo asse: si è trasformato in un centravanti formidabile, un cannibale dell’area di rigore. Lì dove c’erano giochetti di gambe, ecco piovere tiri in porta: «Mi sono evoluto, all’inizio dribblavo e preferivo lo spettacolo, poi mi sono reso conto che non era abbastanza. Che dovevo segnare gol», ha aggiunto alla rivista francese. Giusto per comprendere quanto Ronaldo abbia recentemente tirato il fiato: lo scorso anno solare le reti con i club erano state in totale 43, decisivo era stato il bombardamento madrileno prima dello sbarco a Torino. Nel computo totale da aggiungere poi le sei realizzate con il Portogallo. Stavolta, invece, alle 19 reti juventine se ne sommano dieci in nazionale che servono ad avvicinare Cristiano alla meta. Questa quota 29 raggiunta già a fine ottobre è un numero robusto, ci mancherebbe, ma niente lontanamente paragonabile a certe vette passate. Soprattutto alla vertigine del 2013, l’anno di grazia che riportò il Pallone d’oro nel salotto di Cristiano, dopo che per quattro volte filate il portoghese aveva dovuto applaudire a denti strettissimi Messi. Quella volta le reti complessive erano state addirittura 69, divise tra le 59 al Real e le dieci in nazionale: CR7 trascinò, infatti, il Portogallo al Mondiale brasiliano servendo un poker in uno storico doppio spareggio contro la Svezia di Ibra. Gli appassionati di fenomeni paranormali, però, dovrebbero esplorare il mistero della Catalogna 2012: Messi ne segnò 91, novantuno, con una media di 1,2 a partita.
Quante occasioni
Da qui al 31 dicembre Cristiano ha, comunque, più di un esame per prendere trenta e magari anche la lode. In totale 12: davanti ci sarebbero tre gare per completare il girone di Champions e sette di campionato, ma una sarà rinviata causa Supercoppa da giocare nel caldo arabo. In più, da aggiungere due partite con la fascia al braccio in nazionale: CR7 ci sarà perché deve ancora guadagnarsi ufficialmente il prossimo Europeo. Il primo scoglio è proprio il Toro di Mazzarri nel derby: è il quarto giocato in carriera dopo quello di Lisbona col Benfica ai tempi dello Sporting e le sfide di Manchester e Madrid contro City e Atletico. L’anno scorso sotto la Mole esultò all’andata e pure al ritorno: solita storia, solite abitudini.