Erdogan ora attacca l’Uefa: «È un linciaggio dei turchi»
Il presidente di Istanbul contro l’ente: «È un diritto dei nostri calciatori salutare i soldati dopo una vittoria»
Recep Tayyip Erdogan gioca d’anticipo e d’attacco. In tutti i campi. Non solo nel suo, il politico, visto che è presidente turco e «dominus» dal 2003. Lo scorso 9 ottobre ha deciso, grazie anche alla smobilitazione americana, d’invadere la Siria del NordEst, il Rojava, per mettere mano alla pulizia etnica dei curdi, musulmani e cristiani della zona. Con la scusa di usare una fascia di terra, di circa 30 km di profondità lungo il confine, in cui riversare oltre 2 milioni di profughi siriani scappati in Turchia dal 2011, anno dell’inizio della guerra civile. Ma il lupo Erdogan gioca d’anticipo e d’attacco anche nei confronti delle istituzioni sportive. Ieri, nel corso di una conferenza stampa prima di partire per Budapest per partecipare al quarto Consiglio di cooperazione strategica Turchia-Ungheria,
si è scagliato contro la Uefa, rea, a suo dire, di aver aperto un’inchiesta disciplinare, lo scorso 15 ottobre, sulla federcalcio turca, a seguito del saluto militare esibito dai giocatori della nazionale di Istanbul nelle partite contro Albania e Francia, valide per le qualificazioni a Euro 2020.
Saluti e tweet
Erdogan si è mosso in anticipo, perché ancora non si hanno notizie di provvedimenti dell’Uefa. L’inchiesta, per il leader turco, è «discriminatoria e ingiusta»; «è un diritto naturale dei nostri sportivi salutare i soldati dopo una vittoria». «Gli sportivi che rappresentano il nostro Paese all’estero sono soggetti a una campagna di linciaggio», ha aggiunto Erdogan e la Uefa ha mostrato un «approccio politico verso la nostra nazionale e i club». Oltre al saluto militare inoltre molti giocatori turchi, fra cui Emre Can, Demiral, Calhanoglu, Gundogan avevano fatto tweet di appoggio al regime.
Inchiesta in corso
La Uefa ha reagito: un ispettore è stato incaricato di indagare su «un comportamento di potenziale provocazione politica», visto che le regole Uefa non consentono espressioni o manifestazioni politiche. Ma cosa potrebbe fare in concreto l’Uefa? Decidere di sanzionare la Turchia con dei match a porte chiuse o con una penalizzazione in classifica o una multa. E giovedì prossimo a Istanbul, si disputa la decisiva gara Turchia-Islanda, penultima giornata del girone, coi turchi in testa con la Francia a 19 punti e gli islandesi a 15. Insomma Erdogan ancora una volta si è mosso prima di tutti. A Napoli dicono «chiagne e fotte», piangi e approfittane, si potrebbe educatamente tradurre. A Istanbul va di moda «fotte e chiagne».