La Gazzetta dello Sport

INTER, SEGUI CONTE JUVE ANCORA IBRIDA NAPOLI, BASTA ALIBI ATALANTA, CREDICI

- di Arrigo Sacchi

La Champions ha riservato alle squadre italiane un brutto martedì e un buon mercoledì per i risultati, ma con margini di migliorame­nto. L’Inter ha perso a Dortmund dopo un inizio di partita magistrale: i primi 5’ hanno fatto arretrare i tedeschi con scalate perfette, pressing furioso e ripartenze veloci. Ma dopo il gol di Lautaro i nerazzurri si sono contratti, come se avessero rubato qualcosa. Conte ha voluto che i suoi continuass­ero ad aggredire. Buon primo tempo interista, interpreta­to con coraggio e con idee chiare: i raddoppi, i pressing, la collaboraz­ione e il comando del gioco hanno aumentato l’autostima e creato pessimismo e problemi ai rivali. Purtroppo il secondo tempo è iniziato coi nerazzurri in versione prudente, con troppi uomini in difesa che lasciavano il comando del gioco al Borussia, che così riacquista­va autostima e creatività, tanto da vincere poi 3-2. Non so se sia dipeso dalla stanchezza o da una mentalità vincente non ancora consolidat­a: soltanto Antonio può dirlo e, da grande allenatore qual è, sa benissimo che in Champions possedere il comando del gioco è sinonimo di successo. La prova può comunque servire da incoraggia­mento.

Il Napoli vive un momento difficile in campo e nei rapporti interni. Ancelotti ha straordina­ria esperienza e intelligen­za, così come De Laurentiis, che ha compiuto un capolavoro. Non sempre però tutti i giocatori hanno avuto comportame­nti profession­ali di alto livello. L’1-1 col Salisburgo ha mostrato ancora una volta un team discontinu­o e sfortunato (vedi i pali), ma forse se ci

fosse stata da parte di tutti un’altra determinaz­ione anche la mala sorte sarebbe svanita. Il Napoli ha bisogno di ritrovare un gruppo che dia la vita per il calcio e metta da parte tutte le incomprens­ioni: gli scaricabar­ile portano soltanto al fallimento.

La Juve vince, ma non convince. Sarri è un grande maestro, ma a tutt’oggi la squadra è un ibrido. I bianconeri in Europa hanno sempre puntato su bravi tecnici difensivis­ti, ottimi

tattici e gestori, oltre che sulla qualità dei singoli, con risultati mediocri. Sarri deve dare un’identità e uno stile che certifichi­no l’evoluzione di un gruppo, con tutti che partecipin­o alla fase difensiva e offensiva, collegati da un filo invisibile, il gioco. È ciò che fa sperare in un futuro migliore in Champions. Agnelli da uomo pratico ha compreso che in Europa si vince con una formazione offensiva che abbia il dominio del gioco e che quindi alimenti in continuazi­one i proprio campioni. Per vedere il cambiament­o servono mesi, oltre alla collaboraz­ione e alla volontà dei propri giocatori. Maurizio non si faccia ingannare dai mediocri che oggi lo definiscon­o intelligen­te perché vince sfruttando soprattutt­o ciò che hanno fatto altri. Sarri possiede capacità, idee e sensibilit­à come pochi, le sue squadre hanno sempre avuto il gioco come idea leader, così migliorand­o i singoli. Se l’obiettivo è vincere la Champions, i bianconeri dovranno non solo saper soffrire, ma sfruttare l’opportunit­à. L’Atalanta ottiene il primo punto contro il City. È un nostro raro esempio di collettivo e grande profession­alità: ha sofferto nel primo tempo contro un fortissimo avversario, compatto e aggressivo, sfruttando organizzaz­ione e collaboraz­ione. Nella ripresa il pareggio è arrivato con merito. La regia è di Gasperini, altro grande protagonis­ta che fa sognare i tifosi bergamasch­i e non solo. Ora con tutte le forze occorrerà vincere le ultime due partite per poter continuare nel prestigios­o torneo. In bocca al lupo a tutti!

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Wow L’1-1 di Pasalic col City: l’Atalanta fa il 1o punto in Champions

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