Giannis, ma chi ti ferma? Ora domina come Jabbar
Antetokounmpo demolisce i Clippers: sta viaggiando con gli stessi numeri di Kareem. Rivers: «È una bestia»
Quando Giannis Antetokounmpo ha rimesso piede in Nba ha ritrovato se stesso. Come un supereroe che recupera i suoi poteri, quelli di coprire il campo in pochissime falcate e schiacciare in testa a tutto e a tutti. Sono bastate 8 partite all’mvp in carica per dimenticare il fallimento mondiale con la sua Grecia e riappiccicarsi addosso l’etichetta di fenomeno. «È una bestia» si è arreso Doc Rivers, schiacciato a Los Angeles coi suoi Clippers (senza il loro fenomeno, Kawhi Leonard, a riposo precauzionale già per la seconda volta in 8 partite) dallo strapotere dell’mvp 2019, 38 punti, 16 rimbalzi e 9 assist. «Ci ha preso sulle spalle e ha giocato in modo speciale» lo ha incoronato il suo coach, Mike Budenholzer.
La prigione
Due mesi dopo, il Mondiale per Giannis si è trasformato da fallimento a lezione. Il 24enne si è presentato in Cina come il primo mvp in carica a giocare la massima competizione. Ne è uscito dopo mille problemi, personali e di squadra visto che la sua Grecia anziché costruirgli attorno una squadra che ne esaltasse le caratteristiche ha trattato Antetokounmpo come tutti gli altri. Partita per vincere una medaglia, la squadra ellenica è stata eliminata al secondo turno e dovrà guadagnarsi un pass per Tokyo 2020 in uno dei tornei preolimpici, che vuole organizzare in casa ma che comincia il 23 giugno, appena due giorni dopo l’eventuale gara-7 delle Finals Nba, l’obiettivo numero 1 di Giannis. «Le regole, il modo in cui si gioca nel basket Fiba, gli spazi. Mi sentivo di stare giocando uno contro cinque ogni volta che avevo il pallone. Mi sentivo come un prigioniero. Ora sono uscito dalla gabbia, sono libero» ha detto il fenomeno dei Bucks.
Milwaukee
Se la Grecia e il basket Fiba sono una prigione, Milwaukee e l’Nba sono l’habitat naturale di questo 24enne con una storia così da favola che la Disney la sta già trasformando in un film. Lo spilungone dinoccolato con tanti sogni e poche certezze che i Bucks avevano trasformato nella 15ª scelta al draft 2013 senza che avesse giocato una partita nella massima serie greca si è trasformato in un giocatore potenzialmente inarrestabile, che fa della forza fisica una delle sue caratteristiche principali (ha messo 25kg di muscoli da quando gioca in Nba). In questo primo scorcio di stagione Giannis è diventato il primo di sempre con 200 punti, 100 rimbalzi e 50 assist nelle prime 8 partite. E ha una serie aperta di tre gare con almeno 30 punti, 15 rimbalzi e 5 assist: l’ultimo a riuscirci era stato Kareem Abdul-Jabbar, il monumento a cui Giannis sogna di succedere come ultimo fenomeno ad aver regalato un titolo a Milwaukee. «Quello che rende speciale Giannis è che migliora ogni anno - racconta Khris Middleton, la sua spalla ai Bucks -. Diventa sempre più forte fisicamente, migliora le sue abilità di playmaking, dribbling e tiro. Riesce sempre a fare un passo avanti, anche se spesso lo noti solo a stagione in corso». L’obiettivo di Antetokounmpo è continuare a crescere, specie nel tiro da tre: contro il Clippers ha messo 4 tiri dalla lunga distanza, quanti ne aveva realizzati nelle precedenti sette partite. «L’unica differenza con quello che faccio di solito è che stavolta i tiri sono entrati - dice Giannis -. Credo in me stesso e nella mia tecnica di tiro. E continuerò a migliorare». Più che un messaggio, sembra un avvertimento: l’mvp in carica vuole diventare ancora più forte. E ha tutto quello che serve per riuscirci.