SARRECORD!
Dopo 11 gare Sarri ha il primato di punti in A e ha superato Conte e Allegri anche in Europa qualificandosi con due giornate d’anticipo
Il progetto Sarri punterà sul turnover e l’ego di CR7, cercando però il suo calcio
L’8 novembre, se si parla di successioni al comando, è un giorno interessante. Nel 2016 Trump vinse le elezioni e gli Stati Uniti tornarono repubblicani, ma questo è decisamente un altro discorso. Per le nostre questioni di calcio, prego concentrarsi su Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri. Un anno fa, 8 novembre 2018, la Juve era in uno dei suoi momenti di svolta, anche se non lo sapeva. Aveva appena perso in casa con il Manchester United dopo aver giocato una gran partita, a lungo serenamente dominata e smarrita in un finale assurdo. Dopo quel giorno, la Juve di Allegri fu sempre concreta, spesso vincente, ma mai più bella come nelle due serate contro Mourinho e i suoi rossi. Ad eccezione di Juve-Atletico, partita icona dell’anno, quei 180 minuti di Champions restarono i migliori. Una questione fisica? Sicuro, se si considera come la Juve sia arrivata scarica a marzo, tra infortunati (tanti) e giocatori poco brillanti (idem). Una involuzione anche mentale, da eccesso di prudenza dopo una partita dominata e persa? Possibile. Di sicuro, un 8 novembre dopo, la Juve vive un altro momento particolare. Sarri si è qualificato per gli ottavi di Champions con due turni di anticipo... e non succedeva dal 2008. Non solo, a un passo dalla sosta di novembre è imbattuto come, nell’era degli otto scudetti, è successo solo nel 201112, annata senza coppe. E’ possibile che questa sia la stagione migliore del ciclo d’oro.
La grande domanda
L’aspetto più interessante, in tutto questo, è l’evoluzione della Juve. Il primo anno di Conte in bianconero fu esagerato, oltre ogni aspettativa, ma la calcolatrice dice che Sarri non è da meno. Numeri dopo 11 partite di A nella stagione di esordio: Conte 2011 aveva 25 punti, Allegri 2014 era a 28, Sarri 2019 è a 29. Non solo, Conte e Allegri nella prima Champions si qualificarono solo all’ultima partita. Obiezioni di chi va oltre la calcolatrice: «Sì, ma il capocannoniere di Conte nel 2011 era Matri, non Ronaldo». «Sì ma Allegri, oltre i 14-15 titolari, aveva buoni giocatori, non stelle internazionali come Douglas Costa, Bentancur e Rabiot». Accolte senza discutere e qui sta il punto: capire come evolverà una squadra che è chiaramente in transizione. La Juve di Sarri molte volte sembra quella di Allegri – un po’ lenta, mai cinica, qualche volta distratta – e in qualche altro passaggio fa vedere di essere diversa.
Una Sagrada Familia
I dati aiutano a capire. Sarri ha un baricentro più alto di Allegri (la sua Juve gioca a 52,7 metri, contro i 50,8 di Max), arriva più in area (11,4 tiri contro 9,6) e recupera palla più in alto (a 37,2 metri dalla sua porta, contro i 36 di un anno fa). I dati delle prime 11 partite di Allegri 2018 però sono superiori in quasi tutte queste categorie e in molte altre. Sembrano confermare una sensazione: Max, un anno fa, bloccò la sua evoluzione autunnale e, da novembre, giocò un calcio più difensivo, ipervincente in Italia ma alla lunga non troppo apprezzato dentro e fuori la società. Impossibile dire ora che sarà di Sarri ma due certezze esistono. Prima: la Juve è uno degli esperimenti più interessanti in Europa. Chi guarda City e Liverpool non ha dubbi – il percorso è avviato, l’eccellenza non in discussione -, mentre a Torino c’è una Sagrada Familia, una grande opera in costruzione. Secondo: MS punterà tutto sul lavoro in campo, come sempre in carriera. Ha basato la sua vita su quello... e a 60 anni non si cambia.
Douglas e il giaccone
Sarri, insomma, non ha finito con le modifiche al progetto. Conte nei suoi primi mesi fu totalizzante: provò il suo 4-2-4,
rivoluzionò l’atmosfera degli allenamenti, impose un cambio di mentalità. Allegri, saggio, usò un approccio più cauto: si appoggiò a una struttura vincente e a poco a poco aggiunse il suo stile. MS è a metà strada. La Juve a Mosca nel primo tempo non è stata sua – troppi giocatori fuori posizione, troppa difficoltà nel palleggio, troppi spazi concessi in ripartenza – ma dopo l’intervallo e nel finale è cresciuta con un assetto parzialmente diverso. Chi vuole un pronostico da bookmaker, allora, provi in quella direzione. E’ probabile che presto vedremo Douglas Costa trequartista dal primo minuto e magari un centrocampo di palleggio, con Ramsey o Rabiot da mezzala al posto di uno tra Khedira e Matuidi. Come dire, Sarri dovrà continuare a curare l’alternanza dei titolari, l’ego di Ronaldo e la buona condizione fisica del gruppo, ma non smetterà di cercare il suo calcio. Il passaggio dalla polo al giaccone, arrivato inevitabile nel freddo di Mosca, non sarà il cambiamento principale nell’inverno juventino.