Sinner miracolo a Milano A 18 anni re della Next Gen
SINNER CHE FURIA UN CAMPIONE VERO LA NEXT GEN È LUI
Battere Alex è stata durissima, lui è un giocatore incredibile
Con la maturità di un veterano il diciottenne spazza via De Minaur e conquista il torneo portandosi a casa un premio di 334.657 euro
Edberg. Federer. Sinner. Battesimi a Milano. Da qui, si sono accese stelle immortali. E non suoni blasfemo l’accostamento: non solo Jannik bagna il primo successo della carriera in città, come riuscì appunto agli enormi predecessori, ma soggioga De Minaur e il Palalido con la dote primaria del fuoriclasse: far sembrare normali le cose straordinarie. A diciotto anni e due mesi. Da numero 553 a inizio stagione. Se i sogni aiutano a vivere meglio, il prossimo decennio porterà indelebile il marchio di un fantastico talento italiano.
Senza storia
Perché non può essere normalità dominare il numero 18 del mondo vincitore di tre tornei nel 2019 e due settimane fa ancora speranzoso di afferrare il Masters dei grandi, azzannandolo al collo fin dal primo scambio con la profondità di quei saettanti colpi a rimbalzo che spaccano la partita. Più l’australiano tira forte, più l’altro gli rispedisce indietro cannonate a velocità doppia che anestetizzano le traiettorie diaboliche di Demon, esorcizzato nella sua arma migliore, la spossante ragnatela verso i due angoli fino alla stoccata vincente. Tecnica e testa, cui Sinner aggiunge il cuore e il coraggio di chi ormai ha spiccato il volo: in semifinale e in finale, sul proprio servizio, ha vinto tutti i golden point, quelli che con le regole Next Gen si giocano sul 40 pari. Un’epifania meravigliosa, sinceramente inattesa a livelli così alti, pur con i segnali impetuosi di crescita degli ultimi mesi. Jannik porta casa 334.657 euro, ben più dei 249.000 complessivi guadagnati fin qui, e lascia il mondo sospeso delle promesse per piantarsi mani e piedi nella realtà di un presente e di un futuro da campione e poi da possibile dominatore. Anche se alla premiazione, finalmente, l’emozione dell’età lo lascia quasi in silenzio: «Grazie a tutti, sono senza parole. Posso solo dire che batterlo è stata durissima, Alex è un giocatore incredibile». A gran voce, i 4200 dell’Allianz Cloud lo invocano per la Coppa Davis che inizierà tra 10 giorni, ma lui allontana le lusinghe (Barazzutti avrebbe voluto convocarlo come sparring): «E’ stata una stagione lunga, devo tornare a lavorare e allenarmi. Spero di esserci nei prossimi anni».
Nuovo fenomeno
Sinner a Milano si è guadagnato lo status di fenomeno in divenire cui sta già stretto quel numero 95 accanto al nome nella classifica Atp. Approdato al torneo grazie a una lungimirante wild card assegnatagli dalla federazione, ha stupito sia per la qualità enorme del suo gioco, sia per la freddezza e la lucidità da protagonista consumato su questi palcoscenici, lui che a novembre di un anno fa era alla posizione 760 del ranking e che ha giocato il primo match ufficiale Atp a Budapest in aprile. Sono le stimmate della predestinazione, e non solo perché alla sua età nessun italiano, di qualunque epoca, era mai stato così forte. Jannik si sta costruendo un gioco senza punti deboli, anche se il cammino è appena all’inizio. Ricorda Murray per il rovescio e la capacità di difendere su tutto il campo per poi ribaltare il fronte, ma qui ha mostrato pure un dritto pesantissimo oltre a un servizio costantemente a 200 all’ora che richiede soltanto maggior penetrazione della seconda palla. E poi c’è la volée, ancora scolastica ma che lui ricerca quando la soluzione