Il Toro riparte con Belotti (a quota 100) e Berenguer
Due rigori e Gallo a cento gol tra i professionisti, doppietta dello spagnolo
Prima in Serie A amara per il debuttante Grosso: due rigori del Gallo aprono la strada ai granata, che dilagano nella ripresa con lo spagnolo
Quattro urrah granata hanno... salutato l’approdo in Serie A di Fabio Grosso. Eh sì l’exploit del Torino, tornato al successo esterno dopo i tre gol all’Atalanta della seconda giornata, ha posto subito l’eroe azzurro di Berlino, neoallenatore del Brescia, in una situazione scomodissima: la curva Nord ha acclamato a lungo Eugenio Corini, defenestrato in settimana dal presidente Cellino. E pure la scelta del tecnico debuttante di tenere inizialmente in panchina il beniamino Donnarumma (entrato a risultato compromesso) non ha incontrato il favore dei tifosi che hanno riservato molti fischi al prescelto Aye. Il quale, per la verità, non ha fatto molto per evitarli (due occasioni da gol divorate). Quanto all’attesissimo Mario Balotelli, è stato in campo solo 45’, sacrificato all’intervallo dalla necessità di sopperire all’espulsione di Mateju, la mazzata decisiva abbattutasi sul Brescia.
Toro ritrovato
Il Torino, a digiuno di vittorie dal 26 settembre, quinta giornata (2-1 al Milan), ha cominciato la sfida con l’atteggiamento mentale del derby. Cioè tutti sul pezzo, determinati, al di là dei possibili errori nei passaggi (vero Meité?) o in rifinitura (Verdi pasticcia in piena area). Poi si è trovato in vantaggio su rigore alla prima azione insidiosa, cioè una punizione dal limite calciata da Verdi sulla barriera ma respinta da un braccio di Cistana. Il quale, perdendo palla sull’aggressione di Lukic, darà poi il via all’azione che porta al secondo rigore: altro mani, questo di Mateju,
sul tiro di Belotti. Il capitano trasforma impeccabilmente per la seconda volta e così in meno di mezzora, il Toro si ritrova comodamente seduto in carrozza. A dargli un’ulteriore spinta verso il trionfale successo, ecco arrivare l’entrata scomposta, sempre su Belotti, di un ingenuo Mateju, che lascia la sua squadra con l’uomo in meno quando il primo tempo non è ancora finito.
Orgoglio leonessa
Ferita a morte, la leonessa bresciana ha un sussulto di orgoglio che poteva portare risultati concreti se nella porta granata non ci fosse quel fenomeno di Sirigu. Dopo un rigore in movimento clamorosamente fallito da Verdi (54’), il portiere granata si oppone in pochi secondi alle conclusioni ravvicinate di Aye e Spalek (56’) e si distende in tuffo sull’inzuccata in mischia di Magnani
(60’). Sono gli episodi che tagliano le gambe ai padroni di casa. Il Torino pian piano riprende in mano le operazioni ed è Joronen a dover sventare un sinistro di Belotti (68’), prima di arrendersi a una veloce azione in contropiede di Laxalt conclusa in modo perfetto dal prezioso Berenguer.
Il doppio Berenguer
Il furetto spagnolo aveva da poco preso il posto di Verdi, che prosegue con fatica il suo ambientamento. L’ex Napoli ha giocato dietro Belotti e nel primo tempo ha contribuito alla manovra con il suo continuo movimento. Senza però regalare quegli spunti di tecnica e velocità che sono nel suo bagaglio e
per i quali è stato acquistato. Quando poi ha fallito un facile gol (perfetto assist di Ansaldi), Mazzarri lo ha richiamato per dare spazio a Berenguer. Attaccante che specie in contropiede sa far male, come ribadito nell’azione personale da metà campo per il poker. Con gli infortuni di Falque e Zaza, per Mazzarri avere a disposizione il B&B di Brescia è certamente confortante. Però il mister davvero contento non lo è mai: «Non mi è piaciuto il quarto d’ora iniziale della ripresa e non mi garba questa sosta: avrei voluto tenerli tutti a lavorare con me».