Parma-Roma viaggia con l’alta velocità
Al Tardini il confronto tra le squadre che nella fase offensiva si affidano a due frecce
Dove in tanti anni non è mai arrivata la politica, ci pensa il calcio. Parma, per un giorno, si trasforma in una stazione dell’alta velocità, a dispetto di una mancanza che i cittadini del territorio hanno più volte segnalato. Nel caso specifico, nel tardo pomeriggio di oggi, i binari saranno trasportati allo stadio Tardini, con le frecce Gervinho e Kluivert che scaldano i motori e si preparano a far vivere agli spettatori una partita basata sulla rapidità, sulle immediate verticalizzazioni e sull’intensità. Se sotto la guida di Fonseca la Roma ha cambiato pelle rispetto al passato, e con questa cura ha raggiunto il terzo posto in classifica, il Parma di D’Aversa della velocità ha sempre fatto l’arma principale. D’altronde, quando si ha a disposizione uno come Gervinho, non si può fare diversamente: l’ivoriano ama avere il campo aperto davanti a sé, in contropiede è micidiale, mentre se le difese sono chiuse tutto diventa più difficile. L’ultima dimostrazione offerta è di una settimana fa, al Franchi di Firenze: lancio di Kucka e volata di Gervinho a beffare il portiere della Viola.
Il nuovo leader
Tutto il gioco del Parma è finalizzato a sfruttare al massimo le qualità del suo campione. In estate parecchi tifosi chiedevano
La Roma cerca di consolidare il terzo posto in una trasferta insidiosa per il livello degli avversari che hanno creato grossi problemi a tante squadre. E il Parma, dopo aver perso di misura con la prima (Juve) e aver pareggiato con la seconda (Inter), vuole battere la terza a D’Aversa più possessopalla, maggiore controllo del gioco, ma il tecnico non si è fatto incantare: il tiqui-taka non è la soluzione migliore per il Parma, squadra che deve fare dell’aggressione, della grinta e del recupero veloce del pallone le sue qualità principali. E difatti, spostando leggermente più avanti il baricentro, D’Aversa ha ottenuto ciò che cercava: pressing più efficace e solito velenoso contropiede. Gervinho, inoltre, da quando l’infortunato Bruno Alves gli ha consegnato la fascia di capitano, ha indossato i panni del leader. Ora non gioca più per sé, non s’intestardisce in dribbling senza sbocchi, ma si mette a disposizione della squadra, i suoi movimenti sono armonizzati con quelli dei compagni. E così eccolo, oltre ai gol, sfornare anche assist e cross deliziosi. Parte da sinistra, ma sterza spesso e volentieri, e soprattutto dialoga con facilità con gli altri elementi dell’attacco. Con Kulusevski in particolare, capace di tocchi rapidi in verticale che innescano la freccia ivoriana e la spediscono spesso e volentieri davanti alla porta avversaria.
Come un papà
Se Gervinho, tornato dalla Cina a miracol mostrare, è il valore aggiunto del Parma, nella Roma che ha tanti uomini in grado di ribaltare il tavolo, Kluivert è certamente il simbolo di una costante crescita. «Justin? È uno di quelli che sta imparando tante cose. È giovane, deve crescere ancora, ma è un giocatore velocissimo». Paulo
Fonseca ha difeso così il suo velocista giovedì sera, subito dopo la sconfitta subita dai giallorossi in Europa League contro il Borussia Moenchengladbach, in terra tedesca. Già, perché Kluivert nella ripresa di quella partita ha avuto anche un paio di occasioni importanti per chiudere la partita, sprecandole però entrambe. Il portoghese, però, ha deciso di passarci sopra, quasi come un papà con un figlio che sai che sta maturando. E che promette bene.
Sempre in verticale
Quel che aveva sorpreso, però, era stata ancora una volta la sua facilità nell’attaccare gli spazi, nell’andare in verticale. E nel bruciare gli avversari sullo sprint, sugli allunghi. Rispetto a Gervinho l’olandese è meno veloce palla al piede ma più efficace – appunto – negli spazi vuoti. Sarebbe l’ideale come contropiedista, per Fonseca è anche importante per come sa allungare le squadre avversarie. E non è un caso che Justin (9 gare e 754 minuti) sia quello tra gli attaccanti che ha giocato di più dopo Dzeko (11 partite e 1029 minuti, recuperi compresi) e quasi alla pari con Zaniolo (11 match e 787 minuti). È vero, gli infortuni hanno tolto spazio ai vari Under, Perotti e Mkhitaryan, ma anche adesso che il tecnico portoghese li ha praticamente a disposizione tutti (tranne l’armeno), Kluivert continua ad essere una delle sue scelte predilette. Del resto, se c’è un gol che rappresenta davvero il manifesto del calcio di Fonseca, forse è proprio quello che Kluivert ha segnato a Udine, con una ripartenza secca e una transizione box to box di Pastore e pennellata finale (con sterzata annessa) dell’olandese. «È il nostro modo di attaccare, siamo una squadra di giocatori molto rapidi – ha detto Justin due giorni fa – Io quest’anno ho più fiducia, gioco di più, oramai mi sono adattato e il sistema di gioco mi piace. Il Parma? Gara difficile, ha attaccanti veloci, ma vogliamo vincere, per noi sarà una finale». E lui vuole continuare a crescere proprio così: cancellando gli errori e lasciandosi alle spalle scie vincenti.